sabato 31 maggio 2014

E' più importante il panem o i circenses?

 
Fonte: Il Manifesto

Cavalli, frecce e gas lacri­mo­geni. Piazze sem­pre in fer­mento, in Bra­sile, a due set­ti­mane dai Mon­diali di cal­cio. Que­sta volta, a dare il fischio d’inizio sono stati gli indi­geni e gli atti­vi­sti dei movi­menti sociali anti Coppa, scesi in campo per pro­te­stare in diverse città. A Bra­si­lia, la poli­zia a cavallo ha cer­cato di impe­dire ai mani­fe­stanti di rag­giun­gere uno degli stadi prin­ci­pali che acco­glierà la com­pe­ti­zione spor­tiva, il Mané Gar­rin­cha. Ai gas lacri­mo­geni, gli indi­geni – fra loro anche vec­chi e bam­bini — hanno rispo­sto con pie­tre e frecce. Un poli­ziotto è stato col­pito e por­tato all’ospedale dove gli è stata estratta la frec­cia, ma non è in peri­colo di vita. L’immagine del nugolo di frecce che ha rag­giunto una moto della poli­zia ha fatto il giro del mondo. Oltre un migliaio gli agenti dei bat­ta­glioni spe­ciali a guar­dia dello stadio.


Tra il 19 e il 23 mag­gio, è arri­vato anche l’Fbi a impar­tire corsi spe­ciali anti-sommossa ai poli­ziotti bra­si­liani. Molte pro­te­ste sono scop­piate a seguito della repres­sione nelle fave­las e il tema della lotta all’impunità è molto pre­sente sugli stri­scioni dei mani­fe­stanti. «Coppa senza popolo, siamo di nuovo in strada», gri­da­vano le asso­cia­zioni di Senza tetto, in lotta con­tro spre­chi, cor­ru­zione e pri­va­tiz­za­zioni. Il Movi­mento dei senza tetto (Mst) è sul piede di guerra per denun­ciare la spe­cu­la­zione immo­bi­liare e le insuf­fi­cienti poli­ti­che abi­ta­tive. Il Bra­sile ha rag­giunto anzi­tempo (prima del 2015) altri due Obiet­tivi dello svi­luppo del mil­len­nio, ridu­cendo la mor­ta­lità infan­tile e quella materna per parto, e già aveva ridotto di dieci punti la povertà estrema nel 2012.

I movi­menti, però, chie­dono alla pre­si­dente Dilma più con­se­guenza e deci­sione nei pro­grammi sociali pro­messi, anche in vista delle pros­sime ele­zioni pre­si­den­ziali del 5 otto­bre. Dilma, che si can­dida alla rie­le­zione, sta recu­pe­rando con­sensi ma, secondo una recente inchie­sta, anche i suoi avver­sari avanzano.
Se non ottiene la metà più una delle pre­fe­renze, i son­daggi dicono che andrà al bal­lot­tag­gio con il sena­tore social­de­mo­cra­tico Aecio Neves, a cui viene attri­buito il 20% (in cre­scita) nelle inten­zioni di voto, con­tro il 40% di Dilma. A Neves vanno anche le sim­pa­tie dell’ex cam­pione del mondo di cal­cio Ronaldo Naza­rio da Lima, mem­bro del Comi­tato orga­niz­za­tore locale (Col) del Mon­diale 2014.

Ronaldo ha cri­ti­cato il «ritardo nella costru­zione delle opere di infra­strut­tura, gli aero­porti, la mobi­lità urbana», e ha detto di sen­tirsi «insi­curo». A suo dire, «il governo dovrebbe tran­quil­liz­zare gli impren­di­tori», altri­menti, lui che aveva inten­zione di inve­stire quest’anno in Bra­sile, non lo farà. Ronaldo ha «fatto auto­gol con­tro la sua stessa porta», ha ribat­tuto il mini­stro dello Sport, Aldo Rebelo. Anche i mani­fe­stanti hanno gri­dato slo­gan con­tro l’ex cam­pione, accu­sato di spe­cu­la­zioni in vista dei Mondiali.

Gli slo­gan hanno ricor­dato la morte di otto lavo­ra­tori sui can­tieri, denun­ciato l’insicurezza sui luo­ghi di lavoro e nei ter­ri­tori indi­geni e lo sgom­bero di 250.000 per­sone. Indi­geni delle diverse etnie hanno anche mar­ciato sul Con­gresso. Lamen­tano la len­tezza nel pro­cesso di demar­ca­zione della terra, il raz­zi­smo e gli attac­chi dei grandi pro­prie­tari. Secondo la Com­mis­sione pasto­rale della Terra, orga­ni­smo legato all’Episcopato bra­si­liano, l’anno scorso sono stati uccisi 15 mem­bri delle comu­nità indi­gene. Soprat­tutto col­piti gli yano­mami, 5 dei quali sono stati assas­si­nati nello stato di Roraima, ai con­fini col Vene­zuela. Per il governo, nelle pro­te­ste indi­gene c’è anche la mano di chi ha inte­ressi oscuri o corporativi.

E intanto, secondo un recente son­dag­gio dell’Istituo Data­fo­lha, da giu­gno scorso, quando sono scop­piate le pro­te­ste, a oggi, è pro­gres­si­va­mente dimi­nuito il con­senso della popo­la­zione ai mani­fe­stanti: dall’89% al 52%.

3 commenti:

  1. Mi piace il calcio e ne seguo le manifestazioni, tipo europei, mondiali, ecc... Devo però ammettere che tutto lo schifo che ci sta dietro fa pensare, e pensare che se per realizzare certi eventi si dia il via a una strage di cani (vedi l'Ukraina) o a una repressione di genti che avrebbero da ridire sulla cosa mi lascia disarmato.
    Però non dimentichiamo che non sono certo solo questi eventi (sporadici e non continuativi) a innescare certe dinamiche: meglio non dimenticare che gli Indios vengono da decenni cacciati perchè i loro territori vengono utilizzati per farci mangimi per gli animali da carne, meglio non dimenticare che l'amazzonia oltre che per il legname da decenni viene distrutta per creare coltivazioni da foraggio. Anche in questo caso, emerge il lato catastrofico del mangiare carne. Cosa che è certamente più grave e continuativa rispetto all'organizzare un mondiale, solo che queste cose emergono solo in occasione di grossi eventi ma mai in occasione della quotidiana devastazione ambientale, umana e animale che quotidianamente avviane.

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    1. Le manifestazioni si allestiscono perché c'è un seguito, diversamente sarebbero come colui che grida nel deserto, la seconda volta sarebbero deserte.

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    2. I malvagi sono persone molto coerenti. Opprimere gli indios in occasione dei mondiali (evento acuto) è sulla stessa linea dei passati decenni di persecuzione (evento cronico).

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