venerdì 26 maggio 2023

Qualcuno ha preso la mia fototrappola per un albergo!

Dopo la vespetta solitaria che il 23 maggio scorso è andata a costruire tre capsule di fango, ciascuna contenente una sua larva, passando attraverso il buchino di drenaggio dell’umidità, che trovasi nella parte inferiore dell’apparecchio, ecco ora alcune formiche che hanno trasportato le loro larve nel vano della macchina fotografica, passando per lo stesso pertugio. Poiché non sono un mirmecologo e nel mondo finora sono state classificate 12.574 specie, di cui 257 solo quelle italiane, non mi azzardo a dire di che formiche si tratti. Gli ho solo dato il tempo di andarsene, una volta aperto lo sportellino della fototrappola. 


Questa “invadenza” formichesca, mi ricorda che nel 1991 stetti una decina di giorni in una stanza di albergo in India, che si affacciava sul mare, ma quando arrivò il momento di andarsene, sollevai lo zaino che avevo appoggiato a terra in un angolo della stanza e...vi trovai un formicaio! C’erano uova, larve e adulti. Questi ultimi, colti all’improvviso da quella che dal loro punto di vista era una catastrofe biblica, si misero a correre come matti in tutte le direzioni, prendendo fra le mandibole uova e larve e cercando di metterle al sicuro. Dal mio punto di vista, non sapevano da che parte andare, ma siccome nel giro di pochi minuti il loro numero già era scemato, vuol dire che un piano di evacuazione ce l’avevano, al di là della confusione iniziale.


Anche queste piccole nere formiche friulane, in pochi secondi erano già sparite, ma in questo caso erano solo una decina di individui, non un formicaio intero. Soffiando per spostare le ultime ritardatarie, le tre capsule di fango sono venute via, ma non si sono frantumate, per cui le ho raccolte delicatamente e portate in laboratorio, a casa. Col tempo, in teoria, dovrebbero aprirsi, così da darmi il modo di capire di che imenotteri si tratta. Piazzare fototrappole nei boschi è un’avventura, ovvero posso dire di avere un apparecchio...”multitasking”!

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