Testo di Fabrizio Belloni
Napolitano
cerca di guadagnarsi la pagnotta. Tuona contro “populismi” ed astensionismo. Curiosa posizione per chi cantava “Avanti
popolo, alla riscossa, bandiera rossa, bandiera rossa….”. Naturalmente dopo
aver osannato la Fiamma Nera Fascista, con dolci occhi per la Svastica Nazista.
Ovviamente. In gioventù era capace di seguire il vento che tirava, e di
adeguarsi, con italica abilità trasformista. Da vecchio sta perdendo i giri di
pista della Storia. Il fiatone dei quasi novanta anni pretende il suo
contributo. Il terrore corre sul
filo dei sondaggi. Sarà curioso sentire il presidente affermare di essere il
presidente di tutti gli Italiani DOPO il 25 Maggio. Requiem.
Un
altro lolito, anagrafico e politico, il Silvio, sa di essere pubblicamente
finito. Sembra che solo il cagnolino Dudù gli sia rimasto fedele veramente.
Anche il supercalvomaggiore, il Bondi, lo ha lasciato, dopo il delfino Alfano. Topi
che abbandonano la nave che affonda. Anche la minore espressione dell’essere
umano, l’uomo politico italiota cioè, non è libera di fronte all’evidenza. Si
sono creduti megalomani ed unti dal destino, e si ritrovano vagabondi nell’inutilità
della loro avventura umana, straccioni morali, desaparecidos pubblici,
guidatori ciechi di una scialuppa in mezzo alla tempesta epocale. Il Silvio,
vicino agli ottanta, viene
mantenuto in vita pubblica, oltre che da un battaglione di medici che può
permettersi e che gli consentono di sopportare i due o tre chili di cerone che
deve spalmarsi sul viso ad ogni comparsata, da una illimitata auto stima, da un
egocentrismo siderale, dal bisogno vitale di apparire, per verificare minuto
per minuto la ragione di vita che si è scelta, il punto di riferimento
esistenziale che ha trovato nell’approvazione altrui. Impossibilità di
guardarsi dentro. Requiem.
Ci
sono anche i cespugli, piccoli partitini che bramano la remunerata poltrona di
turno, oggi europea. Come quasi nessuno ricorda i partitini di solo cinque anni
fa, così il contributo che portano assomiglia alla bava che lascia una lumaca:
asciugata e cancellata dal primo raggio di sole. Requiem ridicola.
Pinocchietto
Renzi sfrutta la vitalità della giovane età per fingere di svolgere bene il
compitino affidatogli. Impersona con entusiasmo la figura dell’apripista. Sa
che dopo di lui arriverà un macellaio, un Pol Pot che massacrerà l’Italia,
riducendola allo stato ellenico, come ordinato dai “poteri forti”. Ma la
medaglietta, anche se provvisoria e caduca, lo ha ingolosito oltre le forze
della sua morale (?). Nutre fiducia, come Facta. Mi viene da pensare, maligno
come sono, che sia in qualche modo imparentato con Mario Merola, il fu re della
sceneggiata napoletana. Ma Merola aveva una dignità oggi sconosciuta. Requiem
annoiato e disgustato.
Rimane
il Beppe Grillo. Lo detesto, perché ulula che vuol difendere la “democrazia”,
che considero, sempre più convinto, come il male assoluto. Però in questo
momento serve, perché si è assunto la funzione del Daiaco, del tagliatore di
teste. Non sarà lui a cambiare, ma aiuta, e molto, a buttare in aria gli
stracci, a rovesciare un sistema verminoso, marcio, putrido, colante pus, in
disfacimento.
Danza
macabra di Saint Sans.
Oppure
“Una notte sul Monte Calvo”, di de Falla, magistralmente rappresentata dai
cartoni animati di Walt Disney, in un capolavoro assoluto: “Fantasia”, troppo
poco riproposto. Forse anche perché Walt Disney era accusato di essere un
tantino nazista, razzista, antisemita. Un genio immortale.
Quindi abbiamo due messaggi :
RispondiEliminaclasse politica tradizionale da buttare , con le giravolte degli incollapoltrona per rimanere in qualche modo legati alla cadrega , e qui sono d'accordo , specialmente su come hanno preso in giro 60 milioni di persone per decenni ...
secondo messaggio : turatevi il naso ma date fiducia a Grillo ( già questo dovrebbe far riflettere , si dice sempre Grillo , che non è mai stato votato da nessuno , che non siede e non sedrà mai in nessun parlamento , ma tutto fa riferimento a lui ... riflettere please ... ) per spaccare tutto , mal che vada ci saremo divertiti un pò a vedere qualcuno dell'ancient regime penzolare dalla forca.
Il riferimento "francese" è voluto , in quanto tutto questo mi ricorda , fatte le debite proporzioni , il clima da rivoluzione francese che sappiamo bene a cosa ha dato il via.
Per rimanere in ambito nazionale , eufemismo in quanto siamo colonia statunitense dal 43 , a Roma non si muove foglia che Washington non voglia , hanno fatto accordi con la mafia per lo sbarco in Sicilia , li hanno premiati mettendoli al governo , hanno fatto il ricambio dei referenti quando non servivano più e il vento stava cambiando ( stragi 92 - 93 ) e così via ... quindi , attenzione , quando si spacca tutto , specialmente in Italia, non è detto che sia buon segno , noi non abbiamo mai fatto una rivoluzione nella nostra storia ma siamo molto suggestionabili alle rivoluzioni che ci vogliono attribuire a forza.
Comunque , visto che l'accelerazione verso il mondialismo è sempre più veloce , diventa obsoleto anche elucubrare su questioni nazionali.
E' notizia di oggi che Beppe Grillo, dopo le elezioni, farà un processo mediatico a politici, industriali e giornalisti, che si sono particolarmente distinti nell'aver causato la rovina dell'Italia.
EliminaAnche questo è darsi la zappa sui piedi, perché così si aliena le simpatie dei moderati, che a sentir parlare di rivoluzione e di processi (anche se si tratta solo di messa alla pubblica gogna) si sentono male.
E' una bella sfida!
Sono più numerosi gli italiani incazzati verso il governo o quelli che dal governo finora hanno ricevuto prebende?
In linea di massima ci troviamo d'accordo su molti temi, ma, mio caro WB, sono dell'avviso che siano i 60 mil. d'italiani che desiderano farsi prendere in giro dai politici che mediamente hanno l'arguzia di un paracarro, figurarsi il resto dei connazionali.
EliminaQuelli che hanno ricevuto prebende, Roberto, diversamente non saremmo in queste condizioni.
EliminaIn tal caso, Grillo perderà.
EliminaNon stento a crederlo.
EliminaOttimo articolo ma scritto da chi ha sbagliato in musica. "Una notte sul monte calvo" è di Musorgskij. Come è possibile averlo attribuito a DE FALLA? Imperdonabile.
RispondiEliminaP.S. Roberto non se ne è accorto?
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