venerdì 5 maggio 2023

Nel paese degli unicorni

La libererò, e non perché me lo dice qualche legge umana, ma perché me lo dice la mia coscienza. E’ rarissima, l’ho salvata da un possibile investimento da parte di qualche macchina, in orario di punta, quando i lavoratori tornano a casa, e appena possibile andrò a portarla nel fiume Stella, dove l’acqua è bassa e la riva è limacciosa. Per me, aver trovato una Emys orbicularis, è stato come incontrare un unicorno. Un evento raro ed emozionante, che il destino ha voluto concedermi in questi che sono gli ultimi anni della mia esistenza. O mesi? Chissà! Dopo aver passato tutta la vita sui libri e aver vissuto per lo più in un miniappartamento di città, se escludiamo la parentesi del Madagascar, ora vivo in campagna, da un anno e mezzo ormai, e ne sto raccogliendo i frutti. Sto parlando di incontri ravvicinati, come in questo caso, o anche semplicemente di avvistamenti. Tra le rarità che ho avvistato per la prima volta ci sono gli aironi guardabuoi e anche un ibis sacro in volo. Per non parlare delle gru. Specie che per alcuni saranno anche familiari, ma che per me sono eccezionali da vedere. Anche da libera, la “mia” tartaruga palustre, avrà i suoi problemi, non più il traffico automobilistico, ma la competizione con le californiane, la Trachemys scripta e la elegans, più grosse e aggressive, di cui ho documentato la presenza nel fiume Stella. Mi è capitato una sola volta di vederne una prendere il sole, un anno fa, ed era chiaramente un’americana. Ora la Emys orbicularis è nel laghetto, ma appena riesco a catturarla, la toglierò da lì, come prescritto dalla legge, e la porterò al fiume.


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