Testo di Simona De Robertis
A Piazza Pulita hanno
mandato in onda la mia intervista. Un'intervista che non avevo
autorizzato, dopo che avevo saputo della Retata in "modalità
Iene" al mio carissimo amico Matteo Penzo.
Mi era stata
promessa una trasmissione finalmente pulita (non è forse il
nome/prerogativa del programma?), con tanti interlocutori diversi e
competenti nelle varie discipline. Ciò che invece è stato lo hanno
visto tutti gli spettatori del ridicolo dibattito: tre sostenitori
della medicina ufficiale (fra cui un giornalista, l'alter ego di
Veronesi e - udite udite - Marina Ripa di Meana) e la bravissima
dottoressa Brandi (Metodo Di Bella), che non ha mai potuto parlare
serenamente.
Com'è stata introdotta la mia intervista? "La
triste storia di Simona, una donna che preferisce lasciarsi morire
piuttosto che fare la chemioterapia". Io la cambierei invece
con: "La difficile storia di Simona, una donna che preferisce
tentare percorsi di cura diversi, perché ha studiato e alla
chemioterapia non crede".
Mancano molti passaggi significativi
dell'intervista, ovviamente. Il fine era quello di farmi passare per
una persona folle, che si cura con integratori ridicoli e preferisce
suicidarsi pur di evitare la caduta dei capelli e la sopportazione di
farmaci salvavita. E, chiaramente, la mia sopravvivenza è stata
imputata a quelle due chemioterapie iniziali, che si sa benissimo che
da un punto di vista scientifico contano come il due di picche.
Quando Andrea Casadio mi ha intervistata e mi ha chiesto: "Tu
pensi che la chemio sia un veleno?", io ho risposto: "Non
sono io a dirlo. Lo sanno tutti".
E poi: "Cosa consigli
alle persone che ti chiedono come curarsi?", io ho risposto: "Di
studiare e di scegliere la cura in cui credono. Qualsiasi essa
sia".
Se una donna aderisce ai protocolli ospedalieri e
guarisce, io sono FELICE. Ma in queste trasmissioni manca sempre la
voce di chi invece non ce l'ha fatta. Persone che hanno aderito a
tutto il percorso ospedaliero offerto e sono morte in preda ad atroci
sofferenze. A volte, addirittura durante le infusioni.
Le testimoni
della validità della chemio, guarda caso, erano le stesse che sono
state intervistate nel programma Le Iene, che ha visto coinvolta
Eleonora Brigliadori. La donna che invece è intervenuta perché
guarita col Metodo Di Bella (seguita dalla dottoressa Brandi), è
stata pressoché snobbata.
Il vantaggio personale che vedo in
questa intervista è che forse, finalmente, tutti coloro che mi
accusano di essere "malata per finta e per lucro"
cominceranno a lasciarmi in pace e convoglieranno le loro energie in
qualcosa di meglio. Qualcosa di utile e costruttivo socialmente,
magari.
Tengo comunque a precisare che io non offro sostegno
psicologico ai malati di cancro. Io sono una Counselor Transazionale
e soltanto una piccola parte delle persone che sono venute da me
hanno portato questo tema. A loro offro la possibilità di
ascoltarsi, per scegliere la cura in cui credono. Qualsiasi essa sia.
E non impongo mai il mio punto di vista, perché ritengo che ognuno
abbia diritto ad essere sostenuto nel suo.
Io non credo ai
conflitti, ai "contro" e alle separazioni. Credo nel
sostegno, negli abbracci, nel nido che ti accoglie mentre tutto ti
precipita addosso e non sai più da che parte voltarti. E ti senti
sola. Sola perché soltanto chi ci passa può davvero capirti.
Io
vedo Dio in chiunque. Anche in coloro che mi hanno fatta soffrire e
mi perseguitano, puntando il dito su una storia che è soltanto mia.
Avrei certamente potuto affrontarla da solista, senza espormi e senza
condividerla. Ma non è nel mio carattere. Io sono quella che cerca
di trasformare la spazzatura in oro. Anche contro ogni evidenza.
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