venerdì 20 febbraio 2015

Ci mancavano solo le trivelle!



Fonte: GEAPRESS

Un inizio anno davvero insolito quello in corso per il Centro Tartarughe Marine di Molfetta. Ad essere state ricoverate sono infatti ben 45 tartarughe Caretta caretta, tutte recuperate dalla marineria di Bisceglie (BT). Gli animali sono stati recuperati durante battute di pesca a strascico al largo della costa tra Bisceglie e Margherita di Savoia ad una profondità variabile tra i 50 e 70 metri. Le tartarughe, quasi tutte adulte ed aventi lunghezza del carapace oltre i 70 cm, saranno monitorate almeno per un mese per un progetto di ricerca sulla presenza nello stomaco di plastiche e microplastiche. Il progetto è stato avviato in collaborazione con l’Università la “Sapienza di Roma”. Secondo il Centro di Recupero, non  mancano però le prime curiosità: nelle deiezioni degli esemplari sono stati rinvenuti tappi di bottiglie, parti di vetro, involucri di merendine, scaglie di platica ed altro ancora. L’attività di ricerca andrà avanti per oltre un anno mentre significative risultano già le prime informazioni raccolte.

 
Per Pasquale Salvemini, del WWF e responsabile del Centro di Recupero tartarughe marine di Molfetta, questa è la conferma che il mare Adriatico è uno dei mari più inquinati (tra scarichi di liquami, presenza di plastiche e/o microplastiche, ed altri inquinanti). Non da sottovalutare inoltre il rischio in prospettiva del piano di trivellazioni petrolifere messo in campo dalla Croazia. Secondo quanto riportato nella nota del Centro di Recupero, oltre il 90 % dell’area marina croata potrebbe essere interessata da trivellazioni petrolifere coinvolgendo anche i paesi confinanti come l’Italia. Anche la Puglia, dunque,  potrebbe essere coinvolta da ulteriori ed impattanti rischi per la biodiversità marina dovuti principalmente ai fluidi di perforazione e scarti metallici.
 
Che dire? – dichiara Pasquale Salvemini - il terzo millennio, quello delle rinnovabili e della tutela dell’ambiente, non sembra essere tanto diverso dal precedente, quello in cui hanno prevalso i predoni della terra”.
Il Centro di Recupero tartarughe marine di Molfetta, che rientra nel programma NetCet (mirato non solo alla ricerca su cetacei e tartarughe ma anche nella sensibilizzazione verso questi animali),  prevede nei prossimi mesi di effettuare azioni di sensibilizzazione con i pescatori in collaborazione con le associazioni di categoria con l’obiettivo di vedere il mare non solo come una risorsa economica ma anche come grande contenitore di biodiversità. Importante in questo caso il ruolo dei pescatori che potrebbero diventare attori principali soprattutto evitando di ributtare in mare le plastiche che vengono recuperate nelle centinaia di pescate giornaliere effettuate.

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