sabato 27 giugno 2015

La razza maledetta dei Rom


Fonte: Catena umana

Fili da pesca tesi da una parte all’altra delle piste d’allenamento per far inciampare i cavalli al galoppo, buche scavate durante la notte, pali metallici, chiodi e bulloni sepolti tra l’erba inglese, cani sguinzagliati alle calcagna dei purosangue e partite di calcetto improvvisate dove i fantini sfrecciano in sella a quasi settanta chilometri orari. Risultato? Incidenti in cui i fantini rischiano la vita, cavalli da decine di migliaia di euro azzoppati, e quindi destinati nella migliore delle ipotesi a dire addio alle corse, altri morti a causa delle ferite riportate. A raccontare i pessimi «rapporti di vicinato» tra il campo nomadi della Barbuta, l’insediamento  tollerato proprio lì accanto e l’ippodromo Capannelle sono gli allenatori dei cavalli, esasperati dai dispetti quotidiani subiti dai rom. Tante le denunce presentate all’autorità giudiziaria e agli uffici competenti, che fino ad oggi se ne sono lavati le mani. «Lavorare è sempre più difficile – racconta Giorgio, che su quelle piste a ridosso dell’aeroporto di Ciampino ci passa gran parte delle sue giornate -.

 
Ogni mattina, prima di uscire in pista, dobbiamo fare un giro di ricognizione insieme alla guardia giurata per verificare lo stato del terreno e delle recinzioni. Spesso però notare le trappole è difficile, almeno ad occhio nudo, e capita che i purosangue rimangano vittime di steccati spezzati o di buche create ad arte». L’ultimo gravissimo incidente risale a poco più di un mese fa: «Il 15 maggio scorso sono stato disarcionato dal cavallo inciampato su un dislivello della pista – conferma Luigi, storico allenatore di Capannelle -. Lo splendido esemplare sul quale ero in sella si è spezzato l’osso del collo ed è morto sul colpo. Quanto a me sono finito a terra circondato dai cani del vicino campo nomadi pronti ad azzannarmi. Al momento stiamo aspettando l’esito dell’autopsia per sporgere denuncia, ma fatti di questo tipo sono ormai troppo frequenti». Due anni fa, nella stessa pista, un altro cavallo morì in circostanze ancora più violente, infilzato all’ultimo palo superstite di una recinzione in legno spezzata dai vicini della Barbuta in cerca di materiale da ardere. «Le reti metalliche per dividere i campi dall’ippodromo le tagliano per rivendersele, gli steccati li fanno a pezzi per costruire pollai o alimentare i costanti falò usati per incenerire montagne di rifiuti – spiega una allenatrice -. Chiediamo tutela, attenzione. Se non per noi, almeno per i cavalli vittime di sorprese pericolose».
 

11 commenti:

  1. A mio modesto parere la soluzione per questo substrato né umano né animale lo aveva trovato il buon vecchio Adolfo.

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  2. Signor Freeanimals, si prepari per la prossima invasione di ultratroll da me voluta. La notte è buia, e sono lontano da casa, chiudete perciò porte e finestre, sta arrivando il lupo cattivo.

    Anonimo hersir che sta reclutando le legioni di einherjar destinate al Ragnarok per indire una crociata contro la tomba di newton nell'abbazia di Westminster, Londra, UK; quindi marcierà su Roma per un altro Sacco come predetto da Malachia, la città dei sette colli cadrà per mano dell'anonimo hersir e dei suoi einherjar

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  3. Signor Freeanimals, non ascolti i l'addetto al trollaggio metafisico credo che il suo sia un problema dovuto alla sua dieta composta interamente da pomodori, qualsivoglia luogo di assembramento sociale credo divenga per colui occasione di dileggio. Inoltre lei in altro luogo ha dichiarato che possiede circa 1000 lettori di cui 126 iscritti, numeri dieci volte minori del minimo richiesto per portare avanti un serio lavoro di ultratrollaggio; aggiungo poi che noi troll liberi professionisti dobbiamo procurarci per noi medesimi la strumentazione che nella quasi totalità dei casi è obsoleta, per sincerarsi di quest'ultima affermazione può tracciare in qualunque momento l'indirizzo IP.

    Anonimo steso di fianco ad un teschio disposto a formare un angolo retto con la parete occidentale di un monumento in un sito ancora sconosciuto sulla quale è raffigurato uno sparviero in picchiata su di uno sfondo rappresentante la costellazione dell'aquila, simboleggiante il concetto che vuole l'acqua come aria addensata e l'aria come acqua rarefatta secondo il principio alchemico del quid pro quo

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    1. .......la strumentazione che nella quasi totalità dei casi è obsoleta....



      Sei TROPPO forte!

      :-)

      Comunque, i lettori iscritti al momento sono 141, come puoi vedere, mentre le visite giornaliere variano da un minimo di 600 a un massimo di 1500. In rari casi sono arrivato anche a 2.000, grazie a voi troll, probabilmente.

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    2. Stai diventando nevrastenico. Un consiglio disinteressato: smetti di sniffare quelle porcherie. Stai compromettendo seriamente la tua sanità mentale.

      Anonimo sull'orlo di una crisi di nervi. Non è più Re incontrastato dei suoi amati aforismi demenziali

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  4. Egregio signor Duria aggiungo, rifacendomi ai numeri sopracitati, che sono necessari sì almeno 10000 visitatori, e però questi devono anche possedere un minimo di attività sinaptica, secondo la legge biologica che a conflitto ultimato ci sia una proliferazione batterica per ripulire le scorie. Qui invece sembra ci siano molti Franceschettiani, che si scervellano ancora sul significato del titolo "Il nome della rosa", mentre è l'ennesima citazione del professorone Eco del poema epico medievale "Roman de la rose"; ce lo vedrebbe lei, signor Freeanimals, l'Eco a meditare su immagini cosmiche per configurare i suoi organi spirituali?

    Anonimo che considera Franceschetti un azzeccagarbugli, e questo può affermarlo forte dell' aneddoto di Osho (ammirato del nostro) che recita: ho sentito parlare di un uomo molto ricco, Rothschild. Qualcuno gli chiese: "Come hai accumulato tanta ricchezza? Come sei riuscito a fare tanti soldi? Qual'era il tuo desiderio? Come sei diventato così ambizioso?". Era nato povero ed era diventato l'uomo più ricco del mondo. Rothschild rispose: "E' a causa di mia moglie. Ho fatto di tutto per accumulare più ricchezza possibile, perchè volevo capire se mia moglie si sarebbe accontentata o no. Mi sono sbagliato: lei chiedeva sempre di più. C'era una sfida tra noi, io cercavo di accumulare sempre di più e mi aspettavo di vedere arrivare un giorno in cui lei avrebbe detto: "Ora basta". Non l'ha mai detto. A causa di questa sfida, ho cominciato a guadagnare come un pazzo. Ora ho accumulato una ricchezza enorme e non so cosa farne, ma mia moglie non è ancora soddisfatta. Se un giorno voglio riposarmi, e non mi alzo all'alba, lei si presenta e dice:"Che storia è questa? Non vai in ufficio?".

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    1. Grazie per la testimonianza di come le donne in genere sono ...senza fondo e avide. Ma io lo so da anni senza bisogno che me lo ribadisca il signor "Scudo rosso".

      In quanto ai miei lettori, quelli che ho conosciuto di persona, e che mi hanno arricchito, più che seguaci del Dottor Azzeccagarbugli di Viterbo sono in qualche modo esperti di Occulto (come lo sei tu) e ciò è esattamente ciò che mi serve in questo periodo della mia vita.

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  5. Signor Freeanimals a proposito di quanto sopra esposto devo dirmi assolutamente favorevole alla poligamia islamica, infatti un assunto del pensiero islamico nel caso specifico è questo: una moglie ti dominerà, due litigheranno sempre fra loro, se sono tre due si alleeranno contro quella più carina, se invece sono quattro si metteranno d'accordo.

    Anonimo che prossimamente getterà montagne di fango su Wasp e Zret

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    1. Se le montagne di fango che getterai sui Fratelli sanremesi sono di questo simpatico tenore, dovrebbe far loro piacere.


      Almeno, a me lo farebbe.

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