mercoledì 10 giugno 2015

Lo schiavismo invisibile



Il 4 giugno 2015 è stato presentato al film festival di Sidney in Australia un documentario su Tyke, l’elefantessa ribelle che, dopo aver ucciso il suo addestratore aguzzino, fuggì dal circo e corse disperata e furiosa in cerca della libertà  per le strade di Honolulu, per finire poi uccisa dai poliziotti con 80 colpi d’arma da fuoco. Era il 1994. Gli autori e coproduttori del film sono Susan Lambert e Stephen Moore. La prima è una fotografa che ha testimoniato le lotte del movimento femminista, il secondo è un cineasta vicino al cinema politico della fine degli anni ’60 , dalle rivolte studentesche in poi.In un momento in cui l’uso degli animali per l’intrattenimento va verso la fine” – sostengono gli autori – “eravamo interessati ad esaminare quella certa zona grigia, quella sorta di separazione che c’è tra i diritti degli animali e le persone che hanno lavorato con loro e che  hanno dichiarato, anche in modo contraddittorio, di amarli”.

 
E se nel documentario l’attenzione si focalizza proprio sugli abusi che Tyke ha ripetutamente subito, dal taglio delle zanne alla coercizione in catene, e sui molti episodi di ribellione avvenuti durante gli anni passati in schiavitù, gli autori tengono a precisare che non si tratta di un film propriamente “animalista”, nel senso che non fa capo  ad una campagna specifica per i diritti animali.Non è stato facile trovare e intervistare le persone che hanno conosciuto Tyke. Abbiamo cercato, non senza difficoltà, di sospendere il giudizio. Allo stesso tempo pensiamo che sia stato, in qualche modo, coraggioso da parte dei circensi giocarsi la propria reputazione apparendo in pubblico”.
 
Il documentario è ricco di materiali inediti, in gran parte forniti dalla KGMB-TV. Si tratta di un filmato di due ore che riprende Tyke dal momento del trasporto nell’arena del circo alle Hawaii fino alla sua disperata fuga e alla tragica fine.  “Lo spunto ci è stato fornito dal lavoro di alcuni appassionati avvocati che si battono per la ridefinizione legislativa intorno al riconoscimento dei diritti degli animali in quanto esseri senzienti e per i quali si chiede l’estensione di quegli stessi diritti riservati agli umani.  L’elefante è uno di questi. La storia della ribellione di Tyke contro la schiavitù, la sua intelligenza e autoconsapevolezza ci hanno completamente coinvolti  e obbligati a porci delle domande” – dicono gli autori.
 
Lambert e Moore hanno incontrato anche molti legislatori a livello locale e nazionale, quelli che supportano l’uso degli animali selvatici nei circhi e coloro che si battono per vietarlo o per modificare alcune leggi sulla protezione animali. Il film, che verrà proiettato anche a Washington in occasione del festival AFI DOCS 2015, vedrà la presenza di Ed Stewart, co-fondatore della Performing Animal Welfare Society e del Santuario di San Andreas in California. Tyke, a distanza di vent’anni, rimane il simbolo per le rivendicazioni dell’attivismo animalista contro lo sfruttamento degli animali selvatici nei circhi ed è tutt’ora un argomento  tabù   per l’industria circense arroccata intorno ai propri segreti.

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