Fonte:
Messaggero Veneto
MONTENARS.
Sull’altare, accanto a crocifisso e messale, un cestino per gatti da cui
proviene un insistente miagolio, poco più in là la gabbia contenente un
coniglietto bianconero e due vasetti di vetro portati dai bambini: sotto il
coperchio in uno si intravvede un moscerino, nell’altro un numero imprecisato
di insetti di colore verde che a uno sguardo più attento si riveleranno cimici
della soia.
E’ con
questa insolita compagnia - alla quale si è aggiunta via via una miriade di
bestiole - che don Dino Pezzetta, parroco di Montenars, ieri ha celebrato, per
il quarto anno consecutivo, la messa dedicata agli animali nella ricorrenza di
San Francesco d’Assisi.
Il
sagrato della chiesa di Sant’Elena, un posto che più adatto allo scopo non
potrebbe essere - ha visto arrivare alla spicciolata, condotti dai loro
proprietari, cani di ogni razza, gatti racchiusi nei trasportini, vaschette con
tartarughe, qualche canarino infreddolito.
Ma
a catturare l’attenzione sono stati gli animali più grandi, quelli che per un
pomeriggio hanno lasciato la stalla per salire fin lassù sotto il Cuarnan, dove
la chiesa ricostruita si affaccia su una specie di balcone verso la pianura, su
prato verdissimo, luogo ideale per accogliere tutti in un rito che sa di festa
di campagna, dove la semplicità francescana è la parola d’ordine.
E
così arrivano due cavalli del vicino agriturismo, la mucca e due vitelli di
Ennio, l’allevatore. E ancora gli asinelli e le pecore, ai quali è riservato l’angolo
sotto gli alberi. E alla compagnia si aggiunge un tacchino portato sottobraccio
dal suo proprietario.
Davanti
all’altare, accanto a galline e conigli, si radunano i bambini, tra cestini di
frutta e di fieno che saranno distribuiti dopo l’offertorio. E’ una messa
dedicata a loro, alle creature che San Francesco ci insegnò ad amare, e più in
generale alla natura , «che il Signore ha voluto bella e buona e contro la
quale noi commettiamo troppi peccati» ha detto don Dino, che ha anche chiesto a
Dio di «farci fare pace con tutte le sue creature», non senza dimenticare i
conflitti nel mondo e la tragedia di Lampedusa «quei morti per l’insensibilità
nostra e di tutto il consorzio internazionale» ha ricordato il sacerdote.
Ma
è una messa assolutamente unica quella che si celebra a Montenars, e ieri se ne
è avuta riprova. La gente lo sa e anche ieri è accorsa numerosa, e ogni nuovo
arrivato a quattrozampe è stato accolto con curiosità dai bambini entusiasti ma
anche dagli adulti. Don Dino sa che non ci si può formalizzare troppo e così la
sua messa è scivolata via veloce mentre i più piccoli si rincorrevano, le
preghiere venivano coperte dall’abbaiare dei cani, dal raglio di un asino, dal
miagolio dei gatti e dalle voci dei bimbi.
Non
c’è stata neppure l’omelia, perché l’ottobre è già fresco e il tardo pomeriggio
sotto i monti si fa sentire, ma ai cuori di tutti è giunto quel messaggio di
pace e di amore per il Creato che don Dino chiede di testimoniare, anche con
il piccolo gesto che anche ieri si è ripetuto allo scambio del segno di pace,
con l a zampa del proprio fedele amico stretta in un gesto di affetto, in una
promessa di amore reciproco che non può conoscere tradimento.
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