Fonte: Animal Amnesty
Presi all’amo o
catturati in una rete muoiono per soffocamento, schiacciamento,
congelamento, lo shock della cattura, le lacerazioni provocate
dall’amo: l’agonia può durare ore, a volte fino al banco vendita
dove molto spesso subiscono torture come lo sventramento e
l’esposizione sul ghiaccio quando ancora sono coscienti. Ogni
anno nel mondo l’industria del pesce uccide un numero di creature
talmente elevato da non poter essere quantificato: le stime della
strage si esprimono non nel numero dei singoli individui sterminati
ma in peso. Se la pesca dovesse proseguire ai ritmi attuali,
presto gli oceani potrebbero spopolarsi completamente. Gli scienziati
hanno già fissato la data di esaurimento delle risorse ittiche: il
2048.
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