Testo di Nicolai Lilin
Ci
ho pensato a lungo prima di pubblicare questa foto. Avevo dei dubbi. Mi
domandavo: uno scrittore ha il diritto di turbare le menti dei suoi lettori con
immagini simili? Sarà etico pubblicarle nello stesso spazio in cui condivido le
foto delle mie figlie, bambine felici che sorridono? Non so ancora darmi una
risposta. Non so se qualcuno di voi rimarrà offeso o turbato, se è così, mi
scuso. So solo che guardando queste persone carbonizzate vive mi vengono in
mente molte immagini simili viste in passato, in diverse parti del mondo, e
sono sempre più convinto che non si può tacere sulla questione delle guerre
pilotate dalle superpotenze.
La storia non perdonerà la nostra ignoranza,
l'insensibilità, l'egoismo. L'orrore va mostrato, condiviso e sofferto, almeno
in una millesima parte. L'orrore esiste. Lo stesso orrore che vivono in questi
giorni i civili in Ucraina, catapultata in una serie di violenze inaudite che
prendono sempre più piede e rischiano di diventare la ripetizione dello
scenario balcanico. Stamattina non ho visto nessun giornale pubblicare in prima
pagina questa foto e mi sono arrabbiato. Perché tutti noi dovremmo avere
davanti agli occhi le conseguenze di una politica corrotta, il modo in cui si
sta concretizzando il piano di conquista economico-politico dei territori
post-sovietici. Le persone arse vive nella città di Odessa erano dei civili,
non erano spie, militari o rappresentanti del governo russo. Erano persone
impaurite nascoste all'interno dell'edificio, nel tentativo di sfuggire alla
furia omicida dei provocatori squadristi.
Sono stati bruciati vivi e nessun
giornalista occidentale ha avuto coraggio di raccontare - o nessun giornale si è
preso la responsabilità di pubblicare - la loro storia in modo coerente, perché
ufficialmente siamo dalla parte degli insorti. Perché in fondo non abbiamo
ancora capito se ci serve il gas russo o se accetteremo la proposta delle
compagnie americane. Perché l’ennesimo bamboccio politico italiano ha fatto
il carino con il Cesare americano qualche settimana fa. Perché siamo per la
democrazia, siamo per i fast food, per il petrolio gestito dalle sette sorelle,
per le lobby del tabacco, per le favole della BBC, per la classe della finanza
che schiavizza il mondo intero trasformandolo nel medioevo tecnologico, per la
metodica distruzione del nostro pianeta.
Siamo dalla parte della crescita, di
quello che chiamano progresso. Io dico che di fronte ad un simile scempio
svaniscono le appartenenze, la coerenza politica, gli interessi economici e non
esistono più le spiegazioni. Non esiste nessuna giustificazione storica o umana
con cui si possano spiegare i corpi di esseri umani carbonizzati. Corpi che
ieri non erano diversi da noi: fatti di carne e ossa, con pensieri, desideri,
affetti, progetti, sentimenti. Mi dispiace se ho rovinato la vostra giornata, mi
dispiace con tutto il cuore di aver urtato la vostra sensibilità con queste
immagini, ma se esiste la verità, sono sicuro che in questo momento ha il volto
sfigurato dal fuoco, come quello dei cadaveri che vedete in queste foto. E
spero che mister Obama e i suoi consiglieri, con quei bei sorrisi da Nobel
stampati sulle loro facce di gomma, possano riportare nelle loro anime la
stessa micidiale devastazione che hanno portato sui loro corpi quegli innocenti
di Odessa.
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