E’
già da un po’ che non sento la domanda retorica “Si mangia per vivere o si vive
per mangiare?”, che conosce anche un’altra versione, ovvero una variazione sul
tema, in cui al posto di “mangiare” si mette “lavorare”. Cinici, stoici,
epicurei ed edonisti hanno già elaborato le loro peculiari teorie in proposito
e io qui posso solo fare considerazioni generali partendo da una base
biologica. Poiché la vita vuole vivere, la natura ha escogitato l’abbinamento
tra piacere e atto riproduttivo, altrimenti nessun organismo vivente si
riprodurrebbe. Analogamente, sullo stesso modello, la natura ha abbinato il
piacere all’atto del nutrirsi, altrimenti saremmo tutti anoressici. Nel caso di
Dolie, il lemure bruno di proprietà di monsieur Eric, le ho offerto una
semplice foglia d’albero, affinché abbia qualche stimolo in più, perché i suoi
padroni, Eric e sua moglie, le danno banane, mele, ananas e pomodori, ma la
tengono relegata in un angolo del portico, con una cordicella legata alla vita.
Può muoversi solo su un tavolo, sul vicino parapetto, sullo stipite della porta d’ingresso, scendendo anche a terra sulle piastrelle del corridoio. Questo è tutto lo spazio che le concedono, questa tutta la sua vita di lemure prigioniero e per un mammifero intelligente vivere così dev’essere una grossa sofferenza. Naturalmente, che un animale selvatico abbia esigenze comportamentali legate alla socializzazione con i suoi simili, all’istinto riproduttivo e ad altri bisogni etologici, non sfiora Eric e sua moglie. Dolie è una schiava ornamentale e basta.
Può muoversi solo su un tavolo, sul vicino parapetto, sullo stipite della porta d’ingresso, scendendo anche a terra sulle piastrelle del corridoio. Questo è tutto lo spazio che le concedono, questa tutta la sua vita di lemure prigioniero e per un mammifero intelligente vivere così dev’essere una grossa sofferenza. Naturalmente, che un animale selvatico abbia esigenze comportamentali legate alla socializzazione con i suoi simili, all’istinto riproduttivo e ad altri bisogni etologici, non sfiora Eric e sua moglie. Dolie è una schiava ornamentale e basta.
Mi
sono recato con Tina a casa di Eric, che è ispettore del locale Commissariato,
per risolvere la faccenda del libro smarrito, per la quale ho dovuto
pagare 20 euro. Approfittare degli stranieri è abitudinario per i malgasci, ma
gli agenti di polizia hanno una marcia in più per farlo: la minaccia di
ulteriori seccature, cosa che sono capacissimi di procurare se non li si paga.
Anche questo è un godimento, ma solo per loro, che incamerano il denaro estorto,
mentre per chi deve pagare è una sofferenza. Nella lingua malgascia, “pagare”
si dice “mandoa vola”, che letteralmente significa “vomitare denaro”. Vomitare
non è piacevole, implica un certo sforzo, una certa fatica e, per converso,
guadagnare denaro implica un piacere analogo a quello del mangiare, che è il
contrario di espellere cibo predigerito. Rubare denaro, tempo, energie e vita
al prossimo è una forma di godimento parassitario o predatorio, a seconda se
attuato in modo acuto o cronico. Saltuario o abitudinario. Tutti lo facciamo
nei confronti degli altri, anche se ci siamo posti l’obiettivo di non farlo.
C’è chi però questo obiettivo non se lo pone, né vuole porselo. A volte gli va
bene, com’è successo all’ispettore Eric e a volte gli va male, com’è successo
al taxista Fanu.
Devo
aggiungere però, per sottolineare quanto la vita sia un gioco di specchi, che
secondo Tina il taxista disonesto e l’ispettore di polizia si sono messi
d’accordo e parte di quei 20 euro da me sborsati andranno nelle tasche del
taxista, poiché forse è stato proprio l’ispettore a suggerirgli di fare una
controdenuncia per diffamazione nei miei confronti, che poi sarebbe stata
platealmente strappata dietro pagamento della tangente. Siccome hanno molto
tempo libero, i poliziotti si sbizzarriscono creativamente nel trovare modi per
estorcere denaro ai vazaha.
Ma
la vita continua e non c’è niente di meglio che cominciare la giornata con un
buon caffé, cosa che in Italia non faccio ma che qui mi sento di dover
rivalutare. Il turista ha due possibilità: fare colazione in un ristorante per
bianchi o direttamente in albergo, con pane, burro e marmellata e l’immancabile
succo di frutta, oppure immergersi nella vita reale dei malgasci e fare
colazione come la fanno loro. Io preferisco quest’ultima opzione, anche perché
è molto più economica. A Mahajanga siamo andati, anche se non sempre, al
Pavillon Mahabibo e per diminuire le probabilità di contrarre malattie ho
portato la mia tazza di plastica. La sensazione di tonicità muscolare e di
benessere è, dopo, un vero godimento. Se poi non si viene investiti o rapinati
si può dire che la giornata è filata via liscia. Due focaccine fritte sul
momento, che farebbero la felicità di Homer Simpson, completano il senso di
sazietà mattutina, dopo i borborigmi notturni, e fanno sì che ci si senta a
posto con l’universo.
Come
detto precedentemente, a Mahajanga abbiamo avuto la fortuna di
frequentare Beavy e sua moglie Suzette, presso i quali siamo andati a pranzo
una volta. Hanno cucinato vegetariano, per rispetto nei miei confronti, e mi
hanno pure fatto trovare la birra ghiacciata. Il riso al ravitoto con il cocco era veramente delizioso. Normalmente i
malgasci, nel ravitoto, che sono
in pratica foglie di manioca cotte, ci mettono carne di maiale e quando io e
Tina mangiamo nei ristoranti dobbiamo sempre specificare che non ce la mettano.
Nessun ristoratore o cameriera ha mai fatto obiezioni, anche perché i musulmani
chiedono la stessa cosa. Forse, in tali circostanze, mi prendono per un
musulmano di razza bianca.
Purtroppo,
quando abbiamo pranzato da Beavy, avevo ancora lo stomaco chiuso a causa della
storiaccia del taxista disonesto, di modo che non ho potuto assaporare
il piatto di pomodori, cipolla ed erba cipollina preparato per me, né provare il
condimento in bustina come si vede qui sopra a destra, che dev’essere un’abitudine di
origini francesi. Da noi l’aceto è solo in bottiglia, che io sappia.
Per
le massaie vegane che hanno voglia di - e provano piacere a - cucinare, nei
mercati del Madagascar c’è solo l’imbarazzo della scelta e vi si trova tutto
quello che abbiamo anche noi, con molte spezie in più e pure frutti misteriosi
e mai visti come la Mokotra e il Noko noko che vediamo, quest’ultimo, qui a sinistra. Tuttavia, anche se la frutta è deliziosa e ristoratrice sul piano psicologico, voi dite quello che volete, sarà anche cibo spazzatura, ma un piatto di patate fritte con checkup e senape è la....fin du monde.
Poi,
una volta soddisfatto l’apparato digerente, c’è sempre tempo, per noi che siamo
dei privilegiati, di oziare in ambienti stimolanti ed esteticamente gradevoli.
A Mahajanga è d’uopo rintracciarli presso le due spiagge, il Grand Pavois per
ricchi e la Petite Plage per il popolame, che distano 10 Km dalla città.
Non
c’è soluzione di continuità tra le due spiagge, ma la seconda è ovviamente la
più frequentata. In entrambi i casi, il noleggio giornaliero di ombrellone e
stuoia è di 3.000 ariary (un euro): credo che a Rimini costi di più. Tuttavia,
siccome Zanahary fa piovere sui giusti e sugli ingiusti ed elargisce l’ombra
senza farla pagare, solo chi ama conformarsi ai dettami della società affitta
un ombrellone in mezzo a quelli che anche in Madagascar possono diventare
carnai estivi, non privi dei classici “vucumprà”. Per chi non si conforma alle
regole consumistiche e si sente anche un po’ disadattato come il sottoscritto,
c’è sempre qualche roccia isolata o l’ombra dell’albero di Akao, che è simile
alle nostre mimose. Purtroppo, quando si è in compagnia di amici, non si può
sempre fare la figura degli orsi scontrosi e si deve mediare, frequentando
ristoranti e altri locali pubblici più o meno affollati. In tal caso, il
godimento si fa soggettivo e devo accettarne una minima quantità per me se voglio
che i miei ospiti ne usufruiscano di una maggiore.
In
Friuli si dice: “Gloti amar e spudà dolc” (inghiottire amaro e sputare dolce):
principio valido anche nei mari del sud.
C’è
poi da rilevare che quad e fuoristrada scorrazzano liberamente sulla spiaggia,
cosa che da noi sarebbe proibita. Il giorno in cui la maggioranza degli utenti
sarà costituita da famigliole con bambini che sguazzano sulla battigia e
potrebbero essere investiti da piloti di Formula Bagnasciuga, allora anche in
Madagascar prevarrà il buon senso e, forse, un maggior rispetto per la libertà
di godimento altrui. Per ora, i ricchi pensano solo al proprio piacere,
inseguendo probabilmente un modello pubblicitario visto in tivù. Infine tutti,
ricchi e poveri, dedicano parte delle loro energie al conseguimento del piacere
sessuale. Io non intendo, qui e ora, entrare nel merito della questione. Mi
limito solo a dire che con tutti i bambini che si vedono in circolazione mi
sembra che i malgasci vi si dedichino con estrema perizia ed entusiasmo.
Prendere consapevolezza che la maggior parte di quello che ci hanno insegnato a chiamare "cibo" è una droga, sarebbe già un primo passo:
RispondiEliminahttp://www.liberoquotidiano.it/news/alimentazione/340230/Il-cibo-e-come-una-droga.html
per chi ha già fatto un percorso esperenziale con il cibo, ripulendo il proprio organismo prima con digiuni anche lunghi e poi alimentandosi con il crudismo vegano, e poi il fruttarismo, sa benissimo questo concetto...basta provare poi provare a rinutrirsi una volta con un vecchio cibo cucinato, per accorgersi delle differenze e provare cosa questo comporta....
il prossimo articolo è solo per pochi, primo perchè è in inglese, secondo,
perchè non è adatto alla maggior parte delle persone che sono ancora completamente immerse nella maya....
http://bfoodfree.org/nirahara-samyama/food-is-maya-you-dont-need-food-to-live/
E' probabile che io sia ancora un po' immerso nella melma della Maya.
Elimina:-(
Elyah, interessante l'articolo Food is Maya (naturalmente ho usato google traduttore).. volevo chiederti ma tu (se non ti offendi ti do del tu visto che è parecchio che ti leggo e percepisco come una certa confidenza - se non sbaglio commentavi anche su SL...) hai un blog per caso? Che ero interessata/orientata verso gli argomenti che proponi? Intendiamoci io sono molto lontana dagli obiettivi che esponi con alcuni tuoi post - come ad es. il digiuno -, però volevo almeno approfondirli.
RispondiEliminaSi commentavo anche su SL, ma non ho un blog, di blog ce ne sono già a sufficenza ed io non sono un bravo scrittore per potermi permettere di aprirne uno... ;)
EliminaPer il digiuno di consiglio uno dei miglior libri mai scritti, per iniziare a comprenderlo meglio:
http://www.macrolibrarsi.it/libri/__digiuno_puo_salvarvi_la_vita.php
per il resto, lo ribadisco...
Per approfondire gli argomenti di "consapevolezza alimentare" come la chiamo io, bisogna fare un percorso graduale, e le basi di partenza le puoi trovare studiando i migliori testi degli igienisti del passato, come Tilden (la tossiemia), e i testi tutti di Herbert Shelton...Non mi dimentico inoltre di ricordarti un testo che può fare miracoli a livello di "risveglio" e conoscenza su come funzioni il nostro organismo e come tenerlo in salute:
"Il sistema di guarigione della dieta senza muco" di Arnold Ehret
Grazie Elyah per le indicazioni e si lo so che il percorso deve essere graduale, altrimenti si producono ugualmente squilibri nell'organismo, ho letto di alcuni che per riuscire ad ostacolare l'effetto droga (assuefazione) che produce la carne ci hanno messo anche quindici anni... e il discorso del digiuno utile alla disintossicazione lo insegnavano anche le religioni se non ricordo male...
EliminaCerto che vivere di prana manderebbe in tilt tutto il sistema visto come sono affollati i supermercati con i carrelli della spesa che strabordano.... però, almeno per ora io sarei favorevole alla classica "via di mezzo", ne troppo spiritualisti ne troppo materialisti (ne angeli ne demoni).
Ammettendo sempre che posso sbagliare...
Mi perdoni, Elyah, ma queste teorie sono molto spinte, non nel senso di oscene, ma nel senso di esagerate, e mischiano il giusto (vero che si deve mangiare sano, niente cibi animali, e non occorre ingozzarsi), con lo sbagliato (succhi di frutta e aria?E sono ancora vivi?).
RispondiEliminaEcco queste sono teorie farneticanti, pericolose e diseducative, va bene che dobbiamo ridurre la mole di cibo, ma ridursi a vegetali non va bene, ma neanche tanto e solo per una questione di mancanza di nutrienti utili, ma anche perché il cibo è un piacere, che appaga la psiche.
Se dobbiamo anche privarci di quello meglio morire subito ora.
Franceschetti ha conosciuto persone, anche giovani, che si nutrono di Prana e che non si fanno mancare niente.
EliminaPer esempio, praticano sport senza quasi stancarsi.
Per me resta un enigma.
La stessa persona che ha conosciuto franceschetti l'ho conosciuta anche io.... Per alcuni sono teorie farneticanti, per altri sono la verità che vivono in prima persona... io l'avevo detto che l'articolo non era per tutti...
EliminaLa perdono...
EliminaCaro anonimo, seguendo quello che lei dice io e molti altri dovremmo essere morti da tempo... Ma la lascio alle sue di teorie "farneticanti" perdonandola, si, perchè so che è solo inconsapevole...
EliminaQuando smetterà di apporre giudizi su cose che non conosce e che non ha neanche sperimentato nella sua vita, forse anche per lei ci sarà una speranza... Buona cose...
PS: se lo sta pensando, le do conferma diretta:
si è vero, sono presuntuoso, è una delle mie tante qualità! ;)
Non si dia troppe arie , Elyah, lei non ha la verità in tasca, come non ce l'ho io, e non appongo giudizi ma opinioni, o vuole per caso che uno debba credere a tutto quello che dice lei? (che oltretutto non è farina del suo sacco, ma altrui).Mi stia bene.
RispondiEliminaanonimo io l'avevo avvertita, che non era per tutti, quindi non faccia il permaloso... ;)
EliminaSu, su, ragazzi, non litigate!
RispondiEliminaForse la parola "farneticante" è un po' eccessiva, ma ognuno si esprime come meglio può.
Siamo su questa Terra per imparare...
:-)
Diete che vanno bene per una quindicina di giorni, questo si, non certo per mesi. Figurarsi per anni. Impensabile. Nessuno resisterebbe. Gli anoressici fanno appunto questo tipo di diete.E infatti sono malati.
RispondiEliminaUn indiano dice di aver smesso di mangiare e bere dall'età di otto anni (e credo che non sia l'unico).
EliminaEquipes mediche lo hanno tenuto sotto controllo per lungo tempo e hanno confermato che non si nutriva, né assumeva liquidi.
Come farà?
Anonimo sono anni che non tocco cibo animale e vivo principalmente prima con frutta e verdura cruda e ora per la maggior parte di sola frutta... non parli a vanvera...se non sa, meglio stia zitto... Anche se scherzando mi ero dato del presuntuoso, in realtà il presuntuoso è lei che presume di sapere senza neanche aver studiato nulla, e senza poi averlo sperimentato su di sè...esca dai canoni che le hanno inculcato... provi almeno ad iniziare con un: " e se fosse?!? "
EliminaLe auguro buone cose e di aver voglia di non fermarsi mai nel mettersi in discussione...
L'anoressia non c'entra nulla... anche questo il classico luogo comune divulgato dai main stream... l'anoressia è un rifiuto psicologico, di qualsiasi forma di nutrizione...