martedì 8 ottobre 2013

Un campo profughi chiamato Lampedusa

Hanno acchiappato due cagnolini, li hanno scuoiati e fatti arrosto! Poi, entrano nelle case e nei bar e si servono da soli arraffando ciò che trovano. I carabinieri arrivano dopo mezz'ora, quando gli immigrati sono già scappati e si capisce che con seimila di loro non riescono a star dietro a tutto. Una donna chiede se il governo italiano vuole che i lampedusani se ne vadano, per lasciare l'intera isola ai cosiddetti profughi. Se il governo gli dice di andarsene, lo faranno, basta pagare! Al di là del paradosso, va registrata una situazione insostenibile che mostra l'impossibilità di integrazione tra autoctoni da una parte e persone più o meno disperate dall'altra, composte per la maggior parte di persone tranquille e rispettose, ma che sono destinate a vivere da parassiti, insieme a una minoranza di loro che non si fa scrupoli a delinquere, ché tanto sanno di non correre il rischio di avere mani e piedi amputati come prevede la Sharia. Siamo in Italia, il paese del Papa che, in nome di Gesù, accoglie a braccia aperte i nostri fratelli meno fortunati. Il cui unico torto è quello d'essere stati beneficiari della nostra "esportazione di democrazia".

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