Fonte: La crepa nel muro
La
lana d'angora viene prodotta utilizzando il morbidissimo, caldissimo e lungo
pelo di una particolare razza di conigli bianchi: gli Angora. Con questa lana
vengono confezionate maglie, berretti, sciarpe, guanti, maglieria intima,
indumenti per bambini e vengono preparati tessuti destinati alla confezione di
abiti, giacche e cappotti; una parte della produzione d'angora viene
commercializzata sotto forma di gomitoli di lana da lavorare ai ferri
all'uncinetto. Tradizionalmente i conigli d'angora venivano pettinati
manualmente; il pelo oramai "maturo" che restava impigliato al pettine
veniva raccolto e filato e naturalmente la produzione era di modeste
quantità. In seguito alcuni cominciarono a tosare i conigli, pratica tuttora
molto in uso negli allevamenti della Nuova Zelanda, ma il pelo così ottenuto,
privo della parte finale in quanto tagliato, è di qualità inferiore rispetto a
quello intero.
Il
settore della moda e dell'abbigliamento in Europa richiede enormi quantitativi
di lana d'angora, per soddisfare il vasto mercato. Si
va dai prodotti di alto pregio e dai marchi più famosi, generalmente reperibili
in boutique, fino alle catene di distribuzione di moda a basso prezzo presso le
quali si riforniscono soprattutto supermercati, negozi tradizionali e
commercianti ambulanti. Ed
ecco che in Cina hanno subito fiutato l'affare ed hanno cominciato ad allevare
questi conigli "da lana". Attualmente
il 90% dell'angora mondiale proviene dalla Cina, dove non ci sono leggi che
regolamentino l'utilizzo degli animali e men che meno li tutelino dagli abusi e
dalle torture che subiscono negli allevamenti e dove viene utilizzata la
crudele pratica di strappare il pelo ai conigli vivi. Questa
barbarie ha origine dalla considerazione che mentre un pelo tosato spunta sul
mercato un prezzo dai 25 ai 35 euro al chilo, quello letteralmente strappato
via dal povero animale vivo è un prodotto che ha ottime caratteristiche
qualitative e in tal modo i produttori cinesi spuntano un prezzo doppio.
Quindi
si tratta solo di avidità?
No.
Si
tratta anche di assoluta mancanza di empatia, cioè della totale incapacità di
immedesimarsi negli altri esseri viventi, nella loro gioia e nel loro dolore e
nello specifico quindi di soffermarsi a riflettere anche per un solo istante
sulle sofferenze a cui sottopongono poveri animali indifesi. A
ben guardare per i cinesi sembra essere la norma ed è inutile che i soliti
perbenisti "politically correct" si scandalizzino e puntino il dito
accusando di razzismo chi lo afferma. Non
sono fantasia, ma sono tragica e incontrovertibile realtà le oche spiumate vive
per produrre imbottiture per piumoni e piumini a basso prezzo, i cani uccisi
per strada a bastonate per privarli della pelliccia o addirittura scuoiati vivi
per lo stesso motivo e poi gettati, agonizzanti, su lerci carretti e portati
chissà dove, magari al mercato, così non sprecano nulla e guadagnano
doppiamente (i cani per i cinesi sono un'apprezzata consuetudine alimentare). Queste
e tante altre atrocità servono per soddisfare l'insaziabile consumismo di
uomini e donne dell'intera Europa.
E
non si dimentichino pesciolini, tartarughine e altri piccoli anfibi sigillati
in micro contenitori di plastica con una piccola quantità d'acqua e venduti
abitualmente come portachiavi viventi nella stessa Cina e in altri Paesi
asiatici, ma che sono già stati sequestrati anche in Italia ad alcuni venditori
ambulanti "da spiaggia" sulla riviera adriatica, per non parlare poi
di tutta un'infinita serie di altre atrocità a danno di poveri esseri indifesi.
L'organizzazione
PETA (People for the Ethical Treatment of Animals) ha documentato in un video
le crudeltà compiute sui conigli d'angora negli allevamenti cinesi. I
commenti alla vicenda, che si possono leggere sulla stampa italiana o che sono
a corredo di alcuni filmati, parlano erroneamente di conigli
"scuoiati". Scuoiare significa togliere la pelle con tutto il pelo
che vi è impiantato; dallo scuoiamento si ottiene la pelliccia. Per
la lana d'angora si tratta di conigli "spelati" (proprio con una sola
"elle") perché viene strappato via il pelo, ma non la pelle. Questi
conigli alla fine del trattamento vengono rimessi nelle gabbie, dove resteranno
fino alla ricrescita di nuovo pelo, per essere poi nuovamente spelati; quelli
più malridotti o che non sopravvivono alla tortura, vengono uccisi, ma non
subito, bensì con tutto comodo per il torturatore, che prima deve finire di
strappare il pelo ai conigli sui quali deve "operare" quel giorno.
Il
video è molto forte, ne sconsiglio la visione alle persone più sensibili.
La
responsabilità di tutto ciò a chi si può ascrivere? Ai
cinesi? Certamente sì, sono gli esecutori materiali, la manovalanza. Ma
gli importatori di lana d'angora, le Case di moda, i colossi
dell'abbigliamento? Certamente
sì, anche costoro sono responsabili, sono tessere dello stesso mosaico. Ovviamente
nessuno ammette di essere stato a conoscenza della cosa e ciò suona alquanto
inverosimile.
Quest'ultima
categoria è vastissima, perché composta da tutti coloro che acquistano
indumenti di lana d'angora. Certo
è doverosa una precisazione: infatti molte persone sono effettivamente del
tutto ignare della sofferenza che sta dietro ad un vaporoso capo in lana
d'angora o ad un morbido gomitolo da lavorare ai ferri. Molti
di costoro una volta saputa la verità non hanno più acquistato questi indumenti
o hanno riportato in negozio quello appena comperato; molti altri invece ancora
ignorano questa orribile realtà e non possono venir colpevolizzati. Tutti
coloro che invece sanno e fanno finta di nulla e continuano ad acquistare
questi prodotti intrisi di sofferenza, sono colpevoli come e più dei cinesi.
Anche
tu che hai letto questa pagina e hai guardato questo filmato, ora non puoi più
dire di non sapere. E'
legge di mercato che la richiesta alimenti l'offerta; cessata la richiesta,
cesserà anche l'offerta, con tutto quel che sta a monte. Per
quanto vi possa far piacere l'indossare un capo d'abbigliamento caldo e
morbido, ricordatevi di leggere sempre l'etichetta e lasciatelo sugli scaffali,
se leggete la parola "angora".
Orrore gratuito per una merce non necessaria. L'apice della crudeltà e dell'indifferenza umana.
RispondiEliminaComunque niente di cui stupirsi: l'empatia è una cosa innata, la si ha sia verso umani che altri animali. E se là non si fanno problemi a giustiziare per inezie delle persone, non mi stupisco che riservino un trattamento peggiore nei confronti animali non umani. Dopo tutto, c'era chi diceva che la violenza sulgi animali è propedeutica alla violenza sugli uomini.
Certo! Tutte le società in cui la vita umana non vale niente hanno come sottofondo il concetto che anche la vita animale non vale niente. O forse vale un po' di più perché la puoi commerciare, mentre gli esseri umani non si possono mangiare. L'ho visto abbondantemente in Madagascar.
EliminaPiuttosto, mi chiedo come un miliardo di cinesi non abbiano sviluppato a sufficienza (o almeno non come noi occidentali) i lobi frontali del cervello, sede dell'etica.
Bisognerebbe chiederlo a qualche fisiologo o meglio a qualche neurologo.