Vegano: Sei ancora carnivoro?
Carnivoro: Sì.
V: Io non potrei più.
Ormai per me il cibo più squisito è la frutta.
C: Infatti, non siamo
tutti uguali al mondo.
V: Per fortuna. Ci sono anche i
killer, i talebani. Loro sono diversi, per fortuna. Anche nei campi
di concentramento vi erano le SS e per fortuna che sono esistiti,
sennò troppa uguaglianza.
C: Ci sono cose su cui
si può avere un parere diverso, cose su cui non si può.
V: Dipende dal
contesto storico in cui si è inseriti, sotto un certo regime e una
certa cultura, tutti potrebbero dire che il sacrificio umano è
qualcosa su cui non si può dissentire, dato che tutti lo praticano e
credono per fede che sia corretto, fa semplicemente parte di una
tradizione (folle e sbagliata se ci si ragiona, ma la gente non
ragiona, e mi pare che tu non ti elevi al di sopra del momento
storico e sociale, forse semplicemente perché ti fa comodo, come
faceva comodo agli schiavisti reputare gli schiavi non-persone).
C: A me piace il
cioccolato, ma se a te non piace non è la fine del mondo. Se io non uccido e un
altro sì, ben comprendi come la cosa cambi.
V: Certo. Non è la
stessa cosa. Ma allo stesso modo una cosa è il cioccolato, un’altra
è la carne. Nel secondo caso stai comunque uccidendo, ti ricordo.
C: Sì, ma siamo sul
piano del discutibile. Sinceramente mi scandalizzo di più per le
persone che uccidono i propri figli; per le persone che si riuniscono
in chiesa per pregare e sono fatti saltare in aria da una bomba,
tutti innocenti.
V: Certo, ma se una
cosa è malvagia in una certa misura e un’altra lo è in misura un
po’ minore, e se entrambe sono dannose sia per se stessi che per
gli altri e inoltre se ambedue sono evitabili non solo senza alcuna
perdita ma addirittura con enormi vantaggi, non vedo perché
bisognerebbe scartare solo la prima e mantenere la seconda.
C: La questione è
semplice. Per me un animale non ha la stessa dignità di un uomo. Non
significa che li disprezzo. Neppure io approvo che vengano trattati
in maniera indecente. Ma non mi scandalizzo a mangiarli.
V: Però il fatto che
tu non ti scandalizzi a mangiare la carne non elude il fatto che non
mangiandola otterresti dei vantaggi, ed eviteresti la sofferenza di
un animale al tempo stesso. La domanda quindi non è “perché non
mangiare la carne?” Bensì è: “perché mangiare la carne?”. Le argomentazioni a
favore della prima tesi rimandano solo a una categoria che poco ha a
che vedere con la virtù, perché è quella della golosità (tra
l’altro anche molto discutibile, perché una volta che si elimina
la carne, dopo lunghi periodi ci si renderà conto, a papilla
gustativa disintossicata, che non ci si perde proprio nulla, anzi,
che si trattava di qualcosa di addirittura nauseante). Queste
argomentazioni sono poi sia quantitativamente sia qualitativamente
misere, inferiori, a dir poco penose se comparate a quelle a favore
della prima domanda-tesi.
C: Se l’uomo si
limitasse a fare solo quello che gli è necessario sotto il profilo
biologico, la nostra vita sarebbe triste. Non dico che la tua scelta
non abbia senso. Ma non mi sembra che ci siano i limiti per
rinunciare a qualcosa di lecito, almeno, per me.
V: Se consideri il
problema seriamente, con onestà intellettuale (cosa che, per stima
personale e per rispetto nei confronti della tua intelligenza, devo
supporre tu non stia facendo, altrimenti rimarrei deluso) ti
accorgerai che le conseguenze del consumo di carne sono negative per
l’uomo in primis. Perciò la cosa, a mio dire, è poco lecita, sia
in una visione biocentrica (la mia) sia in una visione
antropocentrica, o teocentrica (come la tua). Quindi per entrambi
noi. D’altronde lo stesso
Papa Francesco ha invitato a consumare di meno, a mantenersi sui
bisogni reali e non su quelli indotti da questo sistema reso perverso
in fin dei conti semplicemente dalle nostre cattive abitudini, che si
tramutano necessariamente in domanda alterata verso un’economia che
deve per forza impazzire per soddisfarla, generando crisi, guerre,
povertà, sofferenza.
V: Perché? Fammi
capire almeno in cosa sbaglierei nella mia valutazione.
C: Mica Papa Francesco
invita a non mangiare carne o produrne. Non si risolve nulla
facendo solo questo.
V: Produrre carne è
un impiego poco intelligente delle risorse.
C: Non siamo robot… Ci vuole anche un
po’ di “umanità” in queste cose.
V: Consideri umano ciò
che vien fatto agli animali? Il lavoro a cui ci costringe la
produzione carnea è a mio parere disumano.
C: Deve cambiare tutto
il sistema, è vero. Ma certamente non si risolve levando la carne e
tutto quanto. Poco è umano in
questo mondo. Tu ti focalizzi sulla produzione di carne, perché ti
interessa far notare questo. Anche il cellulare che hai tra le mani è
prodotto in maniera poco umana.
V: Allora proponi tu
le tue idee su come cambiare le cose, invece di elencare con
rassegnazione e poco spirito creativo e risolutivo le disgrazie della
nostra quotidianità.
C: La maglietta, il
computer, tutto. Da solo non posso cambiare nulla.
V: Bisogna invece pur
partire da qualche parte, da quello che può fare il singolo, ogni
giorno, nel suo piccolo. E possiamo fare molto, più di quanto
immagini. A cominciare dalle nostre tavole.
C: Questo lo dici tu. Non cambi certo il
sistema di produzione non mangiando carne e derivati.
V: Il principio di
universalità kantiano dice esattamente il contrario.
C: Kant non è la
certezza della verità e dell’opportunità.
V: Il sistema di
produzione si basa sul consumo, quindi sulla domanda del prodotto.
C: Ho capito. Ma
certamente non risolvi le cose mangiando solo frutta e verdura.
V: Non vedo il nesso
logico che porterebbe alla tua conclusione. Mi pare invece solo
un’asserzione contornata da spirito di rassegnazione, senza una
base, senza alcuna argomentazione. Tu dici “è così e basta”
senza però giustificare questa tua conclusione, senza rendermi
partecipe delle basi sulle quali poggerebbe. Probabilmente, devo
supporre, ma non per male, ma semplicemente perché tu mi costringi a
farlo, che le tue conclusioni siano estremamente infondate, e che per
di più tu non sia disposto neanche a rifletterci su, nonostante
abbia la capacità e l’abilità per farlo.
C: Anche perché
questa dieta la puoi fare tu, ormai adulto. Ma un bambino per
crescere sano ha anche bisogno della carne e dei latticini, anche
nella fase di crescita. E poi c’è gente
che muore di fame. Quello che trova, mangia. Mica può permettersi il
lusso di star lì a capire se il suo cibo è ecocompatibile o meno.
V: Infatti, queste che
hai elencato sono solo conseguenze di una cultura errata, di credenze
e falsi miti oramai superati perfino nell’ambito delle più
avanzate scienze moderne, anche a livello accademico. L’uomo infatti, dal
punto di vista biologico (che non è per niente scisso a mio parere
da quello spirituale) è un primate particolarmente evoluto,
fruttivoro nell’anatomia, fisiologia. Quindi se cresci i tuoi figli
a frutta, essi cresceranno sani e con minor rischio di contrarre
patologie. Cibi iperproteici, cotti, sono invece droganti, non-cibi,
inadatti alla nostra specie, che ci sovralimentano, o ci alimentano
male, e ci fanno ammalare. La malnutrizione di cui parli tu, oggi è
dappertutto, proprio per questa superficialità su ciò che portiamo
alla bocca.
C: Non cambi il mondo
facendo mangiare mele… La rivoluzione dev’essere morale, prima
che “biologica”.
V: Le due cose, come
tu ben sai, non sono separate. La pratica della
morale e dell’intelligenza suggerisce di escogitare metodi per
sfamare tutti i 7 miliardi di persone. Con una malnutrizione tale a
quella odierna (sia nel mondo occidentale che nel terzo mondo, che in
qualsiasi altra parte, in verità), così generalizzata, la tal cosa
risulta impossibile. Per questo bisognerebbe far cultura sulle
abitudini alimentari in primo luogo, perché la prima risorsa di cui
abbiamo tutti necessità è il cibo (che include anche l’aria, aria
che inquiniamo principalmente per soddisfare i nostri fabbisogni
indotti e non reali). Non è possibile
sostenere una popolazione di 7 miliardi di persone con
l’alimentazione carnivora, necessiteremmo di altri 7 pianeti come
minimo. “Noi abbiamo 1,35
miliardi di ettari destinati all’agricoltura, di cui il 70% è destinato
agli animali da allevamento, non all’uomo. Ora è evidente quanto
il concetto di fame nel mondo non avrebbe addirittura nemmeno senso
di esistere su un pianeta gestito da persone sane di mente. In questo
schizofrenico quadro di gestione delle terre gli uomini si limitano a
vivere su un misero 0,3 miliardi di ettari, accatastati gli uni sugli altri
all’interno di palazzi e grattacieli sempre più alti, pur di far
posto ad animali da macello fatti riprodurre in modo forzato.
Se nel 2050 raddoppierà il fabbisogno alimentare globale non sarà a causa dell’aumento della popolazione mondiale, bensì per via di una disastrosa politica alimentare che ci spinge a gestire le terre in questo modo sconsiderato. Ogni anno la zootecnia causa una perdita per il nostro pianeta di centinaia di migliaia di ettari di foreste (i nostri polmoni, cresciuti in milioni di anni), in favore di allevamenti e pascoli. Il WWI (world watch institute) evidenzia che il 50% dei gas serra prodotti dall’uomo sono legati alla zootecnia: ecco perché la politica alimentare attuale conduce verso un peggioramento delle emergenze più gravi per l’uomo. Per un kg di manzo occorrono 324 mq di terra. Per un kg di verdure occorrono 6 mq di terra. Per un kg di frutta occorre meno di un mq di terra. Per un kg di manzo occorrono 15.500 litri d'acqua. Per un kg di mele occorrono 700 litri d'acqua.”. Non esiste niente di più biologico della morale. E viceversa.
Se nel 2050 raddoppierà il fabbisogno alimentare globale non sarà a causa dell’aumento della popolazione mondiale, bensì per via di una disastrosa politica alimentare che ci spinge a gestire le terre in questo modo sconsiderato. Ogni anno la zootecnia causa una perdita per il nostro pianeta di centinaia di migliaia di ettari di foreste (i nostri polmoni, cresciuti in milioni di anni), in favore di allevamenti e pascoli. Il WWI (world watch institute) evidenzia che il 50% dei gas serra prodotti dall’uomo sono legati alla zootecnia: ecco perché la politica alimentare attuale conduce verso un peggioramento delle emergenze più gravi per l’uomo. Per un kg di manzo occorrono 324 mq di terra. Per un kg di verdure occorrono 6 mq di terra. Per un kg di frutta occorre meno di un mq di terra. Per un kg di manzo occorrono 15.500 litri d'acqua. Per un kg di mele occorrono 700 litri d'acqua.”. Non esiste niente di più biologico della morale. E viceversa.
C: Capito.
V: Oltre 4 miliardi di
persone su 7 oggi soffrono la fame. Il cibo incide più di tutto sul
nostro pianeta, dobbiamo affrontare tre crisi principali: la crisi
alimentare mondiale; crisi urbanistica mondiale; crisi energetica
mondiale, del tutto interconnesse fra loro, e per farlo bisogna
assolutamente, con gradualità, cibarci di ciò per cui la natura ci
ha progettati: la sana frutta. La stessa parola
“Paradiso” deriva dal sanscrito: “Pardès”, che significa,
non a caso, frutteto.
L'amico carnivoro non ha più
risposto.
La bce avrebbe acquistato titoli greci solo se la Grecia avrebbe continuato con le austerità, in caso contrario si sarebbe dovuto ammettere che tutta la baracca si poggia su fondamenta di gelatina, ossia perdita della faccia.
RispondiEliminaIsraele continua all'anno 2015 una guerra unilaterale sebbene non se ne conosca nemmeno più il motivo, semplicemente perchè si è sempre fatto così, pena perdita della faccia.
Da Arcipelago Gulag: La vera legge degli arresti di quegli anni era la cifra prestabilita, l'attribuzione del compito. Ogni città, ogni rione, ogni reparto militare ricevevano una cifra preventiva e vi si dovevano uniformare entro il termine prestabilito. Il resto dipendeva dall'abilità degli agenti. L'ex cekista Aleksandr Kalganov ricorda come giunse a Taskent un telegramma:"Mandatene duecento". Quelli hanno appena rastrellato e non vedono chi altro prendere. Ci sarebbe, è vero, quel mezzo racimolato nella regione. Idea! Appioppare l'art. 58 ai ladruncoli presi dalla milizia! Detto fatto. Ma la cifra non è ancora stata raggiunta! Un rapporto dalla milizia: che fare: su una delle piazze della città si sono sfacciatamente accampati degli zingari. Idea! Si accerchiano e si fa una retata di tutti gli uomini dai diciassette ai sessant'anni: tutto secondo l'art. 58. Ecco che il piano è stato adempiuto.
Mi chiedo su che genìa faccia affidamento Freeanimals per fondare il mondo nuovo.
Anonimo turbato dal malanimo
Avesse continuato...giusto per restare in tema di uniformità di linguaggio.
EliminaAnonimo in anonimato
Molto saggio l'anonimo ... cinico, ma molto saggio
RispondiEliminaCitazione:
RispondiElimina"....il concetto di fame nel mondo non avrebbe addirittura nemmeno senso di esistere su un pianeta gestito da persone sane di mente".
E' colpa mia, Anonimo, se siamo circondati da pazzi?
Io non ho alcun potere di cambiare le cose. Posso solo indicare la strada da seguire a dei pazzi che mi prendono per pazzo.
E' un teatro!
Ho però anche la consapevolezza che tutto questo un giorno finirà, per implosione delle risorse naturali o per esplosione di qualche asteroide.
La cosa tragica però è sapere con quasi assoluta certezza che i sopravvissuti ricominceranno daccapo a fare gli stessi sbagli.
Bel dialogo :)
RispondiEliminaDopo anni di discussioni, sia su internet che nella realtà, con chi mangia carne, ho capito bene una cosa: a loro non interessano le motivazioni, sacrosante, che supportano un'alimentazione vegetale, puoi snocciolargliele tutte una per una, con tanto di motivazioni serie sia riguardanti la salute, sia riguardanti l'ambiente, sia riguardanti l'etica. Magari ti danno anche ragione, non sono tutti scemi, ma nonostante ciò difficilmente cambieranno, e continueranno a mettere la testa sotto la sabbia come niente fosse. Ciò che ho capito, dicevo, è che a loro interessa solo trovare una giustificazione alla bistecca che hanno nel piatto, e per fare questo arrivano a fare delle capriole logiche allucinanti. Gli metti davanti agli occhi che mangiare carne è causa di sofferenze per miliardi di animali, che è causa di svariate patologie, nonchè di inquinamento e spreco di risorse, con tanto di dati alla mano? Invece di ammettere che stanno facendo la cosa sbagliata, e magari di conseguenza provare a cambiare, se ne escono con scuse di ogni tipo, pur di continuare a sbagliare. Solo al pensiero che a mia volta mi comportavo così, mi vengono i brividi.
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