Il
segretario di stato USA, John Kerry, per dimostrare che l’attacco chimico
sarebbe avvenuto in Siria per opera delle truppe di Assad, ha prodotto una
vecchia foto di 10 anni prima, il 23 maggio del 2003, presa durante la guerra
in Iraq da un fotografo italiano, Marco Di Lauro. La foto mostra un
gruppo di cadaveri che furono trovati a Al Musayyib e che furono
trasportati all’interno di una scuola di Bagdad dove si vede un bambino che
salta tra i corpi avvolti nei teli bianchi.
Questa
fotografia è stata presentata dal segretario di stato USA
Kerry alla stampa per dimostrare l’avvenuto attacco con armi chimiche in
Siria, in realtà non è stata scattata in questo paese ma si
riferisce alle vittime della guerra di aggressione fatta dagli USA dieci
anni prima in Iraq.
La
stessa fotografia è stata utilizzata anche dalla TV britannica BBC ma era stata
utilizzata già prima per illustrare il massacro di Houla in Siria che era
avvenuto nel maggio dell’anno passato.
Questa
foto risulta essere stata utilizzata anche dalla TV Al-Jazeera per
documentare un reportage sulla strage di civili avvenuta a Deir Baalbeh, nella
provincia di Homs in Siria.
Una
volta ancora e senza alcuno scrupolo il governo degli USA ed i media
occidentali ricorrono alle menzogne ed all’inganno per manipolare
l’opinione pubblica e per giustificare le sue aggressioni, in questo caso
contro il popolo della Siria.
Da
notare che nella “fabbricazione” dei falsi si distinguono in particolare
la rete USA CNN, con montature create in studio di falsi teatri di
guerra, la BBC, Al Jazeera ed Al Arabyia (le TV finanziate dalle petromonarchie
del Golfo), in Italia: Repubblica, Il Corriere della Sera e La Stampa, Le reti
RAI ed in particolare RAI 3 che riprende sistematicamente tutti i falsi e li
argomenta come “prove inoppugnabili”.
Tutto
questo fa parte della guerra di propaganda mediatica che accompagna ogni
campagna di aggressione contro nazioni sovrane predisposta dagli USA e dai suoi
alleati ove si segue uno schema caratteristico: prima fase nel denunciare
l’utilizzo di armi di “distruzione di massa” (nel caso dell’Iraq di saddam
Hussein), “genocidi di massa” prodotti da un sanguinario dittatore (Gheddafi,
nel caso della guerra contro la Libia), adesso in Siria l’uso di armi chimiche
da parte del regime di Al Assad, senza considerare le prove che
inchiodano le milizie ribelli armate e finanziate da USA ed Arabia
Saudita.
Nella
seconda fase demonizzare come il “nuovo Hitler” il dittatore di turno che
il governo USA si accinge a “punire” per le sue malefatte, un “pericolo per il
mondo intero”; la terza fase è quella dell’intervento che secondo gli USA
sarebbe “limitato ma risolutivo” in realtà in alcuni casi (Iraq e Afghanistan)
dura ancora oggi dopo 12 anni con destabilizzazione completa dei paesi e
centinaia di migliaia di vittime civili (danni collaterali).
Quasi
superfluo sottolineare che, nonostante le massicce campagne di propaganda, la
credibilità ed il prestigio del governo USA mai come oggi sono caduti
così in basso e nel mondo ci si chiede, oggi tocca alla Siria, vedremo
come andrà a finire ma quale nazione sarà poi il prossimo
obiettivo?
Si
potrebbe prevedere il prossimo intervento USA guardando bene la caratteristica
comune dei paesi che diventano “target” nel mirino del Pentagono: deve
trattarsi di “paesi canaglia”, secondo la terminologia della loro propaganda ma
sicuramente c’è un altro elemento in comune che è quello di essere paesi
che non aderiscono al circuito della finanza internazionale e non sono quindi
paesi che utilizzano i “generosi” finanziamenti del FMI e della Banca Mondiale
e di altre entità finanziarie, paesi che hanno una propria banca centrale che
emette moneta di Stato ed a volte non ammettono le grandi multinazionali (come
Esso, Chevron, BP) nello sfruttamento delle loro risorse e si
rifiutano persino di utilizzare il dollaro come moneta di scambio. Sarà forse
questa una semplice coincidenza?
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