lunedì 19 maggio 2014

Prendimi, Jung!

 
Sappiamo che se non c’è l’imprimatur dei sionisti un film non arriva alle sale cinematografiche. Ma in questo caso siamo oltre, come direbbe Grillo. Ci sono messaggi subliminali che rientrano nel piano di incriminazione del nazismo, per rinforzare quella “Damnatio memoriae” di cui parlava Renzi, in risposta a Grillo. Io, di questi messaggi subliminali, ne ho colto uno. Nella scena in cui la studentessa Marie si reca con il professore di storia Fraser nell’asilo infantile dove la protagonista, Sabina Spielrein svolgeva il ruolo di dirigente, si trovano le tracce del passaggio dei militari russi che, su ordine di Stalin, avevano fatto chiudere la struttura. Guardando fuori dalla finestra, la studentessa e lo storico osservano sulla strada qualche piano più sotto un paio di prostitute e un cliente. Il messaggio è che la dirigente scolastica, ebrea, ex paziente curata da Carl Gustav Jung, nonché sua probabile amante, aveva creato un luogo in cui i bambini erano felici e, non avendo voluto ottemperare alle imposizioni di Stalin, il luogo era stato reso, a distanza di anni, un ritrovo di ladri e puttane. Noi sappiamo che a inventare sia il nazismo, che nella scena finale in cui Sabina, la protagonista, viene trucidata insieme ad altri ebrei mostra tutta la sua ferocia, sia il comunismo, sono stati gli stessi massoni sionisti e banchieri che ora sponsorizzano il film. Si tratta di dinastie dalle menti raffinatissime, come direbbe Cossiga, abili nell'arte di dividere i popoli e che manipolano l’umanità dalla notte dei tempi. Ora lo fanno con il cinema, la televisione e altre agenzie cosiddette educative. Il film comunque merita di essere visto, se non altro per le scene di passione infuocata tra Sabina Spielrein e Carl Gustav Jung.

4 commenti:

  1. I sionisti recitano ogni parte in commedia o per meglio dire in tragedia.

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    Risposte
    1. Credi giusto , Roberto :

      http://www.disinformazione.it/Trafficanti_di_sogni.htm

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    2. Grazie WB.

      Purtroppo, è troppo lungo per la pubblicazione.

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