sabato 2 novembre 2013

La palma da olio e quella della cattiveria

 


Una femmina di orango è stata portata in salvo nella cittadina di Tempurkan, nel Borneo, da un’associazione animalista inglese dopo essere stata trasformata in un giocattolo vivente. L’animale era stato catturato dagli abitanti di un villaggio che, successivamente, l’avevano incatenato a un palo nel bel mezzo di uno spiazzo: da quel momento in poi, l’orango era stato fatto oggetto di scherzi, dispetti e crudelmente tormentato. Abbandonato a se stesso senza cibo né acqua, era costantemente circondato da una folla vociante. E quando cercava di liberarsi dalle catene, nel tentativo disperato di fuggire e di rifugiarsi nelle vicine foreste dalle quali era stato prelevato, veniva immediatamente punito. Secondo quanto riportato dal Daily Mail, la femmina di orango sarebbe stata strappata ad un altro membro familiare con il quale viveva. 


Questa storia crudele ha, fortunatamente, avuto un lieto fine grazie all’intervento di un’associazione animalista inglese presente sul territorio, che è intervenuta portando in salvo l’orango. L’animale sarà presto restituito alle sue foreste. Tuttavia, la vicenda è sufficiente per riaccendere i riflettori sulla necessità di proteggere una specie messa drammaticamente in ginocchio non soltanto da singoli episodi di crudeltà da parte degli esseri umani, ma soprattutto dalla rapidissima perdita dell’habitat provocata dall’espandersi incontrollabile delle coltivazioni di palma da olio.  
Un secolo fa, il Borneo ospitava 315mila orango. Ad oggi, ne sono rimasti soltanto 54mila. Altri 6000 si trovano nell’isola indonesiana di Sumatra. L’esemplare soccorso a Tempurkan era stato individuato e catturato nei pressi di una porzione di foresta rasa al suolo per una piantagione. Trascinata al villaggio, la femmina di orango era stata degradata a puro oggetto di divertimento: quanto avvenuto è, chiaramente, una tortura procurata dall’ignoranza degli abitanti del villaggio. È stato proprio grazie alla compassione di uno di essi, tuttavia, che l’associazione animalista intervenuta ha potuto mettere fine all’abuso: l’uomo ha contattato gli attivisti e ha spiegato loro la situazione, chiedendo che quel tormento avesse fine. Sul posto è intervenuto, tra gli altri, l’attivista Argitoe Ranting di Animal Rescue. L’orango è stato sedato e trasferito in un centro di recupero. Ribattezzato Ael (che significa “Santa”), verrà rilasciata in natura non appena un’area sicura nelle foreste battute palmo a palmo dagli uomini verrà individuata. Gli attivisti hanno colto l’occasione per spiegare agli abitanti del villaggio che catturare e detenere un orango è un reato, in Indonesia.

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