venerdì 21 novembre 2014

La cattiva politica nasce da cattivi elettori



Non ci sono mai stati tanti morti come quest’anno. Ciò che sta succedendo nelle campagne e nei boschi in questo periodo è paradigmatico del quadro generale in cui versa la società italiana. Morti e feriti non solo fra i cacciatori, ma anche fra gente che va a funghi o anche semplicemente a fare una passeggiata. Non è una novità, ma ciò che colpisce (è il caso di dirlo) è la frequenza con cui gli incidenti di caccia avvengono. Del resto, anche le alluvioni non sono una novità, eppure molti studiosi delle teorie del complotto indicano proprio nella frequenza, altissima, la diversità dai semplici fenomeni naturali e la conseguente volontà di forze occulte indicate come responsabili delle perturbazioni atmosferiche. 


Normalmente, si tende ad attribuire agli altri la colpa dei disastri e nel caso della geoingegneria è corretto, ma difficilmente riusciamo a vedere le nostre responsabilità. Tutt’al più, si tende a dare la colpa agli amministratori comunali, provinciali o ad altri funzionari preposti alla tutela del territorio, i quali negli anni passati avrebbero concesso autorizzazioni a costruire in aree soggette a rischio, troppo vicine agli argini dei fiumi o addirittura in aree golenali. E dopo aver colpevolizzato sindaci e amministratori, si scivola agevolmente nelle accuse verso la classe politica più elevata, sinonimo ormai di corruzione e malaffare. Tutto finisce lì, come nelle discussioni al bar, e ciascuno assolve se stesso. La realtà però è diversa. E anche piuttosto sfaccettata. 

Se parliamo di alluvioni, che si abbia subito danni o meno, ci sentiamo tutti coinvolti, perché alla fine i soldi delle tasse utilizzate per la ricostruzione sono anche i nostri. Se invece parliamo di caccia, non ce ne può fregare di meno, perché i poveri cacciatori, forse talvolta troppo esagerati con la loro passione, hanno diritto pur essi a sfogare i propri istinti e se siamo cittadini onesti, che mangiano abitualmente carne, non possiamo criticare i cacciatori che la carne, invece di comprarla al supermercato come facciamo noi, vanno a prendersela per conto loro, magari anche dopo aver speso un sacco di soldi in licenze varie. Ognuno ha le sue fisime: chi va alla partita, chi va a fare jogging al parco e chi va a caccia. Gli incidenti con morti e feriti? Pazienza! Ne muoiono di più sulle strade. 

Ecco che non ci troviamo niente di strano se Alessandra Moretti dice di essere a favore di caccia, circhi e vivisezione, perché sa di avere un serbatoio di voti assicurato se si fa amici cacciatori, circensi e vivisettori. E poi glielo ha imposto il suo partito, quel PD che ha preso il posto della Democrazia Cristiana e di cui proprio non sentivamo la mancanza. Quel PD che ha tradito gli ideali marxisti e che si è dato ciecamente in mano agli Stati Uniti d’America, nostri padroni da settant’anni. Quel PD che esegue gli ordini non solo degli americani, ma anche della Massoneria internazionale, spingendo a tutta forza verso la costituzione degli Stati Uniti d’Europa, e se si guardano i programmi di RAI3 può capitare spesso di vedere gli spot pro Europa, come anche quelli pro Integrazione. 

Ebbene, io non so quanti elettori animalisti votino quella schifezza vomitevole del Partito Democratico, ma molti di essi nel recente passato hanno votato Andrea Zanoni, che si candidò inizialmente con L’Italia dei Valori di Di Pietro, che, non dimentichiamolo, è cacciatore. Scomparso questo partitucolo, a Zanoni si è presentato il dilemma di trovare una nuova nicchia. Lo ha fatto nel peggiore dei modi passando al Partito Democratico. Ma, fino a lì, la cosa non aveva insospettito gli animalisti che lo avevano votato. Ora però sta dando il suo appoggio ad Alessandra Moretti, vera chimera di qualunquismo specista. Un vomito di donna. Zanoni si è trovato – forse – di fronte a una nuova scelta e anche in questo caso ha fatto la peggiore.

Non gli si può dar torto. Ha seguito l’andazzo di tutti coloro che entrano in politica: rimanere ben attaccati alla poltrona. Ha obbedito agli ordini di scuderia e il PD probabilmente gli ha posto un ricatto occupazionale. O appoggi la Moretti o sei fuori! Di fronte all’idea di perdere il milione di euro all’anno come parlamentare europeo, Zanoni ha mandato giù il rospo, ha mandato affanculo gli animalisti che in lui avevano riposto speranze e fiducia e si è schierato a fianco di quel vomito di femmina umana di cui ho fatto cenno. Morale della favola: gli animali e i loro protettori umani, non essendo sufficientemente numerosi (i primi non hanno diritto di voto e non contano) vedono anche i propri eletti tradire gli ideali e abbandonare la lotta, il che, detto volgarmente, significa che lo prendono in quel posto. 

E’ così da sempre, tanto che si può parlare di tradimento dei Verdi, quando erano di moda. E ancora prima dei Radicali, per chi ha una certa età e si ricorda di loro (la Lega Abolizione Caccia fu un’idea di Adele Faccio). Insomma, le istanze di civiltà provenienti da una minoranza di elettori eticamente evoluti, finiscono sempre e immancabilmente nella spazzatura. Siamo condannati a girare a vuoto e a farci regolarmente prendere in giro dal furbacchione di turno. E Zanoni Andrea è uno di questi, evidentemente. Nel suo caso, non si può dire che i suoi elettori siano stati menefreghisti che seguivano l’andazzo menefreghista generale. Anzi, avevano bene in mente le cose da fare: l’abolizione di caccia, vivisezione, circhi con animali, carnivorismo, pellicce e tutte le altre forme di dominazione umana nei confronti degli altri animali. Gli elettori hanno fatto la loro parte, ma lui, a un certo punto seguendo le sirene dei soldi e del prestigio, è venuto meno, senza rendersi conto che rischia di passare alla storia come traditore. Deve aver pensato che sia meglio l’uovo oggi che la gallina domani.

Se però un amico tradisce, non significa che la lotta cessi. Semplicemente prende altre strade, ma le delusioni continueranno ad arrivare come sono sempre arrivate. A fare gli animalisti ci si rovina il fegato e ci si amareggia l’esistenza. Giuseppe Cruciani è un individuo che amareggia alla grande la vita degli animalisti. Lo fa con determinazione attraverso la trasmissione che gli hanno dato da condurre, La Zanzara. Lui crede di fare interviste ma non lascia il tempo di rispondere ai suoi intervistati. Attacca verbalmente le persone contattate al telefono e fa la vittima se queste protestano per la sua veemenza. Più che interviste sono scenette litigiose fatte a beneficio dei suoi ascoltatori, per alzare l’audience. Anche Cruciani, come Zanoni, ha fatto la sua scelta, quella di schierarsi dalla parte dell’inciviltà e della barbarie, con la differenza che Cruciani non ha tradito nessuno. Lo hanno messo in quel posto con la stessa logica per cui mettono i funzionari e i politici giusti nei posti giusti. 

Come poté Emilio Fede diventare direttore del TG4 se non si fosse mostrato adulatore nei confronti del padrone della sua televisione? Ed Emilio Fede è solo l’esempio più eclatante e viscido che ci può venire in mente, ma tutti gli altri giornalisti, se vogliono fare carriera, devono dimostrare le proprie credenziali di affidabilità, perché se solo si permettono di scontentare l’editore, cioè le grandi industrie e le logge massoniche proprietarie dei mass-media, vengono ipso facto licenziati. Sappiamo che la Radio da cui Cruciani trasmette il suo vomito è di proprietà di Confindustria. Tutti gli altri mass-media sono in mano ai sionisti, come pure Hollywood. Son cose che si sanno e i risultati si vedono, se li si sa cogliere. Il risultato è un circolo vizioso in cui il basso popolo, i mangiatori di carne, frequentatori di sagre, formatisi sulla Gazzetta dello Sport, nonché onesti cittadini che pagano le tasse, vedono rinforzati i propri pregiudizi ascoltando un “simpatico” conduttore radiofonico che dà addosso a quei rompicoglioni di animalisti. 

I cacciatori gongolano, quando lo sentono accusare in tono scandalizzato Enrico Rizzi, segretario del Partito Animalista Europeo, di aver gioito su Facebook per la morte di Diego Moltrer. A gioire siamo stati in tanti, perché se muore un cacciatore, anche d’infarto come nel caso del politico trentino, è come se morisse un mafioso, un pedofilo o un criminale di altro genere. Cruciani continuava a ripetere: “E’ morta una persona!”. Rizzi gli ribatteva: “E’ morto un assassino!”. Evidentemente, si tratta di un caso esemplare di differente percezione, in cui ciascuno si crea la propria realtà. Fino a che punto un assassino perde o mantiene il suo status di persona? A questa domanda non c’è risposta, ma la storia ci riporta il caso di milioni di ebrei che hanno gioito quando Heichmann è stato giustiziato. Forse per quegli ebrei aveva perso lo status di “persona” e lo vedevano come un nazista, uno degli ultimi raggiunti dal Mossad e sottoposti a processo. 

Quando negli USA sta per essere giustiziato un prigioniero, fuori dalla prigione si riuniscono i credenti con le candele in mano, a cantare e a pregare per la sua anima, ma si riuniscono anche i non credenti che gioiscono per la giustizia che segue il suo corso, a volte gridando “Brucia, Ted, brucia!”, se l’esecuzione avviene con la sedia elettrica. Dunque, non sarà un Giuseppe Pinco Pallino Cruciani a stabilire se un uccisore di animali mantiene o perde il suo status di persona. Non sarà di certo la sua visione della vita, la sua weltanschauung, a dettare legge e a potere esser presa a modello. 

Lui, con i suoi pregiudizi specisti, non fa altro che schierarsi dalla parte del più forte, dei più potenti e prepotenti, di quella Chiesa cattolica, che a partire da Costantino ha fatto in 17 secoli quello che il PD ha fatto in trent’anni, passando gradualmente attraverso varie denominazioni, fino ad arrivare a quel marasma mefitico che è ora. Chiesa e Partito Democratico hanno due velocità diverse, ma il tradimento è palese, per chi ha gli occhi aperti. E quindi, in definitiva, le responsabilità vanno equamente ripartite. Si trovano in alto, nelle logge massoniche che gestiscono il vero potere e che sulla scacchiera mettono le pedine giuste al posto giusto, ma si trovano anche in basso, nel corpo elettorale a cui è stato fatto credere di contare qualcosa e che alla fine, condizionati come automi privi di consapevolezza, mettono quelle stesse pedine che sono gradite ai massoni. Lo fanno da sempre, da quando è stata inventata la democrazia. 

Alessandra Moretti è “il nuovo” che avanza, ma Fernanda Cecchini (in foto) e Catiuscia Marini sono già state messe sulla scacchiera e ora stanno restituendo il favore. Stanno introducendo in Umbria un altro sadico passatempo, per sadici sfaccendati e violenti. Stanno rendendo legale la caccia con l’arco. Noi non abbiamo più Zanoni che possa fare qualche inutile interrogazione al parlamento europeo. Non abbiamo nessun deputato italiano che possa opporsi, giacché anche nel M5S non c’è nessuno a cui freghi qualcosa degli animali. E quindi, per l’ennesima volta dovremo assistere impotenti alla crescita della barbarie nella nostra società, dovremo per l’ennesima volta prenderlo in quel posto. Oggi trafiggiamo cervi con le balestre, domani taglieranno a noi la testa con il coltello. Ce lo saremo meritato!

2 commenti:

  1. Ma è quello che ho detto anche io.....se muore un mafioso, la gente esulta e dice che sia una fortuna che ce ne sia uno di meno.....anche quello in fondo è/era una persona!
    Ma se muore un cacciatore o un pellicciaio o un vivisettore, e tu gioisci, sei reo di godere della morte di una persona (non di un pellicciaio o cacciatore)
    La trasmissione di quei due pseudo-giornalisti può darsi che sia seguita, si, ma... da che tipo di audience? Lo stesso tipo che si mette davanti alla tv guardando quelli che litigano ai reality, o che si mette a guardare dal pertugio della serratura due che si picchiano senza però porre rimedio.
    Fossi in Cruciani non ne sarei fiero, anche uno che si mettesse a fare la cacca in mezzo alla piazza in fondo raccoglierebbe un certo numero di spettatori, ma non vuol dire che il suo "show" sia lodevole.

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    1. Quella di Cruciani, benché io non la senta mai, è adatta a un pubblico che potrebbe uscire dal film Idiocracy.

      Un film da vedere assolutamente, perché parla di noi, della società così come si è involuta.

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