giovedì 13 novembre 2014

Una Norimberga per l'ambiente

 

Testo di Angelo Bonelli

Questo è il volto pieno di dolore di una donna che difende un albero d’ulivo contro l’abbattimento deciso da una società, che vuole realizzare una centrale a carbone a Yirca, nel sud della Turchia, abbattendo oltre 6.000 ulivi. E’ un’immagine triste e commovente. La storia più recente dell’umanità è macchiata da numerosi crimini contro l’ambiente che hanno causato milioni di vittime umane e provocato danni irreversibili agli ecosistemi. Crimini rimasti il più delle volte impuniti o per i quali i responsabili hanno pagato risarcimenti irrisori.

 
A Yirca, nel sud della Turchia, alcuni giorni fa 6.000 ulivi secolari sono stati abbattuti per far posto ad una centrale a carbone. Un abbattimento violento e illegale ai danni di ulivi secolari: gli uliveti erano infatti protetti da una norma che limita l’installazione di siti industriali a non meno di tre chilometri dalle colture. Ma la società Kolin che deve costruire la centrale a carbone ha deciso di ignorare persino la legge e con un "esproprio urgente", concesso dal governo turco, ha proceduto alla distruzione forzosa di un territorio modellato da secoli di lavoro.
 La comunità di Yirca si è battuta con coraggio per difendere la propria terra, ma il personale di sicurezza ha circondato l'uliveto, aggredendo fisicamente gli abitanti di Yırca. Molte persone sono state ricoverate in ospedale. Allontanati gli abitanti dalla zona, i bulldozer del gruppo Kolin hanno iniziato a tagliare illegalmente oltre 6000 piante.
 L’autorizzazione d’abbattimento è stata annullata dal tribunale turco solo dopo che gli alberi erano stati abbattuti. Gli abitanti di Yirca, contadini la grande maggioranza, sono stati picchiati, ammanettati e molti sono finiti in ospedale. Mentre scrivo gli abitanti di Yirca hanno occupato le terre e hanno cominciato a piantare nuovi alberi di ulivo. Un’iniziativa fantastica !!!


Questo è uno dei tanti motivi per cui il mondo e tutti i cittadini del mondo hanno bisogno urgente che si istituisca il Tribunale Penale internazionale per i crimini contro l’ambiente. Una Norimberga dei crimini ambientali che punisca chi distrugge l’ambiente, gli ecosistemi e attenta alla vita delle persone da Taranto, Yirca, alle miniere di Coltan in Africa, a chi distrugge le foreste pluviali dalla Malesia all’Amazzonia, alle industrie che avvelenano acque, aria e vita.

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