Fonte: Biologicamente
Nel 1829 muore il reverendo Francis Henry, nonché conte di Bridgewater, e dona 8000 sterline per finanziare la stesura di una serie di scritti. Questi scritti hanno il compito di dimostrare la bontà di dio nella creazione. William Buckland è un geologo commissionato a scrivere uno dei nove trattati finanziati dal reverendo. Il problema è che questo geologo comincia a porsi delle domande abbastanza sensate e piuttosto problematiche: ma se dio è così buono, perché ci sono animali che uccidono altri animali? Perché siamo circondati da sangue, predazioni e sofferenze? Il geologo si risponde da solo, anche con una certa soddisfazione: la morte delle prede è rapida e quindi non troppo dolorosa. Grazie ai predatori, le prede evitano malattie e altre problematiche fisiche causate dalla senilità. In più, i predatori controllano il numero di prede, in modo che la densità di popolazione delle prede non sia maggiore del cibo per loro disponibile. Diciamo che la prima parte del suo ragionamento sembra un po' una paraculata: dio ha permesso la predazione così le prede evitano di invecchiare e di soffrire. E chi ti dice che le prede siano così entusiaste di essere sbranate prima della pensione? La tesi del geologo, comunque, sembra abbastanza convincente, ma non troppo. In natura succedono fatti molto più "scabrosi" e "raccapriccianti" rispetto alla predazione.
I teologi naturali contemporanei di Buckland rimangono un po' interdetti dal ciclo biologico di un gruppo di imenotteri parassitoidi, gli Icneumonidi. Conosciuti come "vespe parassite", gli Icneumonidi si dividono in endoparassitoidi ed ectoparassitoidi. Gli icneumonidi endoparassitoidi forano un punto preciso del corpo dell'ospite con un ovopositore, un tubicino sottile che si estende dalla punta dell'addome dell'insetto e con il quale depongono le uova. Queste uova raggiungono l'interno dell'ospite, ad esempio un bruco. Quando queste uova si schiudono, le larve cominciano a mangiare il bruco dall'interno. Pezzo dopo pezzo, un boccone dopo l'altro, scavando tra i tessuti del bruchi, mordendo, tranciando, strappando. Gli icneumonidi ectoparassitoidi, invece, depongono le uova direttamente sul corpo dell'ospite. Poiché l'ospite potrebbe disfarsi delle uova attraverso la muta o con altri movimenti del corpo, mamma icneumonide, generalmente, lo paralizza iniettando composti chimici che bloccano le contrazioni muscolari. Quando l'uovo si schiude, la larva affonda le mandibole nei tessuti dell'ospite e inizia così a consumare il suo pasto, con calma, senza rischi.
E non finisce mica qui. Le larve che si sviluppano all'interno del bruco non mangiano tutto ciò che trovano, ma sono estremamente selettivi. Dato che un bruco morto e in putrefazione non avrebbe più alcuna utilità al fine di garantire la crescita del suo coinquilino, la larva mangia prima i depositi di grasso e gli organi digestivi, lasciando intatti il sistema circolatorio e le parti che costituiscono il sistema nervoso. In poche parole, il bruco rimane vivo mentre viene divorato dall'interno. Nel momento in cui la larva smette di accumulare i nutrienti necessari, uccide l'ospite e, in alcuni casi, utilizza la sua carcassa per costruire il suo bozzolo e completare il suo sviluppo. Bene, risulta abbastanza evidente che queste strategie evolutive fanculizzano efficacemente la tesi del dio buono e perfetto che ha creato una natura con una morale, una natura in grado di insegnarci ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Nel caso degli Icneumonidi, la fine dell'ospite è tutt'altro che rapida, così come potrebbe accadere in un evento di predazione (anche se, nella predazione non è che la morte della preda sia sempre così veloce e indolore). Sotto la nostra visione antropocentrica, qui assistiamo a una vera e propria "agonia", molto simile all'antica tortura inglese della trazione per punire il tradimento, il cui scopo era quello di provocare il massimo tormento possibile mantenendo la vittima viva e cosciente.
I teologi naturali hanno cercato di conciliare le abitudini di questi imenotteri con la bontà di dio, soffermandosi sui danni che alcuni bruchi causano alla vegetazione; pertanto, la "creazione" di questi imenotteri altro non è che la rappresentazione massima della benevolenza di dio, un dio che ha posto un freno naturale alla proliferazione eccessiva di questi bruchi. Ma questi sono argomenti che fanno acqua da tutte le parti, dato che dio avrebbe potuto trovare altri sistemi per rendere la vita di questi bruchi meno movimentata. La spiegazione più logica a tutta questa faccenda è che la natura non ha una morale. Non c'è nessuna intenzionalità superiore, nessun fine ultimo. La natura non cerca di insegnarci un bel niente, non contiene messaggi morali formulati in termini umani. La natura non è crudele, non è benevola: la natura è semplicemente come ci appare.
Me: Trovate oggi, all'interno della mia foto trappola, tre capsule contenenti ciascuna un uovo di quelle vespe solitarie conosciute come "Vespa cartonaia" (in basso a sinistra). Non so che specie sia, ma deve essere di piccole dimensioni, perché è passata attraverso il buchino di drenaggio dell'umidità della foto trappola. Immagino che ogni uovo di vespa abbia la..."merenda", cioè un bruco paralizzato, pronto per servire da cibo quando dall'uovo uscirà la larva della vespetta. Non le ho rimosse, perché penso che non mi danneggeranno l'apparecchio.
Concordo in pieno.
RispondiEliminaI teologi possono provare ad arrampicarsi sugli specchi, ma i biologi sanno tutto benissimo.
Ed il grande evoluzionista Richard Dawkins ha espresso il concetto in modo impeccabile:
https://ilfenotipoconsapevole.blogspot.com/2012/05/siamo-nati-per-soffrire.html
Siamo nati per soffrire.
EliminaSe si parte dal concetto che Dio per definizione è Responsabile di avere creato tutto e quindi anche il male, allora avete ragione ma magari cio che chiamiamo Dio non è onnipotente onnisciente etc etc
RispondiEliminaCitazione:
RispondiElimina"qualcuno vive a spese di un altro"
Gli zingari rubano e vivono a spese dei derubati.
Siccome il reato che commettono non viene punito, anche il mio reato di reazione, ovvero i colpi di arma da fuoco che invio al loro indirizzo mentre mi stanno derubando, non dovrebbe, per simmetria, essere punito.
Questo ovviamente non si può fare, significherebbe un ritorno alla legge del Far West, ovvero alla legge della giungla.
Dunque, che fare? - si chiedeva Lenin...
Lei freeanimals e'un provocatore
RispondiEliminaMi mette sto dagherrotipo che mi ricorda Benjamin disraeli
Poi di lamenta se ho sempre sta razza (maledetta insulsa che dio li stramaledica tutti) nella testa
E meglio che vada a dare una sgambata dal varano
Il...dagherrotipo mostra il pastore protestante Francis Henry.
EliminaChe c'è di strano?