Dormire allunga la
vita. Almeno per i lemuri. Lo rivela una ricerca condotta dalla Duke
University, che spiega come il segreto della longevità di alcuni
di questi animali stia nella loro capacità di mettere il loro
corpo in una sorta di modalità ‘standby’ durante il letargo. Secondo i ricercatori,
i lemuri che vanno in letargo, non solo vivono di più, ma godono
anche di una salute migliore. Poiché
i lemuri, classificati come primati, sono più vicini all’uomo che
ai topi, questa ricerca potrebbe aiutare gli scienziati a
identificare geni anti-invecchiamento anche negli umani.
Lo studio ha
dimostrato che la durata della vita del chirogaleo dalla coda grossa
(un lemure di piccola taglia) e anche il loro invecchiamento dipende
dalla quantità di tempo passata in uno stato di torpore: gli
esemplari che vanno in letargo vivono fino a 10 anni di più delle
altre specie di dimensioni simili che non lo fanno. Gli studiosi
hanno esaminato più di 50 anni di cartelle cliniche raccolte su
centinaia di lemuri di quattro specie del Duke Lemur Center per
ricavare indizi sulla loro longevità eccezionale. L’attenzione è
stata focalizzata sul chirogaleo, una specie che in natura passa
in letargo profondo fino a sei mesi all’anno. Durante questo sonno
diminuiscono da 200 a 8 i battiti della frequenza cardiaca,
rallentano la respirazione e interrompono la regolazione della
temperatura interna, si riscaldano e si raffreddano con l’aria
esterna. Caratteristiche che metterebbero in pericolo di vita la
maggior parte dei primati, ma non i lemuri perché sono un modo per
risparmiare energia durante periodi dell’anno in cui cibo e acqua
scarseggiano. I lemuri si riproducono per più anni rispetto agli altri e
manifestano più tardi i disturbi agli occhi, frequenti in tutte le
specie. Secondo i ricercatori, il torpore potrebbe aumentare la
longevità proteggendo le cellule dai danni ossidativi provocati da
respirazione e metabolismo. Lo studio sarà pubblicato sulla rivista
Journal of Zoology.
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