Testo di Paolo Sensini
La formula del "successo" di
Renzi è facile da descrivere: rottamazione declamatoria della
"vecchia" politica, retorica giovanilista ma con piglio
deciso, e vagonate d'illusioni su un futuro immaginifico. Tanto non
costa nulla raccontare frottole televisive e la resa è quasi sempre
assicurata. La realtà, dopo quasi 3 anni di ribalta del fattucchiere
di Rignano sull'Arno, è simile a uno scenario da dopoguerra:
tassazione alle stelle, burocrazia sempre più asfissiante,
disoccupazione di massa, imprese produttive che boccheggiano, debito
pubblico da record, città sempre più degradate e immigrazione
afro-asiatica in aumento esponenziale.
Lo scenario è da guerra
civile, ma a combattere è solo il blocco governativo-burocratico e
il suo vasto caravanserraglio contro quella che un tempo si sarebbe
chiamata "società civile". Che ormai di civile ha ben poco. I giovani scappano via a centinaia di migliaia ogni anno e
sul campo rimangono gli anziani che, fino a quando riescono a
trascinarsi fino alla cabina elettorale, vengono tacitati a suon di
mancette e regalie varie. In attesa del ricambio, ci sono milioni
d'immigrati a cui presto verrà regalato il "diritto di voto"
e la cittadinanza, così l'ambaradan potrà ancora continuare senza
intoppi. Ma non bisogna disperare. Come scrisse Tomasi di Lampedusa:
"Finché c'è morte c'è speranza".
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