martedì 3 settembre 2024

Per lasciare il lavoro ci vogliono le spalle coperte!


Testo di La Botanica - Angela Tognolini

Ho una novità da raccontare: a inizio anno ho deciso di lasciare il lavoro. Perché? Come? Il succo si riassume in due parole: l’ho fatto per coltivare il sogno di scrivere, stare con la mia famiglia e vivere in linea con il mio tempo lento. In un certo senso, per essere finalmente La Botanica a tempo pieno. Ma perché mi preme raccontarlo? Beh, perché i social sono pieni delle storie di chi lascia il lavoro per seguire i propri sogni, spesso condite con la retorica del "se vuoi, puoi!". La verità è che di solito chi lascia il lavoro, proprio come me, ha delle fortune: ha potuto mettere via i risparmi per anni, ha avuto il tempo di costruirsi una nuova professione, può contare sul supporto economico della famiglia. Insomma, lasciare il lavoro è una questione di privilegio. E i privilegi non si creano solo volendolo. D’altra parte, lasciare il lavoro è anche questione di scelta. Perché, a meno di non essere davvero ricchi, comporta sempre delle rinunce. Per me significa vivere con meno. Rinunciare ai viaggi in posti lontani, non comprare abiti e oggetti costosi, non cambiare macchina, rimandare alcuni lavori a casa, non andare fuori a cena. E ancora: mangiare più vegetale, riparare ciò che si rompe, usare il mio tempo per coltivare e autoprodurre.


Molte di queste scelte non mi pesano. Le trovo in linea con la sostenibilità, virtuose, adatte a me. Altre pesano invece, e portano con sé qualche rimpianto. Ma va bene così. Va bene così ed è importante dire che lasciare il lavoro e vivere con meno è un privilegio ed è anche una scelta. I privilegi che ho non dipendono da me, non li ho guadagnati né meritati. Ma con i privilegi che ho posso decidere dove voglio andare, lasciandomi alle spalle una società che ci chiede di produrre sempre di più, di avere sempre di più, di non accontentarsi mai, di non accettare mai di calare. Con quello che ho, insomma, posso scegliere la mia direzione. E se questa direzione fa vivere meglio me, la mia famiglia e tutta la terra, allora è una direzione che ha un grande valore. Ecco qui: sarà un viaggio lungo, lento, e penso che ci saranno paure ma anche meraviglie. Se vi va, fatemi l'in bocca al lupo!

4 commenti:

  1. << lasciandomi alle spalle una società che ci chiede di produrre sempre di più, di avere sempre di più, di non accontentarsi mai, di non accettare mai di calare. >>

    Non è la società che ci chiede queste cose, ma siamo noi stessi.
    Se tu ne sei immune sei una persona davvero privilegiata.
    Complimenti e auguri.

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    1. Lei e il suo compagno sono andati da poco a vivere in montagna, dedicandosi all'orticoltura.

      Siccome anch'io sto facendo la stessa cosa, pur essendo rimasto a vivere in pianura, so a quali difficoltà andranno incontro. E a quali fallimenti.

      Per esempio, avendo trapiantato cespi di lattuga, ho scoperto pochi giorni fa che non mi devo difendere solo dalle lumache, ma anche dai passeri.

      Quegli stessi passeri che accorrono in massa alla mia mangiatoia per abbuffarsi di semi e pane.

      Ingrati!

      Ho però spostato i vasi con l'insalata e per adesso sembra abbiano smesso di beccarne le foglie.

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  2. Spesso, a volte, alcuni genitori hanno avuto il buon gusto di lasciare una "base" ai figli..... Tutto diventa più facile. Anche fare gli alternativi.

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    1. Pur essendo nato in una famiglia piccolo borghese (padre maestro elementare, madre casalinga) devo riconoscere di essere stato molto fortunato nella vita da ribelle, che ho vissuto.

      Spero di aver fatto qualcosa di utile per gli animali, i cui diritti sono stati lo scopo della mia esistenza.

      Anche oggi, in età pensionistica, ma senza pensione, le cose non mi stanno andando troppo male.

      Sarò mica nato...con la camicia?

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