È stato ucciso a
colpi di fucile l’uno settembre, insieme ad altri 3 uomini, Edwin
Chota, il più popolare
attivista peruviano che lottava contro il disboscamento
della Foresta Amazzonica
e il traffico di droga
nei suoi fiumi. L’indigeno era un personaggio molto conosciuto in
Perù,
un eroe per gli ambientalisti che, in quanto avvocato, lottava anche
legalmente contro la corruzione nel suo paese che favoriva i
taglialegna,
fornendo loro permessi per abbattere alberi e sostituirli con terreni
agricoli. Nel paese sono partite le indagini per individuare i
responsabili. L’indios Ashaninka,
proveniente da una piccola comunità indigena che vive nell’Alto
Tamaya, una zona al
confine tra Brasile
e Perù,
aveva iniziato un viaggio con altri 3 attivisti, Jorge
Rìos Perez, Leoncio
Quinticima Mendez e
Francisco Pinedo,
attraverso l’immensa area boscosa che avvolge quei territori per
raggiungere, in Brasile, altre comunità che combattono contro il
disboscamento dell’area. Chota amava la foresta dove era nato e
cresciuto e aveva dedicato tutta la sua vita alla salvaguardia di
quelle terre. I 4 uomini si sono incontrati con gli altri attivisti
brasiliani ma, sulla via del ritorno, si sono imbattuti in un gruppo
di persone, probabilmente taglialegna o trafficanti di droga, che li
hanno uccisi a colpi di fucile.
Le mogli dei 4 uomini,
saputo della loro morte, hanno iniziato un viaggio di 3 giorni
all’inteno della foresta, fino alla città di Pucallapa,
per chiedere giustizia. Risposta immediata da parte del viceministro
per gli Affari Culturali peruviano, Patricia
Balbuena, che ha
assicurato l’apertura di un’indagine per individuare i
responsabili di questo omicidio plurimo.
Chota e i suoi
compagni erano dei combattenti solitari, questo perché mai hanno
potuto contare su un vero appoggio da parte delle istituzioni. Quelle
stesse istituzioni che hanno sottovalutato le numerose minacce di
morte ricevute dal leader indigeno e per questo, oggi, vengono
attaccate duramente dall’opinione pubblica peruviana. Quelle
istituzioni che l’indio aveva combattuto anche dal punto di vista
legale, lui che, avvocato, non accettava la corruzione che favoriva i
taglialegna dell’Amazzonia e i narcos; e che aveva trasformato la
sua amata foresta in un via vai di trafficanti e di uomini armati di
motosega.
Il suo attivismo
doveva fare i conti con un nuovo incremento dell’attività di
disboscamento che, tra il 2012 e il 2013, ha conosciuto un nuovo
picco. Per questo suo impegno civile e ambientalista era stato spesso
paragonato a Chico Mendes,
il sindacalista brasiliano che combatteva contro la deforestazione
del polmone verde del Sud America e che venne ucciso, a soli 44 anni,
per mano di uomini armati dalla mafia dei taglialegna.
La legge non impedisce i crimini.
RispondiEliminaOgni stato ha leggi diverse.
I giuristi giustificano la loro esistenza vomitando brocardi.
A scuola raccontano che senza leggi sarebbe il caos.
La facoltà di giurisprudenza è la più gettonata.
La legge non impedisce i crimini.
Ogni stato ha leggi diverse.
Anonimo che con passo cadenzato andante controcorrente, risplenderà come mille soli
In effetti, dopo che ci fu dato il quinto comandamento (Non uccidere), ci siamo messi a uccidere sul serio.
EliminaTuttavia, la passione umana per l'omicidio non è condizionata dall'esistenza delle leggi codificate.
Le leggi de l'uomini ed i suoi apologeti (e non dico chi solo per posizione le idea ma in ugual misura fra quei ad esse sottoposti che le ritiene cosa necessaria e trascendente) dovrebbero essere le prime già presenti su carta usate come materia prima per i falò nella notte di epifania; le elucubrazoni dei secondi trascritte su carta igienica la quale dovrà poi espletare le sue vivaci funzioni.
RispondiEliminaAnonimo dal pugno di ferro
Forse il problema nasce dal fatto che ci sono due ordini di leggi: quelle della natura e quelle dello spirito, affatto coincidenti e conciliabili.
EliminaE' da questa dicotomia che nasce la schizofrenia e il crimine.
Questo Anonimo che ogni tanto appare mi ricorda in alcune forme lessicali un arguto commentatore che frequentava fino a qualche mese fa il tuo blog.
RispondiEliminaMa non può trattarsi di lui in quanto si mostrava sprezzante nei confronti di chi si presentava in forma , appunto , anonima. Ciò non toglie che questo anonimo con le sue dissacranti tesi colga spesso nel segno.
Ho escluso fin dall'inizio Giorgio Andretta, che è un tipo troppo orgoglioso per ritornare sui suoi passi, come il generale Custer in una scena del film "Piccolo grande uomo", con Dustin Hoffman.
EliminaSimpatico l'anonimo... mi piace la citazione "risplenderà come mille soli" ed anche l'altro commento in linguaggio un po medievale "le leggi de l'uomini..."
RispondiEliminaPaese che vai legge che trovi.... qualcosa vorrà pur dire, no? Vuol dire che le leggi le hanno inventate gli uomini e non portano niente di buono se non al potere del momento.... basta guardarsi intorno... poi periodicamente il potere e/o questi uomini (?) non sapendo (o forse sapendolo) più come raccappezzarsi, fanno scoppiare le guerre... ma chissà se anche stavolta finirà così o se si giocherà a carte scoperte così da sapere chi é il vero nemico su cui puntare lo sguardo.