Fonte: Corriere della Sera
Svegliarsi
una mattina, affacciarsi dalla finestra di casa e vedere una distesa
di neve dai riflessi cangianti fra il blu e l’azzurro. È quanto è
successo agli increduli abitanti di Chelyabinsk, la cittadina russa
sugli Urali diventata famosa nel febbraio del 2013 quando a pochi
chilometri d’altezza dai suoi tetti era esploso un meteorite
che aveva illuminato il cielo a giorno. Nella Xfiles siberiana, la
vista dell’inconsueto manto nevoso colorato ha subito attirato in
strada i residenti che volevano constatare da vicino questo strano
fenomeno atmosferico. In molti, però, avvicinandosi o toccando il
manto nevoso blu hanno provato «un sapore dolce in bocca», accusato
mal di gola o sentito forte odore di ferro. L’evento, avvenuto
questa settimana, ha creato allarme fra gli abitanti per paura che si
potesse trattare di sostanze non identificate o, peggio ancora,
tossiche. Il mistero è stato risolto sabato perché le autorità
locali hanno rassicurato i concittadini sostenendo che la neve blu
non è tossica e il colore assunto deriverebbe da una «fuoriuscita
minore» di sostanze alimentari utilizzate da una fabbrica
produttrice di uova di Pasqua che ha sede nella periferia.
Eppure malgrado le
rassicurazioni nella città, nota in Russia anche come «la porta
della Siberia», rimane ancora un po’ di paura probabilmente
amplificata dall’esplosione, due anni fa, del meteorite che
illuminò a giorno Chelyabinsk grazie a una potenza, hanno spiegato
gli esperti, «20 volte superiore alla bomba atomica che ha distrutto
Hiroshima». L’evento, definito raro dagli scienziati, era stato
filmato da diversi automobilisti e le immagini avevano fatto il giro
del mondo. In 1.200 erano rimasti feriti, a causa della pioggia di
detriti e schegge di vetro create dall’onda d’urto supersonica.
In particolare, un frammento di 300 chilogrammi aveva creato una
voragine
nel vicino lago di Chebarkul, all’epoca completamente ghiacciato.
Non è la prima volta
che in Russia avvengono nevicate colorate. All’inizio di febbraio a
Saratov, cittadina sul Volga, invece dei consueti fiocchi bianchi si
erano avuti arancioni. A Omsk, sempre in Siberia, nel dicembre del
2012 per due volte il manto si era colorato di nero probabilmente a
causa dell’inquinamento atmosferico. Infine, nel 2008, tre regioni
settentrionali della Russia sperimentano neve gialla, anche
apparentemente causate da sabbia, polvere e altre particelle
trasportate dal vento dal Mediterraneo.
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