Testo di Alessandro Di
Liegro
Gabi Mann è una
bambina speciale. Ogni giorno nutre degli uccellini nel giardino
della sua casa di Seattle, e loro la ricompensano con dei piccoli
regali. Tutto comincia nel 2011 quando Gabi, che allora aveva quattro
anni, era tornata da un viaggio in auto con i genitori. Scesa
dalla macchina le cade dalle mani una pepita di pollo che stava
mangiando. Un corvo in picchiata si precipita a dare un morso al
tozzo di cibo, fermandosi poi a guardarla, attendendo di poter dare
un altro morso.
Con il passare degli anni Gabi ha iniziato a
dar da mangiare regolarmente agli uccelli nel suo giardino,
costruendo delle piccole uccelliere nelle quali ripone il cibo. Per
ringraziarla, i volatili hanno preso a portarle dei piccoli regali,
che Gabi ha iniziato a collezionare e riporre in una scatola che è
ora diventato il suo tesoro più prezioso. Da piccoli orecchini a
bottoni, da spillette a biglie, una piccola lampadina, una pietra,
una vita, una graffetta. Tutto è catalogato con data e giorno del
regalo e gelosamente custodito anche dalle grinfie del fratellino più
piccolo al quale ripete di continuo «Non toccare», per poi
abbracciarlo e ridere insieme. L'oggetto a cui tiene di più è una
perlina a forma di cuore: «Me l'hanno portata perché mi amano»,
dice la piccola.
Alla madre di Gabi, Lisa, non importa che i corvi praticamente consumino la la maggior parte della merenda che lei
confeziona: «Mi fa piacere che lei impari ad amare gli animali e che
abbia voglia di condividere». Ogni giorno riempiono di acqua
fresca una vaschetta e ricoprono di mangime e noccioline un piccolo
contenitore, per poi chiamare a voce alta i corvi appollaiati sui
cavi del telefono sopra la loro casa. Dopo qualche giorno i corvi
hanno iniziato a ricompensare gli sforzi della bambina. Dopo aver
mangiato tutto il contenuto delle vaschette posizionano un regalo al
suo interno. Un giorno le lasciarono una targhetta con su scritto
“migliore”: «Non so se hanno conservato loro la parte in cui è
scritto “amica”» ride Gabi, divertita dal pensiero di un corvo
con un braccialetto.
John Marzluff, professore di botanica all'università di Washington, ha studiato il rapporto dei corvi con gli esseri umani, prendendo a esempio il caso di Gabi. Insieme al suo collega Mark Miller, ha scoperto che i corvi hanno una relazione molto forte con le persone che le nutrono: «È sicuramente una comunicazione a doppia via quella che intercorre, capiscono i segnali l'uno dell'altro». Gli uccelli comunicano attraverso il modo in cui volano, come camminano e dove siedono. Gli umani imparano il loro linguaggio e i corvi, allo stesso tempo, i comportamenti e la postura di chi li nutre.
John Marzluff, professore di botanica all'università di Washington, ha studiato il rapporto dei corvi con gli esseri umani, prendendo a esempio il caso di Gabi. Insieme al suo collega Mark Miller, ha scoperto che i corvi hanno una relazione molto forte con le persone che le nutrono: «È sicuramente una comunicazione a doppia via quella che intercorre, capiscono i segnali l'uno dell'altro». Gli uccelli comunicano attraverso il modo in cui volano, come camminano e dove siedono. Gli umani imparano il loro linguaggio e i corvi, allo stesso tempo, i comportamenti e la postura di chi li nutre.
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