lunedì 11 luglio 2016

Una mosca bianca, anzi nera



Paolo Diop, nero di origini senegalesi militante in Sovranità: “Gli africani mi minacciano di morte e mi considerano un nero di Serie B, non è giusto che nessuno se ne interessi”, dice a Radio Cusano Campus. Paolo Diop, militante di CasaPound di origini senegalesi, è intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio. Paolo Diop, nero, di origini africane, racconta di essere minacciato da altri africani: “Mi chiamano negro da cortile, come se fossi diventato servo del padrone. Ci sono dei senegalesi e degli africani che mi minacciano di morte. Stavolta si sono arrabbiati perché ho detto che alcuni africani speculano sull’immigrazione


Io ho detto che bisogna vedere non sempre come nemico il bianco, ma anche sé stessi, perché penso che il peggior nemico dell’africano sia sempre l’africano, che sfrutta la gente che scappa dalla guerra, la carica su dei barconi condannando nell’80% dei casi questi disperati a morire in mare. Gli africani che vengono in Italia non possono avere un futuro, le risorse sono finite. Mi scrivono che mi vengono a prendere, che mi ammazzano, ogni giorno ricevo minacce. Pensano che io sia un traditore, in quanto nero e di origini africane. Poi succedono cose come quella che è successa a Fermo, come la tragedia in cui questo ragazzo nigeriano è stato ucciso e la stampa si esalta con la solita ipocrisia, perché il giorno prima sempre a Fermo degli africani avevano attaccato degli italiani. La violenza non va mai giustificata, ma se la gente non si sente tutelata a livello di sicurezza è normale che l’esaltato cerchi di farsi giustizia da sé. Se sei il nero che sta dalla parte giusta vieni subito pubblicizzato e la stampa dice poverino, se sei un nero come me che invece sta con CasaPound e viene picchiato e minacciato, nessuno se ne interessa. Io non posso essere un nero di Serie B".


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