Circa un mese fa mi
sono ritrovato a far parte di un gruppo Facebook denominato “Sei di Codroipo se...”, un gruppo di utenti della stessa città come ne
sono sorti parecchi in Italia ultimamente. Vi ero stato iscritto a
mia insaputa ma non mi ero fatto troppe domande su chi mi avesse
inserito e avevo cominciato a postare commenti, finché non mi capitò
di trovare la foto di due anatre in volo sopra la Villa Manin di
Passariano. La si può vedere qui e al suo autore, Salvatore
Trapanotto, spiegai che le monogame anatre volano sempre in coppia e
se una delle due viene colpita dai cacciatori, anche la seconda è
condannata perché hanno il vizio di ritornare sempre, volando in
cerchio, sullo stesso punto da cui sono partite, prima di scegliere
la direzione definitiva di fuga. Aggiunsi che, a causa di questo
comportamento, i vigliacchi cacciatori ne approfittano per abbattere
anche il secondo individuo, dopo aver abbattuto il primo.
Al che mi
rispose un certo Sergio Chiandotto, qui in un virile atteggiamento, definendosi un cacciatore
orgoglioso di essere tale e che se fosse vero quello che avevo
scritto, avrebbe il congelatore pieno di anatre. A me sentire questi
ragionamenti fa venire l'orticaria e gli risposi per le rime usando
il termine “assassino di animali” e questo bastò, insieme alla
parola “vigliacchi”, riferita alla sua categoria d'appartenenza,
per farlo andare su tutte le furie e per sentire altri utenti
prendere le sue difese e definirmi estremista. Ci furono alcuni
scambi di opinioni tra me e lui e con altri utenti, a cui non pareva
vero di dare addosso a un dissidente rompiscatole. Io non le mando a
dire, non ho peli sulla lingua e di solito uso qualche riguardo con
gli anonimi, ma riconosco di essere aspro con – appunto – gli
assassini di animali, siano essi circensi, vivisettori, macellai o
pellicciai, come si può evincere da una delle mie risposte qui di
seguito riportate:
“Non sono un
estremista, ma siete voi degli specisti, abituati a pensare con una
logica antropocentrica. Non ho bisogno di essere rieducato, ma siete
voi che dovete fare ancora molta strada per evolvervi spiritualmente.
Quando qualcuno dice di essere contro la caccia ma di apprezzare la
lepre in salmì, significa che ragiona con lo stomaco anziché con il
cuore. Ora ho scoperto chi mi ha fatto entrare in questa pagina di
nostalgici del tempo passato. La ringrazio, ma si è visto che i
risultati sono stati disastrosi. Della serie: l'inferno è lastricato
di buone intenzioni. Voi siete di quelli che marciano a Parigi per la
libertà di espressione e poi siete i primi a richiedere la censura
per i dissidenti. Il minimo che vi posso dire è che siete degli
ipocriti, come i capi di stato che hanno finto di marciare in testa
al corteo. Io non ho avuto uno scontro con Egidio Moro, che non
conosco nemmeno, ma con un cacciatore che si sente orgoglioso di
uccidere per divertimento, cosa che di solito sono i sadici a fare.
Se mi fosse capitato il proprietario dei Gelsi, amante del circo,
sarebbe successa la stessa cosa. Idem con qualche accanito carnivoro.
O qualche patito pescatore, perché tutte queste categorie sono
criminali agli occhi delle giustizia divina, se esiste. Personalmente
non smetterò mai di dire che uccidere delle persone, anche se stiamo
parlando di persone non umane, è riprovevole. Lo dirò finché avrò
fiato in gola e se questo vuol dire essere estremisti, va bene,
allora sono un estremista. E voi cosa siete?”.
L'aver usato il “voi”,
in contrapposizione a un “noi”, ha alzato una barriera, questo lo
so, ma sul momento, poiché sono commenti scritti di getto, mi è
sembrata la forma dialettica migliore. Il grosso casino però non è
derivato tanto dallo scontro con Sergio Chiandotto, appassionato
assassino di animali, quanto per un tale Egidio Moro, qui a destra, amministratore
del sito che, evidentemente stufo di perdere un sacco di tempo a
leggere tutti i commenti e a fare da moderatore, ha preso la palla al
balzo e ha rassegnato le dimissioni, tra lo sconcerto generale
dell'utenza. L'avermi messo in minoranza, agli occhi del volgo
forcaiolo, non è stato quindi il cacciatore, che poi ho scoperto
essere anche lui membro dello staff degli amministratori, quanto
Egidio Moro che mi ha messo nella cattiva luce di responsabile delle
sue dimissioni.
Tra gli utenti delusi e arrabbiati contro di me c'è stato uno che ha definito “nefandezze” le cose che avevo scritto e un altro, Alberto Silvestri, mio ex compagno di scuola alle superiori, anche lui, come si può notare, un virile personaggio, che voleva sapere – domanda retorica – se la mia fedina penale fosse pulita o meno, tirando in ballo un reato di cui sono stato riconosciuto colpevole, accaduto nove anni fa in un paese a nord di Codroipo, del quale evidentemente ancora si ricordava. Di tale reato e delle conseguenze penali che sto per scontare dopo nove anni parlerò in un prossimo articolo. Per ora basti dire che la mia onorabilità è andata a farsi friggere molti anni fa e precisamente nel 1982, quando fui arrestato la prima volta, e l'episodio del 2006 è solo l'ultimo di una lunga serie di reati da me commessi. Che però devono aver impressionato Alberto Silvestri e anche qualche altro codroipese.
C'è da dire che dal marzo del 2006 ad oggi sono stati macellati solo in Friuli 14 miliardi di mucche, maiali, cavalli e pecore, escludendo dal conteggio i volatili da cortile, e sono stati abbattuti dai cacciatori 3,5 milioni di capi di selvaggina, ma il cattivo della storia sono io che nove anni fa ho imbrattato la vetrina di un ristorante “Al cacciatore” e ho bruciato alcuni camion per il trasporto di bestiame e salumi. Di questo, ripeto, parlerò a tempo debito. Dico ciò solo per evidenziare che nella mentalità specista di Alberto Silvestri, Sergio Chiandotto, Egidio Moro e degli altri utenti della pagina codroipese l'uccisione degli animali per sport o per alimentazione è del tutto normale, mentre è considerato fuori norma il comportamento di un animalista che brucia i camion degli aguzzini e si permette di definirli vigliacchi assassini di animali.
Tra gli utenti delusi e arrabbiati contro di me c'è stato uno che ha definito “nefandezze” le cose che avevo scritto e un altro, Alberto Silvestri, mio ex compagno di scuola alle superiori, anche lui, come si può notare, un virile personaggio, che voleva sapere – domanda retorica – se la mia fedina penale fosse pulita o meno, tirando in ballo un reato di cui sono stato riconosciuto colpevole, accaduto nove anni fa in un paese a nord di Codroipo, del quale evidentemente ancora si ricordava. Di tale reato e delle conseguenze penali che sto per scontare dopo nove anni parlerò in un prossimo articolo. Per ora basti dire che la mia onorabilità è andata a farsi friggere molti anni fa e precisamente nel 1982, quando fui arrestato la prima volta, e l'episodio del 2006 è solo l'ultimo di una lunga serie di reati da me commessi. Che però devono aver impressionato Alberto Silvestri e anche qualche altro codroipese.
C'è da dire che dal marzo del 2006 ad oggi sono stati macellati solo in Friuli 14 miliardi di mucche, maiali, cavalli e pecore, escludendo dal conteggio i volatili da cortile, e sono stati abbattuti dai cacciatori 3,5 milioni di capi di selvaggina, ma il cattivo della storia sono io che nove anni fa ho imbrattato la vetrina di un ristorante “Al cacciatore” e ho bruciato alcuni camion per il trasporto di bestiame e salumi. Di questo, ripeto, parlerò a tempo debito. Dico ciò solo per evidenziare che nella mentalità specista di Alberto Silvestri, Sergio Chiandotto, Egidio Moro e degli altri utenti della pagina codroipese l'uccisione degli animali per sport o per alimentazione è del tutto normale, mentre è considerato fuori norma il comportamento di un animalista che brucia i camion degli aguzzini e si permette di definirli vigliacchi assassini di animali.
A dispetto di ciò che
disse Adriano Sofri ad un convegno animalista a Firenze anni fa, e
cioè che stiamo vivendo in “un'epoca di pentimento”, Sergio
Chiandotto non si è pentito delle sue azioni ma se ne vanta senza
capire che così facendo incorre in quella che per gli antichi greci
era la “Hybris”, la tracotanza degli uomini che faceva
indispettire gli Dei e che era connessa con la Nemesi, la
vendetta/giustizia che dagli Dei alla fine giustamente emanava.
In questo atteggiamento da “Hybris”, Sergio Chiandotto è in buona compagnia perché di persone che commettono il male sapendo di commetterlo ed essendone orgogliose ce ne sono tante e io ne ho incontrate due: Fabrizio Belloni di cui un tempo pubblicavo articoli sul blog e il proprietario del ristorante “Ai gelsi” di Codroipo, che durante una riunione del locale M5S in cui avevo parlato delle botte prese dagli animalisti ad opera dei circensi, disse apertamente, forte del suo “giocare in casa”, che la prossima volta che sarebbe arrivato un circo in città vi sarebbe andato con tutta la famiglia, perché il circo è un'istituzione culturale che non deve morire. Io, di fronte a tanta tracotanza, stetti zitto.
In questo atteggiamento da “Hybris”, Sergio Chiandotto è in buona compagnia perché di persone che commettono il male sapendo di commetterlo ed essendone orgogliose ce ne sono tante e io ne ho incontrate due: Fabrizio Belloni di cui un tempo pubblicavo articoli sul blog e il proprietario del ristorante “Ai gelsi” di Codroipo, che durante una riunione del locale M5S in cui avevo parlato delle botte prese dagli animalisti ad opera dei circensi, disse apertamente, forte del suo “giocare in casa”, che la prossima volta che sarebbe arrivato un circo in città vi sarebbe andato con tutta la famiglia, perché il circo è un'istituzione culturale che non deve morire. Io, di fronte a tanta tracotanza, stetti zitto.
Tornando alla pagina
dei codroipesi, nei giorni seguenti allo scontro tra me e Sergio
Chiandotto alcuni utenti dissero ad Egidio Moro di non tener conto
dei maleducati, che non mancano mai su Facebook, facendo riferimento
a me ed evidentemente senza aver seguito la diatriba, mentre alcuni
altri mi chiesero di uscire dal gruppo poiché avevo violato le
regole e turbato l'armonia generale. Di fronte a questa situazione
avevo due scelte: o abbandonare il campo ignominiosamente,
ritirandomi di fronte alla marea montante dell'ostracismo, oppure
rimanere e dare prova di maturità con la consapevolezza che non
siamo fatti tutti con lo stampino e le polemiche sono connaturate con
la nostra indole di esseri umani. Scelsi la seconda opzione, benché
per natura non mi piaccia impormi, sperando che il mio atto di
rimanere nel gruppo venisse apprezzato e valorizzato almeno da quei
pochi utenti che stanno dalla parte degli animali e che pure,
in mezzo al bailamme degli improperi, non sono mancati.
Per dimostrare che avevo superato la crisi e non meditavo vendette, decisi dopo qualche giorno di pubblicare una storiella edificante che mi era capitata a Codroipo e che trattava dei difficili rapporti tra noi indigeni e gli ospiti musulmani. L'intero articolo fu subito cancellato dagli amministratori senza che mi venisse data alcuna spiegazione e lasciandomi nella condizione di doverne immaginare il perché.
Siccome si trattava di un racconto autobiografico di tipo connotativo, che raccontava di come una donna musulmana stesse per dare un calcio alla mia cagnetta, immagino che sia stato tolto perché il tema dei rapporti tra noi e i musulmani è al momento una specie di tabù. Oppure, semplicemente, perché in quella pagina si può parlare solo dei bei tempi passati, di famiglie locali e della loro storia, con la pubblicazione di foto d'epoca inerenti i cambiamenti edilizi e paesaggistici avvenuti negli anni nel nostro paese. Fatto sta che quella censura fu per me la goccia che fece traboccare il vaso. Chi non vuole non merita e se gli amministratori, tra cui il famoso assassino di animali, non apprezzavano i miei racconti, voleva dire che non li meritavano. Sembra la storia della volpe e dell'uva e forse un po' lo è, ma poiché sono loro ad avere il coltello dalla parte del manico è logico che lo utilizzino nelle vesti di chirurghi o di macellai, indifferentemente.
Così me ne andai e li mandai tutti, tranne chi mi aveva inserito nel gruppo, affanculo. Non è la prima volta che mi accorgo di essere un disadattato sociale e non sarà l'ultima in cui verrò bannato, escluso, espulso, allontanato, licenziato e tenuto ai margini, per la stessa ragione per cui a Pinocchio non piaceva sentire ciò che il grillo parlante aveva da dirgli. E questa, pertanto, non è la sindrome della volpe e dell'uva, bensì quella della grillesca voce della coscienza che rompe le scatole ai vigliacchi pinocchietti che vivono nel mondo fatato della sopraffazione e dell'ingordigia specista.
Questo non è un paese per animalisti, né per animali, e sono molti anni che, scherzando, ci lamentiamo per la distruzione delle nostre astronavi a bordo delle quali eravamo sbarcati su questo pianeta-prigione. Ci hanno confinato qui e non sappiamo neanche perché. Ci hanno lasciato su quest'isola sperduta galleggiante nello spazio profondo e non riusciamo a metterci in contatto con il resto della nostra specie, né a lanciare un S.O.S. che ci permetta di tornare dal mondo da cui siamo giunti. Qualcuno ci vuole male. Qualcuno ci sta punendo, facendoci vivere in mezzo a bestie ottuse e tracotanti. Quando cerchiamo un contatto con la massa degli indigeni ci trattano a pesci in faccia e poco ci manca che non ci infliggano un T.S.O. o che ci rinchiudano in luoghi tetri e bui come sono le loro anime. Io non sono di Codroipo, anche se ci vivo da più di mezzo secolo. Io non sono di questo mondo. Fatemi tornare a casa, vi prego!
Per dimostrare che avevo superato la crisi e non meditavo vendette, decisi dopo qualche giorno di pubblicare una storiella edificante che mi era capitata a Codroipo e che trattava dei difficili rapporti tra noi indigeni e gli ospiti musulmani. L'intero articolo fu subito cancellato dagli amministratori senza che mi venisse data alcuna spiegazione e lasciandomi nella condizione di doverne immaginare il perché.
Siccome si trattava di un racconto autobiografico di tipo connotativo, che raccontava di come una donna musulmana stesse per dare un calcio alla mia cagnetta, immagino che sia stato tolto perché il tema dei rapporti tra noi e i musulmani è al momento una specie di tabù. Oppure, semplicemente, perché in quella pagina si può parlare solo dei bei tempi passati, di famiglie locali e della loro storia, con la pubblicazione di foto d'epoca inerenti i cambiamenti edilizi e paesaggistici avvenuti negli anni nel nostro paese. Fatto sta che quella censura fu per me la goccia che fece traboccare il vaso. Chi non vuole non merita e se gli amministratori, tra cui il famoso assassino di animali, non apprezzavano i miei racconti, voleva dire che non li meritavano. Sembra la storia della volpe e dell'uva e forse un po' lo è, ma poiché sono loro ad avere il coltello dalla parte del manico è logico che lo utilizzino nelle vesti di chirurghi o di macellai, indifferentemente.
Così me ne andai e li mandai tutti, tranne chi mi aveva inserito nel gruppo, affanculo. Non è la prima volta che mi accorgo di essere un disadattato sociale e non sarà l'ultima in cui verrò bannato, escluso, espulso, allontanato, licenziato e tenuto ai margini, per la stessa ragione per cui a Pinocchio non piaceva sentire ciò che il grillo parlante aveva da dirgli. E questa, pertanto, non è la sindrome della volpe e dell'uva, bensì quella della grillesca voce della coscienza che rompe le scatole ai vigliacchi pinocchietti che vivono nel mondo fatato della sopraffazione e dell'ingordigia specista.
Questo non è un paese per animalisti, né per animali, e sono molti anni che, scherzando, ci lamentiamo per la distruzione delle nostre astronavi a bordo delle quali eravamo sbarcati su questo pianeta-prigione. Ci hanno confinato qui e non sappiamo neanche perché. Ci hanno lasciato su quest'isola sperduta galleggiante nello spazio profondo e non riusciamo a metterci in contatto con il resto della nostra specie, né a lanciare un S.O.S. che ci permetta di tornare dal mondo da cui siamo giunti. Qualcuno ci vuole male. Qualcuno ci sta punendo, facendoci vivere in mezzo a bestie ottuse e tracotanti. Quando cerchiamo un contatto con la massa degli indigeni ci trattano a pesci in faccia e poco ci manca che non ci infliggano un T.S.O. o che ci rinchiudano in luoghi tetri e bui come sono le loro anime. Io non sono di Codroipo, anche se ci vivo da più di mezzo secolo. Io non sono di questo mondo. Fatemi tornare a casa, vi prego!
grande amico mio...non sei solo su questo pianeta di matti antropofaghi...il problema e' sempre che questi pur di non essere intaccati nel loro mondo di sangue farebbere la pelle anche al loro dio se questi scendesse giu sulla terra e direbbe perche' uccidono le sue creature..(sakabato)
RispondiEliminaLa storia dell'umanità riporta i casi di molti "pazzi" che hanno osato disturbare il sonno dei cosiddetti giusti e tutti sono stati regolarmente eliminati.
EliminaC'è anche un romanzo, in quadruplice copia e che ha avuto molti imitatori come la Settimana Enigmistica, che racconta la storia di uno di essi, finito assai male.
Vi sono correnti esoteriche di pensiero che dicono appartenesse a un gruppo ristretto di maestri inviati su questo pianeta a convertire i terrestri, da civiltà più evolute.
Non so che fine abbiano fatto gli altri, ma di lui la leggenda dice che finì inchiodato mani e piedi.
Io, invece di scrivere tanto, avrei pubblicato (come fai spesso su questa tua pagina) qualche "bella" immagine di animali al macello, ammazzati dai fucili, et similia. E, se la cosa avesse dato fastidio (e l'avrebbe dato sicuramente), avrei semplicemente consigliato agli infastiditi di chiedersi il perchè lo fossero. E di darsi la risposta, come da Marzullo.
RispondiEliminaCi definiscono come pazzoidi, mentalmente insani, ma se gli metti davanti la realtà che ritrae ciò che ogni giorno portano alla bocca, masticano e ingoiano vanno su tutte le furie, chi schifato, chi scandalizzato. Pensano di essere i "normali": quanto è normale voler mangiare qualcosa la cui visione di come si ottiene ti dà il voltastomaco e ti fa star male?
Perchè se andassi con uno schermo in un ristorante e proiettassi dei video sulla macellazione degli animali sicuramente verrei allontanato malomodo? Perchè se facessi la stessa cosa con le immagini della raccolta dei fagioli o di qualsiasi altro vegetale nessuno avrebbe da ridire e magari la cosa verrebbe apprezzata?
Perchè la domenica i vari programmi bucolici tipo Melaverde mostrano gli animali al pascolo e poi direttamente sottoforma di tagli di carne già selezionati, saltando ciò che sta in mezzo?
Chi è l'insano di mente?
Di immagini truculente, ne converrai, ne pubblico tantissime. In ogni caso, i miei compaesani difficilmente leggeranno questo articolo, anche se mi piacerebbe che lo facessero.
EliminaCome hai giustamente rilevato, c'è un inganno globale nella nostra società per cui tutto ciò che precede il cibo carneo deve essere censurato, onde evitare che i buongustai abbiano la digestione rovinata.
E' per questo probabilmente, per tutte le volte che gli facciamo vedere la verità del carnivorismo, che siamo cordialmente odiati dalla gente.
Che ci vuoi fare?
Io credo che alla fine.....veritas vincit.
La mia impressione é che tu Roberto nei tuoi interventi cerchi lo scontro... quel "vigliacco" te lo potevi anche risparmiare... in fin dei conti era solo un volo d'anatre e se vogliamo anche oggetto di ammirazione... non si tratterà mica di una specie di "deformazione professionale"?
RispondiEliminaMi sa che non hai capito.
EliminaIl vigliacco non era riferito all'autore della foto, che può anche aver manifestato ammirazione per lo spettacolo in sé delle anatre in volo, ma al cacciatore che disse di essere orgoglioso di andare a caccia.
Ora, dimmi tu se un essere umano, che voglia definirsi tale, può ammazzare creature inermi con uno strumento tecnologico di alta precisione e non può essere definito, per questo, un vigliacco?
Anche con arco e frecce lo sarebbe. Forse non lo sarebbe se corresse dietro alla selvaggina con le sue gambe e la afferrasse e sbranasse con i mezzi che la natura gli ha dato: unghie e denti.