sabato 10 maggio 2014

L’ultima sterzata per cadere nel fosso



L’ultima spallata per demolire una struttura marcia e l’ultima follia prima dell’estinzione della nostra specie, sono le metafore fatte da Graziano Ganzit venerdì 9 maggio, in una delle sale convegno del ristorante “Ai gelsi” di Codroipo, nell’ambito delle serate organizzate da “Quello che la tivù non dice”. Il titolo della conferenza era: “L’opportunità degli OGM”, ma Graziano ha preferito fare un ragionamento di più ampio respiro. Che si sostanzia principalmente nel fatto che l’espropriazione della sovranità alimentare e la sua sostituzione con un’agricoltura avvelenata, parte da lontano. Da quando cioè, in piena guerra del Vietnam, Henry Kissinger e il suo presidente Nixon si posero il problema di uscire dalla palude di quel piccolo paese asiatico dove il gigante USA si era impantanato, senza perdere la faccia, ma continuando a svolgere il ruolo di padrone del mondo.

Quella diabolica mente di Kissinger pensò che per dominare le nazioni, se con le armi non era più possibile, gli Stati Uniti dovevano impossessarsi dell’energia e del cibo, ovvero, del petrolio e delle sementi. Graziano aveva 25 anni quando, recatosi come di consueto al circolo agrario a comprare i semi di mais provenienti dalla Slavonia, una regione della ex Yugoslavia ai confini con l’Ungheria, si sentì dire che non ce n’erano più ma che al loro posto si potevano comprare quelli americani. Giovane e pieno di entusiasmo per il suo lavoro di agricoltore, vide nella novità qualcosa di positivo e solo dopo molti anni capì com’erano andate veramente le cose.

La Yugoslavia, prima fra i Paesi Non Allineati, aveva litigato con l’U.R.S.S. e gli americani ne avevano approfittato per infilarvisi. Offrirono agli iugoslavi tecnologia e industrie pesanti in cambio della fine della fornitura di mais ai paesi che gliene compravano, tra cui l’Italia. Fu una delle prime mosse, da parte degli yankees, per accaparrarsi la sovranità alimentare degli altri paesi. Il resto delle manovre fu fatto dagli apparati burocratici italiani, magari su suggerimento degli americani. Cioè, per capire come le cose sono andate via via peggiorando, Graziano ha fatto l’esempio di suo suocero, che per tutta la vita aveva messo in vendita i prodotti della sua terra in eccesso, semplicemente mettendo una tovaglia sul davanzale della cascina. La gente era abituata ad andare in questo suo improvvisato negozio per comprare latte, uova, formaggio, vino e ortaggi finché un giorno il vecchio tornò a casa distrutto da una notizia per lui ferale e cioè che il legislatore italiano aveva proibito la vendita al dettaglio, per motivi di sicurezza alimentare. Succedeva qualche anno dopo che il rubinetto delle sementi slave era stato chiuso e fu un duro colpo per il sostentamento di tante famiglie contadine, che in quegli anni erano la maggioranza della forza lavoro dell’Italia.

Se avviciniamo a questa notizia il sospetto che l’epidemia aviaria, venuta molti anni dopo, sia stata pilotata dalle grandi industrie allo scopo di sbarazzarsi del piccolo allevatore di galline, costretto a macellarle e incenerirle (o a seppellirle vive), diventa lecito dedurre che da molti anni è in atto un piano per rendere dipendente la gente dalle multinazionali agro-alimentari. Ora si può dire che queste ultime abbiano in mano totalmente la situazione, ma è interessante analizzare il modo in cui ci sono arrivate. Purtroppo, solo le persone di una certa età possono fare questa operazione, perché i giovani si trovano con le cose già fatte e non immaginano com’era diverso il mondo fino a pochi decenni fa. Gli Illuminati, o quella casta di alieni psicopatici che governa il mondo, agiscono sempre così, fidando sulla pessima memoria della popolazione, nonostante qualcuno abbia detto che chi non impara dagli errori del passato è condannato a ripeterli.

La fine della guerra del Vietnam ha influito sull’agricoltura mondiale anche in un altro modo: l’agente Orange. I magazzini militari erano pieni di tale tossico e a qualche mente geniale dell’esercito USA venne l’idea di immetterli sul mercato civile dell’agricoltura. Ecco come nacquero i pesticidi. Ci fu una voce contro, quella di Rachel Carson con la sua “Primavera silenziosa”, ma la nicchia era stata individuata, la poderosa macchina propagandistica si era messa in moto e milioni di contadini nel mondo, per lo meno quello occidentale che ricadeva sotto l’influenza americana, si lasciarono convincere della bontà della chimica in agricoltura. L’agente Orange divenne un diserbante, il DDT un veleno contro gli insetti e i tossici di ultima generazione andarono ad intrupparsi anche loro nell’armamentario del contadino moderno.

I diretti interessati furono plagiati e resi dipendenti, mentre i terreni agricoli furono resi sterili e dipendenti anche loro, se mai un tale concetto possa applicarsi alla terra. Da anni sento Graziano parlare di agricoltura drogata, alludendo allo spargimento di fertilizzanti azotati che a suo dire impoveriscono l’humus. Quindi, in un certo senso, anche la terra è drogata e gli istituti agrari, insieme alle facoltà di agraria, si sono ridotti a pubblicitari della Monsanto e delle altre industrie, ripetendo a pappagallo concetti assurdi che ci porteranno tutti all’estinzione, dopo averci privato della sovranità alimentare.
Il fatto che la Coldiretti, la Confagricoltura e gli altri raggruppamenti di contadini siano favorevoli all’introduzione degli OGM, sta ad indicare il livello di sudditanza degli agricoltori italiani nei confronti dei cosiddetti esperti sfornati dalle università. Secondo Graziano i contadini italiani sono alle dipendenze degli agronomi, mentre nella vicina Austria succede l’incontrario: gli agronomi sono alle dipendenze dei contadini. Non a caso, Graziano viene spesso invitato in Austria a tenere conferenze. Non a caso il suo autore preferito, dopo l’austriaco Steiner, è Justus Von Liebig, anche lui di cultura teutonica.

Durante la conferenza di venerdì, Graziano ci ha raccontato di come casualmente è entrato in possesso di uno dei 5 libri di tale autore esistenti al mondo, un libro pubblicato nel 1840, ma che pone le basi di un’agricoltura rispettosa dell’ambiente e dei misteri della vita, tutte cose che ottant’anni dopo verranno confermate e sottoscritte da Rudolf Steiner.
Liebig, passato alla storia per l’estratto di carne in dado e per le famose figurine, nell’introduzione della sua opera afferma che le molecole organiche beneficiano di quella che lui chiamò “forza vitale”, a differenza delle molecole chimiche che invece non ce l’hanno. Poiché agli studiosi che vennero dopo di lui tale affermazione suonava troppo esoterica, venne tralasciata, trascurata e spesso omessa. E questo spiega perché di quell’importante opera ce ne siano in circolazione solo cinque copie in tutto, in lingua italiana.

L’orientamento filosofico della scienza venuta dopo Liebig fu quello di intraprendere una strada meccanicistica, preferendo dare ascolto a Cartesio e mettere nel cassetto dei matti le idee esoteriche di Liebig insieme al mesmerismo, all’idea di etere o di qualche altro fluido energetico. Stessa sorte che molto più tardi sarebbe capitata a Wilhelm Reich, con la sua energia orgonica.
Non potendo dimostrare in laboratorio l’esistenza della “forza vitale” delle piante, ipotizzata dal Liebig, la si scartò ma senza per questo sminuire l’importanza del chimico tedesco, che infatti oggi ha l’università di Giessen intestata a suo nome.
Tutto bello, tutto buono ma, venendo via dalla conferenza non ho potuto fare a meno di rimuginare alcune cose che non sono state dette. Alla domanda di una donna del pubblico che, facendo riferimento a una prossima conferenza (la mia) intitolata “Alimentazione e stile di vita vegano”, chiedeva se il veganismo è solo una moda, Graziano ha risposto che l’obiettivo più importante che ciascuno si dovrebbe porre è rientrare in possesso della perduta sovranità alimentare e tutto il resto verrebbe di conseguenza.

Al termine della serata, Anthony Santelia ha rimarcato il concetto dicendo che si può mangiare di tutto, ma la dieta vegana aiuta a stare in buona salute. La qual cosa, oltre a farmi capire che Graziano ed Anthony ragionano ancora in termini specisti, mi ha fatto venire in mente gli agronomi moderni che negano la forza vitale delle piante perché non sono in grado di misurarla. Analogamente, l’uomo medio, frequentatore di serate di cultura alternativa, nega che gli animali abbiano l’anima perché non è in grado di misurarla. Cioè, se una persona normale va ad ascoltare una conferenza che parla di alimentazione, si aspetta di sentire cose che un qualsiasi nutrizionista ben informato, per non parlare dell’ex ministro della salute Veronesi, dice normalmente: mangiate più frutta e verdura.
Quello ormai ce lo dicono da anni, è un concetto sdoganato e non danneggia l’industria della carne. Purtroppo, anche i propugnatori di un diverso paradigma, di una visione alternativa delle cose, continuano a privilegiare l’ottica salutistica a quella etica, quando si tratta di alimentazione. Con me tali ascoltatori avranno una bella sorpresa, sempre che la conferenza non vada deserta. 

Si ha l’impressione che dire chiaramente che gli animali non sono cibo, ma persone assassinate con l’aggravante dei futili motivi, sia ancora un tabù. L’ho già notato in altre conferenze da me seguite in passato. Quando poi, parlando della questione dei prodotti a Km zero, Graziano in modo disinvolto ha fatto l’esempio dei prosciutti di San Daniele, ricavati da cosce di maiali tedeschi o danesi, si è capito che non ha ancora interiorizzato l’idea che i maiali siano persone come noi.
Benché egli sia portatore di una visione etica, steineriana, della società e della vita in generale, non posso dirmi ancora soddisfatto, né totalmente in sintonia con lui, perché per me viene prima il trattamento etico degli altri animali e poi la riconquista della sovranità alimentare. Non siamo mica qui su questa terra solo per mangiare!
Su una cosa, però, siamo tutti d’accordo: gli OGM sono una toppa di tessuto nuovo messo su un vestito vecchio e lacero. Altra metafora Ganzitiana.

11 commenti:

  1. Roberto,
    lei sostiene: "privilegiare l’ottica salutistica a quella etica", detta dicotomia è irreale, la prima non può essere scissa dalla seconda e viceversa, evinco che lei scrive molto ma riflette poco, infatti la sua affermazione stride con i fondamenti di R.G.Hamer che sostiene di conoscere, contemporaneamente tralascio quelli di Steiner che dichiara le siano oscuri.
    Per quello che riporta sono oscuri anche al suo amico Graziano, infatti in più di un'occasione il buon Rodolfo ha sottolineato che ammazzare un animale non sia meno grave che uccidere un uomo.
    La stessa cosa vale per l'alimentazione, per chiarire il punto è sufficiente leggere "Problemi dell'alimentazione" dello stesso autore edito dalle Edizioni Antroposofiche via Vasto, 2 Milano.
    Si sono commesse anche le crociate, forse le ha suggerite Cristo?
    Lo stesso vale per Allah e tutte le nefandezze che si compiono in suo nome.
    Più cerca d'illustrare la conoscenza antroposofica del suo amico e più m'insinua il dubbio che quest'ultimo conservi nella testa una totale confusione.
    Ad majora.

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    1. Mi piacerebbe mettervi a confronto.
      Ne verrebbero fuori, forse, due scuole di pensiero steineriane differenti.

      Quanto ai due modi di intendere il vegetarismo, mi pongo in un'ottica più terra terra, per quello che finora mi è parso di capire.

      Le motivazioni che spingono gli animalisti a diventare vegetariani sono diverse dalle motivazioni che spingono i salutisti a raggiungere la stessa meta.

      Che poi ci siano punti di contatto tra gli uni e gli altri, è ovvio. E agli animali vanno bene entrambe.

      P.S.
      Gesù disse: "Io sono venuto a portare la spada..."

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    2. Giorgio, avendo sollecitato Graziano Ganzit a risponderti, questo è il suo riscontro, avuto tramite Facebook:

      "Solitamente non polemizzo se non in sede opportuna di confronto. Con gli antroposofi non lo faccio per principio in quanto sono troppo perfetti e in attesa di una perfezione superiore se ne stanno a braccia conserte. Io sono un agricoltore, parlo di agricoltura e ambiente e ritengo di confrontarmi con agricoltori. Agli altri, a chi non vive di agricoltura, rinnovo il consiglio di Steiner di tacere e ascoltare. Questo l'ho detto pure a Tirelli che sproloquiava di OGM "a gratis"! Tutto qui. Provate a venire in giro per i campi e le osterie e vi renderete conto con chi ho a che fare. Ecco perchè Steiner è Steiner e io son io."

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    3. Le energie ed il tempo che ha fatto sprecare al suo amico vanno ascritte al suo karma, Roberto, doveva parteciparlo che sono un contadino, unica categoria di lavoratori apprezzata da Steiner.

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    4. Questa è la risposta che Graziano mi ha dato, a proposito di Karma:

      "Dunque la "zappa sui piedi" te la sei tirata addosso da te!! Ahhhhh Viaa...questo è un karmetto da poco, ua quisquilia di karma. Andiamo avanti".

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  2. Io l'avrei intitolato "L'ultima sterzata per NON cadere nel fosso", l'agricoltura biodinamica è la strada giusta e per il resto c'è tutto un movimento (compreso te) a ricordare l'errore dello specismo.
    D'altra parte siamo nati in un mondo che per quanto riguarda l'alimentazione con carne, era già organizzato cosi da secoli e non è facile sradicare certe convinzioni/abitudini, mentre per quanto riguarda l'agricoltura OGM è un cambiamento di questa generazione e poichè la manipolazione sta avvenendo proprio sotto i nostri occhi, è evidente che si trovino oppositori in persone che hanno vissuto la natura in altro modo.
    Se cediamo anche a questo ennesimo inganno compreso le chemtrails allora si che siamo finiti, non solo noi, ma lo sarà anche il resto della vita sul pianeta.
    Quindi avanti con l'ultima sterzata.....

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    1. Il senso della metafora era: "Gli OGM sono l'ultima sterzata per cadere nel fosso", poiché con l'agricoltura attualmente praticata siamo già con due ruote fuori dalla carreggiata.

      Mi dispiace di non essere stato abbastanza chiaro.

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    2. Io non capisco mai le metafore a meno che qualcuno non mi dice che si tratta di metafore, avevo interpretato il titolo come una mezza critica allo specismo presente anche tra i promotori dell'agricoltura biodinamica.
      E allora sterziamo per non cadere nel fosso, ora è chiaro.

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    3. Infatti, avevi interpretato giustamente: critico volentieri lo specismo ovunque mi capiti di trovarlo.

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  3. Penso che possa essere interessante anche questo:
    http://scienzaesalute.blogosfere.it/2007/02/masanobu-fukuoka.html

    Quanto al discorso alimentazione e carne, purtroppo è una cosa ben conficcata nelle persone quella di credere che gli animali siano praticamente degli oggetti di cui disporre a proprio piacimento e soprattutto che sia necessario mangiare carne per stare in salute.

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    1. "La rivoluzione del filo di paglia" è stato uno dei libri formativi che hanno caratterizzato la mia giovinezza, insieme a "Siddharta", di Ermann Hesse e "Avere o essere", di Erich Fromm.

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