domenica 22 febbraio 2015

L'ISIS in cerca del gesto eclatante



Testo di Eugenio Orso

Vorrei fare un ragionamento, che riguarda l’isis e i suoi punti di forza. Se un’arma irrununciabile dei tagliagole è la propaganda, è chiaro che la stessa deve fondarsi sulle vittorie (vere o presunte) ed essere alimentata da successi sul campo, anche se non strategici e decisivi. Di grande effetto sarebbe uno sbarco a Lampedusa, o Pantelleria, mettendo a ferro e fuoco, per qualche ora, o per qualche giorno, quello che è territorio di uno stato europeo e “occidentale”. Non dovrebbero impiegare tutti i loro lanzichenecchi, esponendosi così al rischio di annientamento in Africa settentrionale, perché ne basterebbero poche centinaia, per portare l’attacco a sorpresa. Anche se ricacciati in mare, avrebbero l’occasione per cantare vittoria e sostenere che hanno iniziato a occupare l’Europa crociata, colpendo direttamente, a casa loro, i miscredenti.


 L’impatto propagandistico sarebbe enorme e i costi, in termini di armamenti e mercenari persi, abbastanza limitati. Ciò seminerebbe il terrore in Italia, e in generale in Europa, e le popolazioni sotto minaccia, in forza di paura, si “sottometterebbero” volontariamente e definitivamente all’alleanza atlantica e agli usa, che sarebbero i primi ad avvantaggiarsene. L’unione europide (chiaramente guerrafondaia, nonostante il nobel per la pace) mostrerebbe la sua debolezza, questo è vero, ma sicuramente potrebbe sopravvivere all’impatto, trattandosi di un’”ancella” della nato e come la nato di uno strumento sopranazionale di dominazione elitista.
 

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