lunedì 22 giugno 2015

Niente di nuovo sul fronte dell'Apocalisse


Fonte: RAI News

Cambiamento climatico, inquinamento, deforestazione ci starebbero conducendo verso una nuova fase di estinzione di massa, la sesta per il pianeta Terra. Gli umani potrebbero esser tra le prime vittime, 65 milioni di anni dopo l'evento che cancellò i dinosauri. Le affermazioni che lanciano l'allarme sui rischi che corre il nostro pianeta arrivano da studiosi di prestigiose università. La novità rispetto alle precedenti denunce degli scienziati sui pericoli provocati dall'inquinamento e dai cambiamenti climatici è che le cose si stanno mettendo male piuttosto in fretta. È quanto affermato in un articolo pubblicato sulla rivista Science Advances di Gerardo Caballos - della Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM) - e dei suoi colleghi di Stanford, Princeton e Berkeley. Lo studio cita una ricerca della Duke University pubblicata nel 2014. 

 
Per gli scienziati, i vertebrati stanno scomparendo a un ritmo 114 volte più veloce del normale. I ricercatori - sostengono - conoscono i pericoli di gridare al lupo su un argomento di tale importanza. Per cominciare, si sono limitati al gruppo più studiato di organismi viventi, i vertebrati. E hanno studiato i loro tassi storici di estinzione esaminando i reperti fossili. Il risultato è allarmante: gli attuali tassi di estinzione sono più di cento volte superiori ai periodi in cui la Terra non attraversava una fase di estinzione di massa. Dal 1900 sono scomparsi oltre 400 vertebrati. Una perdita che normalmente si verifica in 10mila anni. Esempi di specie perdute includerebbero il delfino dello Yangtze e il rospo dorato del Costa Rica. A seconda del gruppo studiato, i tassi di estinzione sono dalle 10 alle 100 volte superiori al normale. Di conseguenza si può dire che sta cominciando una sesta fase estinzione di massa. E "se questa fase continuerà al ritmo attuale, ci vorranno molti milioni di anni affinché la vita sulla Terra possa riprendere e il genere umano è destinato a scomparire molto presto", dicono gli studiosi. Secondo il professore di Stanford, Paul Ehrlich: "Il mondo è pieno di specie che sono sostanzialmente morti viventi. Stiamo segando il ramo su cui siamo seduti".
 
Tra le cause dell'estinzione, afferma lo studio, ci sono il cambiamento climatico, l'inquinamento e la deforestazione. L'effetto valanga della distruzione degli ecosistemi comporta - ad esempio - che l'impollinazione da parte delle api potrebbe sparire nel giro di tre generazioni. In passato le estinzioni sono state spesso provocate da catastrofi naturari: enormi esplosioni vulcaniche che hanno soffocato l'atmosfera e avvelenato i mari o l'impatto degli asteroidi. 

Al momento invece le estinzioni sono causate dalle azioni di una sola singola specie, l'Homo sapiens che è diventata predatrice degli oceani e sfruttatrice della terra. Come spiega su The Guardian il professore di paleobiologia alla Leicester University, Jan Zalasiewizc, la produttività degli umani si traduce in grandi aree di terreno, "iper-fecondate" anche grazie al processo Haber-Bosch" (il metodo che permette la sintesi industriale su larga scala dell'ammoniaca, principale elemento dei fertilizzanti chimici). Le colture super-alimentate sono altamente efficienti per alcuni organismi, ma sono anche alla base delle cause dell'estinzione di massa in corso di altri. Inoltre, gli esseri umani, che ora costituiscono un terzo dei vertebrati terrestri, allevano gli animali che mangiano, spingendo quelli selvatici verso il rischio di estinzione. E ancora, l'homo sapiens ha una continua 'fame di energia' e per ottenerne il più possibile per le sue macchine sfrutta le risorse del pianeta. Nonostante tutto, sostengono gli scienziati, evitare una estinzione di massa è ancora possibile, ma non abbiamo molto tempo.

5 commenti:

  1. Rispetto a noi i dinosauri , ultima specie "forte" vittima di repentina distruzione , hanno avuto almeno due vantaggi :

    non sono stati causa della loro stessa estinzione avvenuta in modo "naturale" come invece non si può dire della razza più predatoria mai apparsa sul pineta azzurro , cioè la nostra

    secondo , ma non ultimo , hanno avuto la fortuna di non avere un cervello sviluppato il che li ha salvati da uno sbattimento psichico ancora peggiore dell'estinzione stessa ; non annoverando fra le loro fila ( almeno non mi risulta) esimi scienziati , premi nobel e quant'altro che un giorno si e l'altro pure esibivano i frutti dei loro scrupolosi e attenti studi contraddicendosi in continuazione , credo abbiano vissuto il trapasso come inevitabile mutamento della vita e senza eccessivi traumi.

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    1. E che ne dici dell'idea, per me affascinante, che non si siano estinti ma abbiano fatto una specie di salto quantico cambiando dimensione e magari diventando rettiliani mutaforma?

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    2. Ipotesi affascinante , sarebbero quindi gli attuali rettiliani di cui parla David Ike? Questo potrebbe anche spiegare la "guerra" fra i primi abitanti del pianeta e gli "invasori alieni" da cui , nostro malgrado deriviamo , in quanto modificati geneticamente.
      Sta a vedere che mi tocca rivalutare i Windsor e altri detentori del vero potere sparsi per il pianeta in quanto discendenti di una razza pura e non contaminata ... in definitiva gli intrusi saremmo noi ... dico noi perchè non mi sono mai visto spuntare squame o mutamenti vari e non mi sono mai state aperte porte di stanze che contano :)

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    3. A meno che i rettiliani di Icke non vengano dalla Costellazione del Draco.....

      Che i Windsor siano rettiliani non ci credo.

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  2. @Roberto,

    la tua prima ipotesi è quella più plausibile & gettonata, la seconda PERCHE'
    ascludi che i WINDSOR siano parte della razza cosmica "R" (!?);

    sembra come è successo per gli ATLANTIDEI che anche i RETTILIANI siano divisi in FALCHI & COLOMBE, in entrambi i casi i primi sono al commando occupando i vertici del POTERE !!!

    MANDI
    SDEI/SERGIO

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