martedì 10 settembre 2013

Tre poteri, un'unica Massoneria

 
Fonte: L’Officina

Testo di Paolo Danieli


Quando i costituenti inserirono l'immunità parlamentare nella Carta fondamentale della Repubblica non lo fecero per favorire questo o quel disonesto che avrebbe potuto essere eletto fra i quasi mille parlamentari che ogni cinque anni avrebbero dovuto essere scelti dal popolo sovrano. Lo fecero per tutelare la separazione dei poteri sancita dalla Costituzione. La costruzione data alla Repubblica si regge infatti su tre pilastri corrispondenti ad altrettanti poteri: quello legislativo (Parlamento), quello esecutivo (Governo) e quello giudiziario (Magistratura). In particolare come era sancita l'indipendenza del potere giudiziario da quello politico, allo stesso modo era stata istituita l'immunità per impedire che la Magistratura potesse influire sul potere legislativo o su quello esecutivo. Niente di strano.


Dopo il terremoto di tangentopoli, sull'ondata dell'indignazione popolare per gli abusi e le ruberie di  cui si erano resi responsabili numerosi parlamentari, il Parlamento la abolì di fatto. In quel momento pareva la cosa più giusta e, confesso, anch'io votai come tutti. Oggi però, alla luce di quanto sta succedendo, al di là della fattispecie del caso Berlusconi, si verifica una pesante interferenza del potere giudiziario su quello politico. E' infatti di tutta evidenza che le decisioni prese dai giudici in assoluta indipendenza vanno ad influire in maniera determinante sul quadro politico. E questo non è concepibile alla luce dei principi costituzionali.

Non vogliamo entrare nel merito della vicenda giudiziaria in sé. Non ci interessa. Quello che ci interessa è la dilatazione di un potere a scapito di un altro, da cui ineluttabilmente deriva uno squilibrio che mina la stabilità stessa delle istituzioni.

Entro alcune settimane Berlusconi perderà la sua libertà personale in seguito alla nota sentenza. Quello che più meraviglia non è tanto l'accanimento giudiziario nei suoi confronti o la forzatura per rendere retroattiva la legge Severino e quindi cacciarlo via dal Senato. Quello che lascia allibiti è che Berlusconi in tanti anni di governo non abbia fatto la cosa più semplice: ripristinare l'immunità parlamentare.

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