venerdì 6 febbraio 2015

Il rullo compressore che schiaccia gli ambientalisti



È stato ucciso a colpi di fucile l’uno settembre, insieme ad altri 3 uomini, Edwin Chota, il più popolare attivista peruviano che lottava contro il disboscamento della Foresta Amazzonica e il traffico di droga nei suoi fiumi. L’indigeno era un personaggio molto conosciuto in Perù, un eroe per gli ambientalisti che, in quanto avvocato, lottava anche legalmente contro la corruzione nel suo paese che favoriva i taglialegna, fornendo loro permessi per abbattere alberi e sostituirli con terreni agricoli. Nel paese sono partite le indagini per individuare i responsabili. L’indios Ashaninka, proveniente da una piccola comunità indigena che vive nell’Alto Tamaya, una zona al confine tra Brasile e Perù, aveva iniziato un viaggio con altri 3 attivisti, Jorge Rìos Perez, Leoncio Quinticima Mendez e Francisco Pinedo, attraverso l’immensa area boscosa che avvolge quei territori per raggiungere, in Brasile, altre comunità che combattono contro il disboscamento dell’area. Chota amava la foresta dove era nato e cresciuto e aveva dedicato tutta la sua vita alla salvaguardia di quelle terre. I 4 uomini si sono incontrati con gli altri attivisti brasiliani ma, sulla via del ritorno, si sono imbattuti in un gruppo di persone, probabilmente taglialegna o trafficanti di droga, che li hanno uccisi a colpi di fucile.

Le mogli dei 4 uomini, saputo della loro morte, hanno iniziato un viaggio di 3 giorni all’inteno della foresta, fino alla città di Pucallapa, per chiedere giustizia. Risposta immediata da parte del viceministro per gli Affari Culturali peruviano, Patricia Balbuena, che ha assicurato l’apertura di un’indagine per individuare i responsabili di questo omicidio plurimo.

Chota e i suoi compagni erano dei combattenti solitari, questo perché mai hanno potuto contare su un vero appoggio da parte delle istituzioni. Quelle stesse istituzioni che hanno sottovalutato le numerose minacce di morte ricevute dal leader indigeno e per questo, oggi, vengono attaccate duramente dall’opinione pubblica peruviana. Quelle istituzioni che l’indio aveva combattuto anche dal punto di vista legale, lui che, avvocato, non accettava la corruzione che favoriva i taglialegna dell’Amazzonia e i narcos; e che aveva trasformato la sua amata foresta in un via vai di trafficanti e di uomini armati di motosega.
Il suo attivismo doveva fare i conti con un nuovo incremento dell’attività di disboscamento che, tra il 2012 e il 2013, ha conosciuto un nuovo picco. Per questo suo impegno civile e ambientalista era stato spesso paragonato a Chico Mendes, il sindacalista brasiliano che combatteva contro la deforestazione del polmone verde del Sud America e che venne ucciso, a soli 44 anni, per mano di uomini armati dalla mafia dei taglialegna.


7 commenti:

  1. La legge non impedisce i crimini.

    Ogni stato ha leggi diverse.

    I giuristi giustificano la loro esistenza vomitando brocardi.

    A scuola raccontano che senza leggi sarebbe il caos.

    La facoltà di giurisprudenza è la più gettonata.

    La legge non impedisce i crimini.

    Ogni stato ha leggi diverse.

    Anonimo che con passo cadenzato andante controcorrente, risplenderà come mille soli

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    1. In effetti, dopo che ci fu dato il quinto comandamento (Non uccidere), ci siamo messi a uccidere sul serio.

      Tuttavia, la passione umana per l'omicidio non è condizionata dall'esistenza delle leggi codificate.

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  2. Le leggi de l'uomini ed i suoi apologeti (e non dico chi solo per posizione le idea ma in ugual misura fra quei ad esse sottoposti che le ritiene cosa necessaria e trascendente) dovrebbero essere le prime già presenti su carta usate come materia prima per i falò nella notte di epifania; le elucubrazoni dei secondi trascritte su carta igienica la quale dovrà poi espletare le sue vivaci funzioni.

    Anonimo dal pugno di ferro

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    1. Forse il problema nasce dal fatto che ci sono due ordini di leggi: quelle della natura e quelle dello spirito, affatto coincidenti e conciliabili.

      E' da questa dicotomia che nasce la schizofrenia e il crimine.

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  3. Questo Anonimo che ogni tanto appare mi ricorda in alcune forme lessicali un arguto commentatore che frequentava fino a qualche mese fa il tuo blog.
    Ma non può trattarsi di lui in quanto si mostrava sprezzante nei confronti di chi si presentava in forma , appunto , anonima. Ciò non toglie che questo anonimo con le sue dissacranti tesi colga spesso nel segno.

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    1. Ho escluso fin dall'inizio Giorgio Andretta, che è un tipo troppo orgoglioso per ritornare sui suoi passi, come il generale Custer in una scena del film "Piccolo grande uomo", con Dustin Hoffman.

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  4. Simpatico l'anonimo... mi piace la citazione "risplenderà come mille soli" ed anche l'altro commento in linguaggio un po medievale "le leggi de l'uomini..."

    Paese che vai legge che trovi.... qualcosa vorrà pur dire, no? Vuol dire che le leggi le hanno inventate gli uomini e non portano niente di buono se non al potere del momento.... basta guardarsi intorno... poi periodicamente il potere e/o questi uomini (?) non sapendo (o forse sapendolo) più come raccappezzarsi, fanno scoppiare le guerre... ma chissà se anche stavolta finirà così o se si giocherà a carte scoperte così da sapere chi é il vero nemico su cui puntare lo sguardo.

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