lunedì 3 ottobre 2016

Dissetarsi in Madagascar


Fra tutte le bevande strane che ho assaggiato in Madagascar, la più strana è senz'altro il succo di prezzemolo. Giravamo per il mercato di Sabotsy, ad Antsirabe, quando ci siamo imbattuti in un ragazzo che trasportava un grosso recipiente contenente un liquido dal colore verde intenso.
Tina mi chiese se volevo assaggiare il succo di prezzemolo e me lo chiese come se fosse la cosa più naturale di questo mondo. Sorvolando sull'igiene dei bicchierini usati allo scopo, accettai: era gradevole, considerato che con il caldo dei tropici qualsiasi bevanda fredda lo è. A Tulear, ottimi sono i succhi di mango, di tamarindo e di cocco, che è cosa diversa, quest'ultima, dal latte contenuto nelle noci vendute per strada. Tenuti in frigo, i succhi di tamarindo, cocco e mango sono una delizia per il palato. Ma anche quelli venduti nei chioschi sono sufficientemente freschi.



Rimane sempre il problema, se li si beve per strada, dei microbi sul bordo dei bicchieri utilizzati da centinaia di persone, poiché i titolari della bancarella si limitano a dar loro una semplice sciacquata in un secchio, senza detersivo. Ma, come si può dedurre, sono sopravvissuto, sennò non sarei qui a raccontarlo. Ad Antananarivo - ma anni fa mi era capitato anche a Tulear - ho trovato questo signore che estraeva il succo della canna da zucchero direttamente dai fusti della pianta. Lo faceva con una speciale pressa ad azionamento manuale, sistemata su un tavolino. Inserendo un segmento di canna da zucchero da un lato del rullo, il segmento esce dall'altro lato schiacciato, finendo in un sacco di juta, mentre il liquido viene raccolto in un recipiente sottostante. In questo caso io e Tina non ne abbiamo approfittato, ma ricordo che anni fa a Tulear il succo di canna da zucchero era dolcissimo, com'è naturale che sia per una pianta con quel nome. 

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