sabato 20 giugno 2015

Uno degli uomini più stupidi e osannati della Terra



A Città del Messico non l’hanno voluto, ma Palermo si prepara ad accoglierlo. Il re dell’azionismo viennese, Hermann Nitsch farà tappa a luglio, con una mostra e un concerto, nello spazio Zac dei Cantieri culturali alla Zisa. Complice della sua presenza in Sicilia, l’assessore alla Cultura, Andrea Cusumano, che ha lavorato a stretto contatto con l’artista, collaborando con lui per oltre vent’anni.

 
Ma i palermitani saranno pronti ad applaudirlo? Le performance di Nitsch non scorrono via senza lasciare traccia. Il suo Orgien Mysterien Theatre (Teatro delle Orge e dei Misteri), sin dalla metà degli anni Sessanta, ha portato in scena riti parareligiosi, squartando animali davanti ad un pubblico di “adepti” e imbrattando con le loro viscere i partecipanti all’azione. Nitsch, rievocando le orge dionisiache, attraverso la “sacralità” del gesto efferato, vorrebbe scuotere le coscienze per raggiungere una sorta di catarsi e purificazione. Nei “riti” vittime sacrificali sono sempre animali prelevati dai macelli, quindi già destinati a morte certa, poi cucinati e mangiati dopo le “cerimonie”. Lo scorso febbraio una petizione ha portato il Museo Jumex di Città del Messico a cancellare clamorosamente la mostra già prevista in calendario. Adesso c’è chi vorrebbe fare lo stesso anche a Palermo, dove la personale di Nitsch, “Das Orgien Mysterien Theater”, sarà allestita, dal 10 luglio al 20 settembre, con una quarantina di enormi tele e fotografie che ritraggono le sue “azioni”. Una petizione lanciata poche ore fa ha già raccolto 2500 firme che sembrano destinate ad aumentare nelle prossime ore, dato il clamore che la cosa sta suscitando sui social network.
 
Nitsch – si legge nel testo della petizione – si difende affermando che nelle sue performance impiega soltanto carcasse di animali già morti, macellati nella sua fattoria. Ma forse bisognerebbe ricordargli la ‘Dichiarazione universale dei diritti degli animali’ dell’Unesco del 1978”, dove è scritto, tra l’altro, che “nessun animale deve essere usato per il divertimento dell’uomo”, che “ogni atto che comporti l’uccisione di un animale senza necessità è un biocidio, cioè un delitto contro la vita” e che “le scene di violenza di cui animali sono vittime devono essere proibite a meno che non abbiano come fine di mostrare un attentato ai diritti dell’animale”.

Il dibatto sui social è acceso. C’è chi difende l’artista austriaco, condannando la censura e giudicando “mistificatoria e grottesca” la petizione, c’è chi, invece, lo attacca considerando le sue opere veri e propri atti criminali, senza alcun valore di “arte” che possa giustificarli. Al di là dell’eterna polemica che questo tipo di performance suscita, Nitsch ha spiegato che il punto di partenza della sua arte è sempre stato il teatro, e in particolare la tragedia greca, “ma nel mio teatro – dice l’artista – non c’è finzione, tutto avviene realmente”. Forse sta qui l’equivoco: un teatro senza finzione non esiste. A maggior ragione, la violenza catartica del dramma antico avveniva di nascosto, lontano dagli occhi del pubblico. Delitto e sacrificio si consumavano dietro la scena e per questo “nascondersi” erano ancora più forti. Lo spettatore greco viveva la tragedia attraverso il racconto, consapevole di stare assistendo ad una rappresentazione, ma non per questo meno violenta della vita vera. Quello di Nitsch, dunque, non potrà mai essere teatro, ma resterà sempre simulazione, più o meno riuscita, di un rito immerso nella contemporaneità.
 

2 commenti:

  1. cose inguardabli de sade al confronto era una mammoletta
    pare giuliano ferrara iN biancatA....chi si somiglia si piglia ah ah ah
    pensate quante salsicce ci verrebbero con i due...da distribuire gratis ai magnacadaveri...efferata pure io...chi guarda gli zoppi...
    La strega di In bianco neve

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    1. Nemmeno nel peggiore manicomio criminale succedono quelle cose.

      Quello che è insopportabile è che la chiamano arte.

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