Ha insultato "il
Profeta" su Facebook. Per questo - per aver usato parole poco
delicate nel riferirsi a Maometto - il fotografo e blogger iraniano
Soheil Arabi è stato arrestato. Era il novembre del 2013. Un giorno,
mentre dormiva, i "guardiani della rivoluzione" hanno fatto
irruzione in casa sua e lo hanno portato via insieme alla moglie. La
donna è stata subito rilasciata. Soheil, invece, è rimasto per due
mesi in una cella di isolamento. E ancora oggi è detenuto nella
prigione di Evin, a Teheran, carcere noto per essere un luogo di
tortura.
Per chiunque insulti Maometto, l'articolo 262 del codice
penale islamico prevede la pena di morte. La sentenza è arrivata il
26 novembre 2014. Due giorni dopo, il 28 novembre, Sabri Najafi
lancia una petizione su Change.org
per chiedere alle autorità iraniane la sospensione della pena di
morte e il rispetto delle leggi internazionali sui diritti umani.
Soheil Arabi ha 30 anni, è fotografo e blogger e ha una figlia di 5
anni. Un anno fa veniva arrestato per aver insultato il profeta
Maometto e alcuni personaggi politici iraniani su Facebook. Il 26 novembre 2014, Soheil è stato definitamente condannato a
morte, nonostante si sia pubblicamente pentito per quello che ha
scritto. In breve tempo vengono raccolte migliaia di firme. Sua
moglie Nastaran e la piccola Rojan, nel frattempo, soffrono l'assenza
di Soheil. Per il marito, Nastaran compone questa poesia: "Le giornate
della visita, un vetro appesantisce questa lontananza, tu mi
guardi dall’altra parte del vetro, io metto mia mano sulla
tua, tu parli al telefono, io ti guardo innamorata".
A fine
gennaio arriva una brutta notizia: il caso di Soheil non verrà
sottoposto a revisione. Il procuratore generale di Tehran ha
rifiutato di inviare il suo fascicolo alla Corte suprema di
cassazione. Il rifiuto - scrive Sabri - è un atto illegale e privo
di giustificazioni e accresce il rischio che la condanna a morte
venga eseguita. Il caso di Soheil è seguito con interesse da
moltissime persone, politici e cittadini comuni. Il 9 febbraio Luigi
Manconi, presidente della Commissione per la tutela dei diritti umani
del Senato, incontra Jahanbakhsh Mozaffari, l’ambasciatore iraniano
in Italia, per consegnargli le firme della petizione, quasi 240 mila.
L'ambasciatore, nell'occasione, prende un impegno: approfondirà la
storia di Soheil, ne studierà i capi di imputazione e le
implicazioni. Il 19 febbraio, finalmente, arriva la buona notizia:
Soheil non verrà più condannato. Ad annunciarlo è l'ambasciata
iraniana. Luigi Manconi ne dà conferma: Le quasi 240 mila firme
hanno giocato un ruolo determinante per la decisione finale di non
uccidere il fotografo e blogger. "Ringrazio tutti firmatari
della petizione su Change.org - scrive Sabri - tutti quelli che hanno
scritto sui siti e giornali, dando visibilità alla storia di Soheil.
Questa notizia è un vero atto di umanità, che parla ai governi del
mondo che ancora applicano la pena di morte, distruggendo la cosa più
bella che un essere umano possiede". "Sono contenta per
Soheil, per Nastaran sua moglie e per la piccola Roujan di 5 anni",
aggiunge Sabri. "Sono contenta per l'umanità dimostrata da chi
ha detto no a questa condanna a morte!".
La cosa è gradita ma di guadagni non ne ho mai avuti e non sono lo scopo di questo mio blog.
RispondiEliminaFaccio normalmente copia-incolla con articoli che trovo interessanti, citando sempre la fonte, e se ne troverò anche sul suo, li pubblicherò senz'altro. Grazie.
"Assaporando le gustose Tagliatelle ai Funghi Porcini, mantecate al punto giusto al microonde, il padre e il figlio chiacchierano amorevolmente, in attesa che li raggiunga anche Gianni, il compagno del ragazzo. Finalmente riuniti a tavola, i tre possono gustare le prelibate proposte 4Salti, in un clima gioviale, ricco di affetto e familiarità..." Chissà se gli insussistenti omosessuali iraniani mangeranno roba Findus... Chissà se le tagliatelle ai funghi porcini FINDUS hanno il magico potere di portare un "clima gioviale ricco di affetto e familiarità" anche fra Ahmadinejad, Obama, Putin e Poroshenko... COMPRARE IL PRODOTTO DI MARCA VISTO IN TELEVISIONE...è L'UNICA VERA SOLUZIONE A TUTTI I PROBLEMI! Un affabile e gioviale saluto! Billy The Kid
RispondiEliminaDove hai trovato 'sta cosa? Mi sfugge il nesso con l'articolo.
EliminaPerché parlando dei valori della società iraniana mi era venuto in mente questa dichiarazione...: http://www.mariomieli.net/gli-omosessuali-in-iran-non-ci-sono-non-esistono.html E in quel mentre qui alla nostra televisione davano il nuovo spot della FINDUS... Poi su Maometto se ne dicono di cotte e di crude...specie sulla sua senilità interessata alla gioventù femminile...ma non voglio incorrere nelle ire dei Musulmani...ravanando come sempre nel torbido sessuale. È una tattica biecamente Massonica à la Charlie Hebdo, che purtroppo devo aver introiettato con il latte (artificiale, quindi mai poppato) materno. Purtroppo vedi che qui da noi, fin dalla nascita, ti staccano dalla Madre (Natura) e facendoti nutrire di alimenti SINTETICI ti preparano alla TRANSUMANIZZAZIONE...in direzione del farti diventare ROBOT... Comunque io conosco molti iraniani, ed almeno qui a Firenze, la fanno loro la parte dei GRANDI CAPITALISTI! Billy the Kid
EliminaIl primo e unico iraniano che ho conosciuto risale ai tempi dell'università, a Trieste, in quanto eravamo nella stessa camera.
EliminaA parte le sue preghiere a tutte le ore sul tappetino, non ci sono stati screzi o altre situazioni imbarazzanti.
Appunto. Se li rispetti...sono esseri umani come tutti gli altri. Billy the Kid
Elimina