Fonte:
Leggo
BRESCIA
- «Oggi ho visto scene da film horror in questa cascina». Bastano queste parole
di una veterinaria dell'Asl di Brescia a dare l'idea di quanto scoperto, martedì
pomeriggio, in un'azienda agricola di Nuvolera, paese a una ventina di
chilometri da Brescia. Vitelli morti da diversi giorni abbandonati su pallet di
legno in un prato fuori dalla cascina; cani bruciati tra i rifiuti; diverse
ossa di animali sparse tutt'intorno, compresi mascelle e teschi, con tutta
probabilità di cani. Il titolare dell'attività, un veterinario di 56 anni, è
stato denunciato alla magistratura; intanto, nei prossimi giorni, le forze
dell'ordine compiranno altri accertamenti utili alle indagini.
FILM
HORROR A fare la macabra scoperta sono stati alcuni volontari del Partito
protezione animali che ha sede a Montichiari, paese già conosciuto in tutta
Europa perché ospita l'allevamento 'Green Hill' di cani di razza beagle destinati alla
sperimentazione, al centro di un'accesa battaglia animalista.
Subito è scattata la segnalazione di presunto smaltimento illegale di carcasse
di animali al corpo forestale dello Stato di Brescia, all'Asl e ai carabinieri
di Nuvolento. Gli attivisti non hanno perso tempo: nell'attesa dell'arrivo
delle autorità, hanno scattato diverse fotografie. Tutto mentre, riferisce il
Ppa in una nota, il proprietario cercava di distruggere alcune carcasse degli
animali. Non solo. L'uomo ne avrebbe anche caricate altre su una ruspa per
tentare di nasconderle. Tutto sarebbe stato immortalato dalle fotocamere dei
due rappresentanti del Ppa. Il mezzo, poi, è stato sequestrato dagli uomini del
corpo forestale. Così come sono stati posti sotto sequestro 26 vitelli perché
erano rinchiusi in box fatiscenti, con numerose sporgenze in ferro che potevano
ferirli: condizioni, queste, giudicate incompatibili con la loro natura.
LA
CASCINA In mattinata, poi, la Forestale insieme ai volontari ha perlustrato la
zona attorno alla cascina, trovando in un campo non lontano dall'azienda
agricola una carcassa di cane in avanzato stato di decomposizione. Per questo è
stata sequestrata l'intera area del ritrovamento. I resti sono stati portati
all'Istituto zooprofilattico di Brescia per essere conservati in attesa
dell'autopsia che verrà richiesta al magistrato. «Indescrivibile» per i
volontari del Ppa «la spregiudicatezza» del veterinario proprietario
dell'azienda, «mai visto nulla di simile. Pazzesco poter osservare tanto
disprezzo per gli animali. Il fatto poi che sia proprio un veterinario aggiunge
un certo sconforto». «L'augurio – continuano gli esponenti del Ppa da cui è
partita la segnalazione - è quello che la magistratura possa, individuate tutte
le possibili responsabilità, infliggere delle pene esemplari».
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