La tribù dei Piedi
Neri si chiamava così perché indossava mocassini scuri che, a detta
degli osservatori dell'epoca, era la loro caratteristica saliente. La
tribù dei Mangiacarne si chiama così perché si nutre contronatura,
giacché, a detta di noi animalisti osservatori, è la loro
caratteristica saliente. Gli indiani Piedi Neri divennero una
minoranza perché gli europei invasori non smisero mai di
appropriarsi delle loro terre, mentre i contronatura Mangiacarne sono
la maggioranza da sempre, avendo fatto di questo Pianeta il loro
territorio, e ad essere in minoranza sono gli altri, gli animalisti
che mantengono un'alimentazione secondo natura. Poiché il numero è
potenza, difficilmente i Mangiacarne si estingueranno come è
successo ai Piedi Neri e gli animalisti dovranno rassegnarsi a
rimanere minoranza, com'è avvenuto nel corso di tutta la storia
umana. Anzi, possono pure ringraziare gli Dei carnivori dei
Mangiacarne se non vengono eliminati fisicamente e magari anche
mangiati, già che ci siamo.
Il pasticciaccio
brutto si deve secondo me all'arrivo di squadre di astronauti
migliaia di anni fa, che videro uno scimmiotto vegetariano bazzicare
tra savane e foreste e decisero di trasformarlo in qualcosa d'altro,
iniettandogli un po' del loro DNA alieno. A partire da quel momento
nacque il senso del Bene e del Male, che prima l'Homo erectus non
aveva. Con un ingombrante DNA alieno in corpo, la nuova creatura si
pose problemi di natura morale, nello stesso momento in cui scoprì
che una morale esisteva. Quasi istantaneamente scoprì però che c'è
una certa soddisfazione, non disgiunta da un certo piacere, nel
violare quelle stesse norme che pure sentiva dentro di sé, come Kant
si sarebbe accorto migliaia di anni dopo.
Nacque così, in un
colpo solo, la vittima e il suo carnefice, lo schiavo e il suo
padrone, il guerriero e il pacifista, il monaco e il commerciante,
l'agricoltore e l'allevatore, insieme a mille altre specializzazioni,
tutti accomunati dal crearsi proprie, personali e peculiari norme
etiche. E questo è avvenuto a causa del cattivo esempio che gli
antichi astronauti, subito percepiti come divinità a causa della
strepitosa tecnologia di cui disponevano, diedero ai nostri antenati.
I quali, non del tutto privi d'intelligenza, si accorsero che erano
stati creati per servire i nuovi padroni, che spesso non erano per
nulla teneri con loro. Se gli Dei lo fanno con noi, perché noi non
possiamo farlo agli altri? Così, di comune accordo, le società che
si formavano moltiplicandosi conigliescamente, come dice l'attuale
Papa, decisero di basare le proprie norme di convivenza sui rapporti
di forza e le prime vittime furono gli animali. Nimrod, secondo la
Bibbia, fu grande cacciatore di uomini e animali, ma lo stesso
Nimrod, secondo le tavolette sumere e con altro nome, era uno degli
astronauti giunti sulla Terra e ivi stabilitisi nostro malgrado.
Imitare un Dio è
quanto di più desiderabile ci possa essere, secondo molti umani del
tempo di ieri e del tempo di oggi, con la differenza che quelli di
ieri lo sapevano, mentre i moderni lo fanno per forza d'inerzia.
Poiché non sei in grado di difenderti, ti prevarico, fu la norma non
scritta su cui si basarono tutti i codici penali e civili
dell'umanità. E ciò valeva continuativamente nei confronti degli
animali, in tempi di apparente pace, e saltuariamente nei confronti
degli altri esseri umani in tempi di guerra. Dal macellare bovini si
è passati, quando lo decidevano i discendenti degli Dei, al
macellare i nemici in battaglia, senza mai smettere, da una parte e
dall'altra del fronte, di macellare i bovini. Lo dice anche Milan
Kundera: “Il diritto di uccidere un cervo o una mucca è l'unica
cosa sulla quale l'intera umanità sia fraternamente concorde, anche
nel corso delle guerre più sanguinose”.
Benché siano delle
brave persone, mi fanno ridere pacifisti e spiritualisti, che mentre
ricercano un mondo più giusto i primi e uno più spirituale i
secondi, si riempiono la bocca e lo stomaco di cadaveri animali, né
più né meno di come fanno gli altri, gli ottenebrati Mangiacarne
che hanno infestato questo Pianeta. Mi fanno ridere queste due
categorie di persone per bene, ma mi fanno anche rabbia quando
riescono a trovare mille stupide giustificazioni per non smettere di
nutrirsi di carne, esattamente come fanno gli altri, i morti a cui si
riferiva Gesù quando disse: “Lascia che i morti seppelliscano i
loro morti”. Sono davvero abili, pacifisti e spiritualisti (e
aggiungerei anche la categoria degli ambientalisti), quando si
sforzano di trovare scuse fantasiose per non dover rinunciare al
gusto del cibo divino, la carne arrosto che tanto piaceva a Jahwé.
“Polenta e osei cibo degli Dei”, dice uno slogan degli
appassionati di selvaggina, detto per inciso.
Fatta questa doverosa
premessa, alcuni di noi si sono chiesti e altri si chiederanno in
futuro, come fare per invertire il macabro e suicida andazzo che
vediamo dispiegarsi sotto i nostri occhi tra questa necrofila
umanità. Posto che a nessuno piace sentirsi dire che una cosa è
così e basta, che per certi problemi non c'è soluzione e che la
rassegnazione a volte è l'unica via d'uscita, il dilemma su come
fare a cambiare le cose potrebbe essere già stato risolto
radicalmente dallo stesso autore citato prima. Egli infatti, nello
stesso romanzo, scrive: “La scelta era: o dare spettacolo oppure
non fare nulla. Ci sono situazioni nelle quali le persone sono
condannate a dare spettacolo. La lotta contro un potere silenzioso è
la lotta di una compagnia teatrale che ha assalito un esercito”.
Anche se Milan Kundera
non aveva in mente gli animalisti quando scrisse questa frase, so di
non rendermi molto simpatico presso i miei “compagni di lotta” e
so di correre il rischio di essere preso per un disfattista, ma io
non posso rinunciare per questo dall'essere obiettivo e realistico,
piuttosto che concedermi anima e corpo, passivamente, all'abbraccio
mortale della Speranza, conosciuta anche come Donna Ragno, dotata di
aculei dal dolcissimo e soporifero veleno. Finché non vi sarà un
intervento dall'esterno, di tipo alieno o asteroidale, non vi sarà
mutamento nel potere silenzioso e sanguinario che domina il mondo. E
infatti, forse grazie all'inconscio di cui anche gli animalisti sono
dotati, al pari dei Mangiacarne, molti stanno maturando la
convinzione che solo l'estinzione di quell'aborto di natura chiamato
Homo sapiens possa fermare, almeno in parte, l'immane ingiustizia di
cui gli animali sono vittime. La fine dell'umanità, checché ne
dicano i superstiziosi cristiani, è forse la più desiderabile
soluzione che ci possa essere di fronte al Male.
Ciò non di meno, in
virtù del principio secondo cui la speranza è l'ultima a morire,
domenica primo febbraio una quarantina di animalisti ha fatto una
marcia dalla piazza di Cordenons (PN) fino al locale mattatoio,
restando in silenzio davanti a quella obbrobriosa struttura, peraltro
chiusa essendo giornata festiva, per un'ora e mezza. Il tutto a
beneficio dei fotografi del quotidiano locale, di animalisti che
celebrano se stessi su internet (come sto facendo anch'io), di alcuni
vigili urbani, di sparuti carabinieri e poliziotti della Digos,
nonché dei rari passanti e automobilisti che transitavano in quella
giornata piovosa per quella strada periferica. Il potere silenzioso
continuerà la sua marcia e della nostra, di poche centinaia di metri
sotto la pioggia, se ne fa un baffo. Dal giorno seguente seguiteranno
ad arrivare le vittime da macellare, seguendo le orme sanguigne di
chi le ha precedute, perché così hanno deciso i Mangiacarne al
comando su questo Pianeta. Noi seguiteremo a fare i guitti senza
potere contrattuale, impersonando di volta in volta la maschera
ridanciana e quella tragica, come vogliono le regole del teatro e
come adottato, in questo secondo caso, domenica scorsa, lasciando ai
Mangiacarne che ci osservano di decidere se siamo stupidi, traditori
della razza umana o semplicemente soggetti psichiatrici. Noi invece
siamo intelligenti, fedeli alla razza primigenia di scimmie
vegetariane e del tutto sani di mente, perché consapevoli che la
malattia aliena è dentro ogni essere umano, da migliaia d'anni, ed
esserne consapevoli è già un primo passo verso la guarigione. In
una parola, siamo guitti etici.
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