Io non ne vado fiero!

Avevo in mente un articolo drastico sulla sudditanza genetica dei friulani verso il Potere, ma poi ho pensato che farei la figura di quegli ebrei che odiano se stessi, dal momento che io stesso sono friulano, benché non abituato a parlare la specifica lingua. Ma una cosa la devo dire. Tolti i molti pregi, tra cui la famosa triade “Salds, onests, lavoradors”, c’è un aspetto della mia gente che non mi piace per nulla ed è riassunto in poche frasi. Alpini, Frecce Tricolori, Udinese Calcio e grigliate di carne il fine settimana. Vogliamo aggiungere anche l’uccellagione? Ecco, i primi quattro elementi citati incarnano l’aspetto esteriore, l'anima, dei friulani, che storicamente si sono sempre sottomessi al padrone di turno. Il quale, oggidì, concede/impone la base aerea di Rivolto come fosse un giocattolo di cui andare orgogliosi, mentre rappresenta non un fiore all’occhiello, ma una macchina mangia-soldi ai danni dei contribuenti. Ai friulani viene detto che devono andare orgogliosi di ospitare tale aeroporto e i friulani dicono di sì, muovendo la testa come quei cagnetti di plastica che si mettevano una volta sulla cappelliera delle macchine.

L’Udinese Calcio, fa parte della più grande arma di distrazione di massa, il Campionato, ma per fortuna è un settore di nicchia e ci sono anche bravi friulani che quella, e altre squadre di calcio, la snobbano del tutto.

Le grigliate. Tutti i sabati sera e le domeniche, quell’odore dolciastro di bruciaticcio mi entra in casa dalle finestre poiché ho un ristorante proprio di fronte a casa mia. Immagino che il barbecue sia pratica corrente anche presso i giardini privati e temo che sia una moda, importata dagli Stati Uniti, che vada espandendosi. La sanguinaria pratica è così diffusa che perfino quando i Verdi ottenevano quella che a loro pareva una vittoria elettorale, non trovavano niente di meglio per festeggiarla se non andando a fare una grigliata al Tagliamento. I Verdi sono scomparsi, ma le grigliate no. Come i friulani sono orgogliosi delle Frecce Tricolori, così forse sono orgogliosi anche del CRO di Aviano, specializzato in oncologia, senza riuscire a vedere la correlazione tra carne e cancro, nello stesso modo in cui non vedono la correlazione tra vaccini e morti improvvise.

E infine, gli alpini. Di cui sta per manifestarsi l’apoteosi con gruppi di loro già arrivati a Udine da altre città italiane. Viene citato spesso il terremoto del 1976, con frasi del tipo: “Se non c’erano gli alpini, a dare una mano...”. E’ vero, non esistendo ancora una Protezione Civile, nessuno nega che in quell’occasione abbiano dato una grossa mano in modo volontaristico e altruistico. Ma anche qui bisogna fare attenzione alle manipolazioni dialettiche. Vi ricordate quando ci dicevano: “Ci sono i morti, ci sono i morti!”, riferendosi a ciò che accadeva negli ospedali di Bergamo? Ecco, focalizzarsi su un unico elemento, trascurando il contesto generale, è un modo per nascondere la verità, facendo ragionamenti fuorvianti. Che gli alpini siano intervenuti nei casi di calamità va a loro onore, ma non bisogna perdere di vista la visione d’insieme. Sono un corpo militare, inquadrato in una gerarchia dove qualche individuo comanda sugli altri. Quando il Fascismo li mandò in Grecia o in Russia, ubbidirono, con le conseguenze che tutti conosciamo e, se tanto mi dà tanto, se per ipotesi la borgatara Meloni li mandasse nuovamente in Russia, contro Putin, loro obbedirebbero. E questo non va bene per niente! Il vero coraggio non è andare ad ammazzare altri militari in giro per il mondo, ma è la Disobbedienza, e non mi pare che negli ultimi tre anni gli alpini abbiano disobbedito agli ordini di un Conte, di un Draghi, di uno Speranza, né tanto meno di un generale Figliuolo. Al momento, è la Sinistra, e nella fattispecie le femministe, che sta attuando un flebile attacco all’istituzione degli alpini, aumentando il divario ideologico tra Destra e Sinistra. 

Di me, tutto si può dire tranne che io sia femminista, ma vedere quegli uomini irregimentati, inquadrati, sfilare per le strade di Udine e sentire che il pubblico astante va in visibilio, fa uno strano effetto. Mi mette a disagio. Così come sfilano ordinatamente, su ordine dei loro “superiori”, potrebbero marciare contro il nemico in modo altrettanto ordinato. E allora, dove finirebbe l’orgoglio degli astanti? La patria, nel senso di comunità, non può essere difesa a momenti alternati, e deve essere difesa anche quando il nemico è interno, rappresentato da ministri, sottosegretari e parlamentari in genere. Spesso è proprio da lì, dai vertici delle istituzioni, che viene il pericolo. Ma gli alpini, in tali occasioni, si trasformerebbero in carnefici della propria gente. Non dimentichiamolo!