Fonte: Nuovi Mondi - Astronomia e Scienza
Duri a morire. Sorprende il fatto di sapere che, sul nostro pianeta, esistono organismi così piccoli e con grandi capacità di sopravvivenza in ambienti inospitali. Un esempio di questi sono i tardigradi, conosciuti anche come ′′orsacchiotti d'acqua". Vengono chiamati così per il loro aspetto che ricorda quello di un orso, e perché, per poter vivere, devono ricoprirsi di un sottile strato d'acqua. Si nutrono di batteri, alghe, funghi, licheni e piccoli invertebrati come nematodi. Dal 1778 ad oggi sono state individuate più di 1.150 specie di tardigradi e sono fra gli esseri più affascinanti del mondo animale. Sono stati lanciati nello spazio varie volte, e nel 2011 migliaia di questi "orsacchiotti d'acqua" erano a bordo dello shuttle Endeavour della NASA. Al loro ritorno sulla Terra, la maggior parte di essi non presentava alterazioni biologiche e addirittura si riproducevano normalmente. È noto che possono sopravvivere per lunghi periodi di siccità, sopportando temperature estreme (da -272°C a 151°C) e radiazioni intense, di gran lunga maggiori di quelle che l'essere umano possa sopportare. Quando le condizioni si fanno avverse il tardigrado perde il 99 % dell'acqua del suo corpo e entra in uno stato di animazione sospesa, si restringe, ritrae le sue gambe e annulla tutti i suoi sistemi fino a quando le condizioni miglioreranno. Una volta entrato in questo stato diventa praticamente indistruttibile.
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