lunedì 2 febbraio 2015

Una compagnia di guitti etici



La tribù dei Piedi Neri si chiamava così perché indossava mocassini scuri che, a detta degli osservatori dell'epoca, era la loro caratteristica saliente. La tribù dei Mangiacarne si chiama così perché si nutre contronatura, giacché, a detta di noi animalisti osservatori, è la loro caratteristica saliente. Gli indiani Piedi Neri divennero una minoranza perché gli europei invasori non smisero mai di appropriarsi delle loro terre, mentre i contronatura Mangiacarne sono la maggioranza da sempre, avendo fatto di questo Pianeta il loro territorio, e ad essere in minoranza sono gli altri, gli animalisti che mantengono un'alimentazione secondo natura. Poiché il numero è potenza, difficilmente i Mangiacarne si estingueranno come è successo ai Piedi Neri e gli animalisti dovranno rassegnarsi a rimanere minoranza, com'è avvenuto nel corso di tutta la storia umana. Anzi, possono pure ringraziare gli Dei carnivori dei Mangiacarne se non vengono eliminati fisicamente e magari anche mangiati, già che ci siamo.


Il pasticciaccio brutto si deve secondo me all'arrivo di squadre di astronauti migliaia di anni fa, che videro uno scimmiotto vegetariano bazzicare tra savane e foreste e decisero di trasformarlo in qualcosa d'altro, iniettandogli un po' del loro DNA alieno. A partire da quel momento nacque il senso del Bene e del Male, che prima l'Homo erectus non aveva. Con un ingombrante DNA alieno in corpo, la nuova creatura si pose problemi di natura morale, nello stesso momento in cui scoprì che una morale esisteva. Quasi istantaneamente scoprì però che c'è una certa soddisfazione, non disgiunta da un certo piacere, nel violare quelle stesse norme che pure sentiva dentro di sé, come Kant si sarebbe accorto migliaia di anni dopo.


Nacque così, in un colpo solo, la vittima e il suo carnefice, lo schiavo e il suo padrone, il guerriero e il pacifista, il monaco e il commerciante, l'agricoltore e l'allevatore, insieme a mille altre specializzazioni, tutti accomunati dal crearsi proprie, personali e peculiari norme etiche. E questo è avvenuto a causa del cattivo esempio che gli antichi astronauti, subito percepiti come divinità a causa della strepitosa tecnologia di cui disponevano, diedero ai nostri antenati. I quali, non del tutto privi d'intelligenza, si accorsero che erano stati creati per servire i nuovi padroni, che spesso non erano per nulla teneri con loro. Se gli Dei lo fanno con noi, perché noi non possiamo farlo agli altri? Così, di comune accordo, le società che si formavano moltiplicandosi conigliescamente, come dice l'attuale Papa, decisero di basare le proprie norme di convivenza sui rapporti di forza e le prime vittime furono gli animali. Nimrod, secondo la Bibbia, fu grande cacciatore di uomini e animali, ma lo stesso Nimrod, secondo le tavolette sumere e con altro nome, era uno degli astronauti giunti sulla Terra e ivi stabilitisi nostro malgrado.


Imitare un Dio è quanto di più desiderabile ci possa essere, secondo molti umani del tempo di ieri e del tempo di oggi, con la differenza che quelli di ieri lo sapevano, mentre i moderni lo fanno per forza d'inerzia. Poiché non sei in grado di difenderti, ti prevarico, fu la norma non scritta su cui si basarono tutti i codici penali e civili dell'umanità. E ciò valeva continuativamente nei confronti degli animali, in tempi di apparente pace, e saltuariamente nei confronti degli altri esseri umani in tempi di guerra. Dal macellare bovini si è passati, quando lo decidevano i discendenti degli Dei, al macellare i nemici in battaglia, senza mai smettere, da una parte e dall'altra del fronte, di macellare i bovini. Lo dice anche Milan Kundera: “Il diritto di uccidere un cervo o una mucca è l'unica cosa sulla quale l'intera umanità sia fraternamente concorde, anche nel corso delle guerre più sanguinose”.


Benché siano delle brave persone, mi fanno ridere pacifisti e spiritualisti, che mentre ricercano un mondo più giusto i primi e uno più spirituale i secondi, si riempiono la bocca e lo stomaco di cadaveri animali, né più né meno di come fanno gli altri, gli ottenebrati Mangiacarne che hanno infestato questo Pianeta. Mi fanno ridere queste due categorie di persone per bene, ma mi fanno anche rabbia quando riescono a trovare mille stupide giustificazioni per non smettere di nutrirsi di carne, esattamente come fanno gli altri, i morti a cui si riferiva Gesù quando disse: “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti”. Sono davvero abili, pacifisti e spiritualisti (e aggiungerei anche la categoria degli ambientalisti), quando si sforzano di trovare scuse fantasiose per non dover rinunciare al gusto del cibo divino, la carne arrosto che tanto piaceva a Jahwé. “Polenta e osei cibo degli Dei”, dice uno slogan degli appassionati di selvaggina, detto per inciso.


Fatta questa doverosa premessa, alcuni di noi si sono chiesti e altri si chiederanno in futuro, come fare per invertire il macabro e suicida andazzo che vediamo dispiegarsi sotto i nostri occhi tra questa necrofila umanità. Posto che a nessuno piace sentirsi dire che una cosa è così e basta, che per certi problemi non c'è soluzione e che la rassegnazione a volte è l'unica via d'uscita, il dilemma su come fare a cambiare le cose potrebbe essere già stato risolto radicalmente dallo stesso autore citato prima. Egli infatti, nello stesso romanzo, scrive: “La scelta era: o dare spettacolo oppure non fare nulla. Ci sono situazioni nelle quali le persone sono condannate a dare spettacolo. La lotta contro un potere silenzioso è la lotta di una compagnia teatrale che ha assalito un esercito”.


Anche se Milan Kundera non aveva in mente gli animalisti quando scrisse questa frase, so di non rendermi molto simpatico presso i miei “compagni di lotta” e so di correre il rischio di essere preso per un disfattista, ma io non posso rinunciare per questo dall'essere obiettivo e realistico, piuttosto che concedermi anima e corpo, passivamente, all'abbraccio mortale della Speranza, conosciuta anche come Donna Ragno, dotata di aculei dal dolcissimo e soporifero veleno. Finché non vi sarà un intervento dall'esterno, di tipo alieno o asteroidale, non vi sarà mutamento nel potere silenzioso e sanguinario che domina il mondo. E infatti, forse grazie all'inconscio di cui anche gli animalisti sono dotati, al pari dei Mangiacarne, molti stanno maturando la convinzione che solo l'estinzione di quell'aborto di natura chiamato Homo sapiens possa fermare, almeno in parte, l'immane ingiustizia di cui gli animali sono vittime. La fine dell'umanità, checché ne dicano i superstiziosi cristiani, è forse la più desiderabile soluzione che ci possa essere di fronte al Male.


Ciò non di meno, in virtù del principio secondo cui la speranza è l'ultima a morire, domenica primo febbraio una quarantina di animalisti ha fatto una marcia dalla piazza di Cordenons (PN) fino al locale mattatoio, restando in silenzio davanti a quella obbrobriosa struttura, peraltro chiusa essendo giornata festiva, per un'ora e mezza. Il tutto a beneficio dei fotografi del quotidiano locale, di animalisti che celebrano se stessi su internet (come sto facendo anch'io), di alcuni vigili urbani, di sparuti carabinieri e poliziotti della Digos, nonché dei rari passanti e automobilisti che transitavano in quella giornata piovosa per quella strada periferica. Il potere silenzioso continuerà la sua marcia e della nostra, di poche centinaia di metri sotto la pioggia, se ne fa un baffo. Dal giorno seguente seguiteranno ad arrivare le vittime da macellare, seguendo le orme sanguigne di chi le ha precedute, perché così hanno deciso i Mangiacarne al comando su questo Pianeta. Noi seguiteremo a fare i guitti senza potere contrattuale, impersonando di volta in volta la maschera ridanciana e quella tragica, come vogliono le regole del teatro e come adottato, in questo secondo caso, domenica scorsa, lasciando ai Mangiacarne che ci osservano di decidere se siamo stupidi, traditori della razza umana o semplicemente soggetti psichiatrici. Noi invece siamo intelligenti, fedeli alla razza primigenia di scimmie vegetariane e del tutto sani di mente, perché consapevoli che la malattia aliena è dentro ogni essere umano, da migliaia d'anni, ed esserne consapevoli è già un primo passo verso la guarigione. In una parola, siamo guitti etici. 
 

Nessun commento:

Posta un commento