domenica 22 febbraio 2015

Il terreno minato della storiografia




Non capisco. E, al solito, divento irrequieto, quando non capisco. Quella brutta, pessima parola coniata o riportata in auge da qualche anno, “negazionismo”, entra nel Codice Penale anche nella Società Italiana. In altri Paesi d’Europa e del Nord America il negazionismo trova collocazione. Guarda caso tutti luoghi ove imperversa la Goldman Sachs. Curioso. Cosa è in sostanza il negazionismo? Tecnicamente è la negazione che un fatto, un accadimento storico non sia avvenuto, o che, se avvenuto, sia stato in realtà assai diverso da quella che è la versione ufficiale. Nella fattispecie in corso oggi il negazionismo è la negazione (di fatto mai avvenuta) o la riduzione a termini diversi della sorte degli ebrei nella Seconda Guerra Mondiale.


 

Tanto per cominciare, ricordo l’antica, splendida, civile e feroce Roma. Dovrebbe, a rigore di logica, essere cancellata dalla Storia. Infatti sterminò sia i semiti Fenici di Cartagine, sia quei rompiscatole di ebrei che ogni pochi giorni si sollevavano contro il dominio imperiale romano. Al punto che Vespasiano - grande Imperatore Romano - si vide costretto ad inviare il figlio Claudio con tre Legioni a sistemare la faccenda, la V, la X e la XV, tutte con a capo Generali (il “legatus”) di grande esperienza. Non si sa mai….. Claudio, il benemerito, rase al suolo Gerusalemme e, per buon peso, sterminò anche Masada, ultima ridotta degli insorti. Da notare, per comprensione, che l’ordine pubblico, in tutta l’Iberia, era conservato da una sola Legione. Tanto per capire. 


Così, si dovrebbe togliere ogni accenno storico, ogni potere, addirittura espellere dal consesso della società mondiale gli Stati Uniti, rei di sterminio dei Nativi americani. Che però, non essendo giudei, non godono della protezione propagandistica della Goldman Sachs e simili. Come non ne godono gli Armeni, che nessuno o pochi ricordano. Furono sterminati dai Turchi nel 1915, cento anni fa esatti. Ma gli Armeni non hanno petrolio né materie prime: non servono. Come non servono, anzi, non servivano i Curdi, sparpagliati in quattro stati e ripescati solo oggi per disperazione, in funzione anti tagliagole.

Ricordo, con soave malizia, che la parola “pogrom” non è Tedesca, ma slava, e vuol dire sterminio. Fu portata in auge nel diciannovesimo secolo: ogni tanto le popolazioni slave (Polacche, Russe, Ucraine ma non solo) rivolgevano la loro furia contro le comunità giudee, considerate, a torto o a ragione, colpevoli dei mali della comunità locale. Vox populi, vox dei…. Oggi anche Israele dovrebbe essere condannato per negazionismo: nega infatti i massacri e i crimini contro l’umanità perpetrati sia nella Striscia di Gaza, sia in Transgiordania, sia in Libano. Per non parlare di quello che accadde all’atto della nascita dello stato giudeo. Cose da rabbrividire, agghiaccianti. I bambini palestinesi potrebbero scrivere racconti Horror…. E potremmo continuare per ore: la Storia è la storia dei massacri, delle guerre, dei genocidi. L’essere umano è fatto così. Da sempre.

Quello che si tenta di mettere in atto oggi è un tentativo di imporre la mordacchia a tutti quelli che non si sono appiattiti sulla propaganda post bellica, e che hanno cominciato a ricostruire il puzzle storico, mettendo le tessere giuste al posto giusto. Il rischio è che l’immagine che ne uscirà sarà dirompente e che i cosiddetti valori sbandierati per settanta anni tali non sono, e che la Storia, quella vera, non quella dei vincitori o della Goldman Sachs, è stata diversa, è stata “altro” dall’indotta credulità. Il rischio è che la Gente cominci a sapere, e quindi a capire. E capendo, trovi la soluzione allo sfacimento sociale, politico, economico, morale nel quale ci hanno costretto a vivere da settanta anni.



Badate bene: non sto affermando che non siano esistiti i Campi di Concentramento Tedeschi (come sono esistiti in tutte le altre nazioni). Non sto negando che giudei, criminali comuni, omosessuali, zingari, testimoni di Geova, avversari politici, fossero rinchiusi nei Campi. Ma mi chiedo perché ci si voglia accanire, impedendone la ricerca contro chi cerca fonti storiche non drogate, notizie non dopate, documenti non contraffatti. Non capisco, o capisco troppo bene, perché si tenti di impedire di indagare, di studiare, di chiedere perché: le risposte storiche potrebbero mostrarci una realtà diversa da quella conclamata. E tanto comoda e funzionale ai “poteri forti”. Del resto sono in buona compagnia, in questo stupore: addirittura intellettuali giudei cominciano, timidamente (non si può pretendere tutto subito) a contestare la liturgia del cosiddetto olocausto. 


“Basta” dicono questi rari giudei “con la menzogna della shoà, con la speculazione finanziaria della shoà, con la creazione di alibi preconfigurati per ogni nefandezza commessa da Israele, con la motivazione 'morale' che chi critica Israele, si macchia di antisemitismo”. Il punto è esattamente questo. Mettere la mordacchia a chi indaga e chiede “perché” è l’auto-denuncia della fragilità del castello propagandistico costruito sulla tragedia della Seconda Guerra Mondiale; è la ammissione che qualcosa non quadra e che la verità, quella vera, deve ancora riaffiorare completamente; è la paura del coperchio sollevato con visione di quello che vi è nel pentolone storico. 

Chi è sicuro, chi non ha paura, chi sa di essere nel vero non ha paura del confronto, del contraddittorio. Criminalizzare “l’altro” è prassi comune nella Storia. Ma sempre perdente. Ed oggi tutto l’apparato scricchiola. Al punto da rendere necessaria una legge, quella cosiddetta sul “negazionismo” nelle sue varie accezioni. Non c’è da scandalizzarsi: anzi, a ben vedere è l’inizio della fine della collina, della montagna, della catena hymalaiana della propaganda e dello sfruttamento. Vorrei avere la macchina del tempo, e visitare il mondo fra cento anni. Mi sembra un lasso di tempo sufficiente per rimettere le cose al loro posto. Sarebbe divertente. Ed istruttivo.  E rendo omaggio a quei non molti eroi che non si sono arresi e che “INDAGANO”. Il loro è un atto di coraggio, di virile stare in piedi.  Del resto non sono riusciti a cancellarci neppure con il suggello atomico…

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