Fonte: Resistenza animale
Il 4 giugno 2015 è
stato presentato al film festival di Sidney in Australia un
documentario su Tyke, l’elefantessa ribelle che, dopo aver ucciso
il suo addestratore aguzzino, fuggì dal circo e corse disperata e
furiosa in cerca della libertà per le strade di Honolulu, per
finire poi uccisa dai poliziotti con 80 colpi d’arma da fuoco. Era
il 1994. Gli autori e
coproduttori del film sono Susan Lambert e Stephen Moore. La prima è una
fotografa che ha testimoniato le lotte del movimento femminista, il
secondo è un cineasta vicino al cinema politico della fine degli
anni ’60 , dalle rivolte studentesche in poi. “In un momento in
cui l’uso degli animali per l’intrattenimento va verso la fine”
– sostengono gli autori – “eravamo interessati ad esaminare
quella certa zona grigia,
quella sorta di separazione che c’è tra i diritti degli animali e
le persone che hanno lavorato con loro e che hanno dichiarato,
anche in modo contraddittorio, di amarli”.
E se nel documentario
l’attenzione si focalizza proprio sugli abusi che Tyke ha
ripetutamente subito, dal taglio delle zanne alla coercizione in
catene, e sui molti episodi di ribellione avvenuti durante gli anni
passati in schiavitù, gli autori tengono a precisare che non si
tratta di un film propriamente “animalista”, nel senso che non fa
capo ad una campagna specifica per i diritti animali. “Non è stato facile
trovare e intervistare le persone che hanno conosciuto Tyke. Abbiamo
cercato, non senza difficoltà, di sospendere il giudizio. Allo
stesso tempo pensiamo che sia stato, in qualche modo, coraggioso da
parte dei circensi giocarsi la propria reputazione apparendo in
pubblico”.
Il documentario è
ricco di materiali inediti, in gran parte forniti dalla KGMB-TV. Si
tratta di un filmato di due ore che riprende Tyke dal momento del
trasporto nell’arena del circo alle Hawaii fino alla sua disperata
fuga e alla tragica fine. “Lo spunto ci è
stato fornito dal lavoro di alcuni appassionati avvocati che si
battono per la ridefinizione legislativa intorno al riconoscimento
dei diritti degli animali in quanto esseri senzienti e per i quali si
chiede l’estensione di quegli stessi diritti riservati agli umani.
L’elefante è uno di questi. La storia della ribellione di
Tyke contro la schiavitù, la sua intelligenza e autoconsapevolezza
ci hanno completamente coinvolti e obbligati a porci delle
domande” – dicono gli autori.
Lambert e Moore hanno
incontrato anche molti legislatori a livello locale e nazionale,
quelli che supportano l’uso degli animali selvatici nei circhi e
coloro che si battono per vietarlo o per modificare alcune leggi
sulla protezione animali. Il film, che verrà
proiettato anche a Washington in occasione del festival AFI
DOCS 2015, vedrà la presenza di Ed Stewart, co-fondatore della
Performing Animal Welfare Society e del Santuario di San Andreas in
California. Tyke, a distanza di
vent’anni, rimane il simbolo per le rivendicazioni dell’attivismo
animalista contro lo sfruttamento degli animali selvatici nei circhi
ed è tutt’ora un argomento tabù per l’industria
circense arroccata intorno ai propri segreti.
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