Ignorando l’esistenza del
batterio della peste, i nostri antenati s’inventarono gli untori. Sospettando
di stregoneria innocue erboriste nubili, i nostri avi le bruciarono sul rogo insieme
ai gatti loro famigli. Pensando che anche gli animali avessero il senso del
bene e del male, nel Medioevo alcuni giudici processarono e condannarono a
morte asini e tori che avevano ucciso i villici loro padroni. Sospettando che aquile e cicogne siano spie degli odiati israeliani, autorità e milizie libanesi, in questo caso, le abbattono, dandone
grande risalto sulla stampa, come di magnifica vittoria. Ignorano, i meschini, il lavoro
degli ornitologi e sospettano che ogni cosa che si muova nel cielo sopra di loro,
nelle acque del mare e nella terra sotto i loro piedi, esista in funzione della guerra e
del loro allontanamento da quelle martoriate terre. Se prendessero in mano un
qualsiasi manuale di ornitologia saprebbero che agli uccelli migratori si
sogliono mettere anelli di identificazione, con numeri e lettere, ma non possono
farlo perché l’antropocentrico Allah non vuole, così che nemmeno nelle loro
università si conosce l’esistenza dell’ornitologia, branca delle scienze
naturali. Alla carenza di conoscenze, si dovrebbe supplire con intelligenza ed
elasticità mentale, ma a voler pretendere una cosa del genere dai musulmani si fa prima
a far passare un dromedario attraverso la cruna di un ago. E noi dovremmo
lasciarci invadere da questa gente?
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