Fra tutte le bevande strane che ho
assaggiato in Madagascar, la più strana è senz'altro il succo di
prezzemolo. Giravamo per il mercato di Sabotsy, ad
Antsirabe, quando ci siamo imbattuti in un ragazzo che trasportava un
grosso recipiente contenente un liquido dal colore verde
intenso.
Tina mi chiese se volevo assaggiare il
succo di prezzemolo e me lo chiese come se fosse la cosa più naturale di questo mondo. Sorvolando sull'igiene dei bicchierini
usati allo scopo, accettai: era gradevole, considerato che con il
caldo dei tropici qualsiasi bevanda fredda lo è. A Tulear, ottimi sono i succhi di
mango, di tamarindo e di cocco, che è cosa diversa, quest'ultima,
dal latte contenuto nelle noci vendute per strada. Tenuti in frigo, i succhi di tamarindo,
cocco e mango sono una delizia per il palato. Ma anche quelli venduti
nei chioschi sono sufficientemente freschi.
Rimane sempre il problema, se li si
beve per strada, dei microbi sul bordo dei bicchieri utilizzati da
centinaia di persone, poiché i titolari della bancarella si
limitano a dar loro una semplice sciacquata in un secchio, senza detersivo. Ma, come si può dedurre, sono
sopravvissuto, sennò non sarei qui a raccontarlo. Ad Antananarivo - ma anni fa mi era
capitato anche a Tulear - ho trovato questo signore che estraeva il
succo della canna da zucchero direttamente dai fusti della pianta. Lo faceva con una speciale pressa ad
azionamento manuale, sistemata su un tavolino. Inserendo un segmento di canna da
zucchero da un lato del rullo, il segmento esce dall'altro lato
schiacciato, finendo in un sacco di juta, mentre il liquido viene raccolto in un
recipiente sottostante. In questo caso io e Tina non ne abbiamo
approfittato, ma ricordo che anni fa a Tulear il succo di canna da
zucchero era dolcissimo, com'è naturale che sia per una pianta
con quel nome.
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