domenica 15 febbraio 2015

Noi ci lamentiamo della Scuola Diaz



20 Febbraio 2011- Non so se ha visto cosa succede attualmente nelle piazze arabe. Il mio televisore è perennemente sintonizzato su PressTv, si trova accanto al mio computer e vedo e ascolto tutto. Appena acceso, stamattina, ecco le immagini delle ore recenti dal centro di Manama, Bahrein, dove è in atto una carneficina. Analogamente alla Piazza Tahrir in Cairo, la popolazione del Bahrein si era accampata per la notte nella piazza centrale della capitale, con l'intenzione di proseguire al mattino con le manifestazioni. 


Invece, prima dell’alba, l’esercito ha caricato a sorpresa gli addormentati nelle tende, alcuni dei quali erano presenti con bambini. Alcune tende sono state incendiate con uomini, donne e bambini all’interno. Li hanno letteralmente massacrati, sparando, picchiando, trascinandoli via, caricandoli su enormi furgoni, morti e feriti tutti ammassati l’uno sull'altro, come raccontano testimoni che sono riusciti a mettersi in salvo. All’inizio alcune ambulanze sono riuscite a raccogliere i primi feriti. Ma poi le ambulanze sono state fermate nelle grandi arterie che uscivano dalla piazza. Quei bruti delle forze dell’ordine hanno assaltato e malmenato il personale medico e gettato i feriti giù dal ponte.

I morti accertati non sono specificati al momento: sono tanti i dispersi di cui non si hanno tracce e solo pochi feriti sono riusciti a raggiungere i servizi di pronto soccorso. La piazza è stata subito circondata di filo spinato e nessuno riesce né a entrare, né a uscire. Tra gli assaltati anche giornalisti ed emittenti TV. Anche stranieri. Di molti non si hanno più notizie. Non arrivano più immagini in diretta, ma ci sono persone in collegamento telefonico con PressTv che raccontano cosa succede. E naturalmente, mentre scorrono le immagini registrate (terribili), ci sono anche i collegamenti via satellite con esperti in analisi politica sia in occidente (Londra, Berlino, Parigi) che nel medio oriente (Beirut, Damasco, Tehran). 

I collegamenti con Washington, New York, California, Chicago, avvengono la sera tardi. Le poche immagini che ci sono arrivate dell’assalto notturno sono incredibili: una vera e propria sparatoria selvaggia sulla gente in fuga. Nelle ultime ore la corrispondente di PressTv in Bahrein, Mariam al-Khawaja, diceva questo in collegamento telefonico: le ultime immagini che ha potuto vedere della piazza erano terribili: morti e feriti sparsi ovunque, nessuno poteva avvicinarli, neanche le ambulanze. Ci sono attualmente 8 grandi camion-frigo nella piazza in cui si suppone siano stati caricati i corpi delle persone uccise - e non si esclude che anche i feriti abbiano fatto quella fine. 

Non ci sono immagini attuali della Piazza e quindi non si può sapre dove siano i feriti, che sono almeno centinaia e non sono mai arrivati negli ospedali, con poche eccezioni. Un parlamentare del Bahrein, che si era dimesso recentemente, raccontava a PressTv che l'esercito del Bahrain consiste in prevalenza di mercenari addestrati nell'esercito israeliano (come succede per altri regimi arabi), e quindi i “soldati” non sentono quel “legame” con la popolazione che nel caso dell'Egitto, invece, ha impedito che l'esercito insistesse in modo eccessivo con la repressione. Bisogna aggiungere, però, che negli ultimi giorni arrivano rapporti dall'Egitto che rivelano l'enorme numero di persone che mancano all'appello. Si presume - e si spera - che siano detenuti, e che non si aggiungano ai centinaia di morti già noti. Il vero problema attualmente è l’Egitto.


Vige la Legge Marziale. C’è il coprifuoco. C’è il divieto di assembramento. Ed è stata sospesa la Legge Costituzionale per cui i “Colonnelli” hanno il via-libera per fare quello che vogliono, che è più o meno quello che fanno da decenni. Dalla padella nella brace. Per la causa araba e in particolare per la causa palestinese, l’Egitto rappresenta il fattore principale per un’eventuale risoluzione dell'egemonia coloniale israelo-americana. Adesso c’è in diretta una conferenza stampa in Bahrein. Vediamo se si riesce a capire qualcosa. L’interprete fa del suo meglio per stare dietro alla traduzione, ma gli animi sono accesi e la cosa è alquanto complicata.

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