martedì 8 luglio 2014

Il fascino perverso delle disgrazie altrui


Tutte le volte che ritorno da Tina, immancabilmente vengo aggiornato sulle ultime disgrazie avvenute in Madagascar. In quanto velleitario giornalista, non posso negare che m’interessino e Tina lo sa. Noi in Italia, specialmente il popolo del web, c’interroghiamo sull’eticità di pubblicare sui nostri blog o pagine Facebook notizie demoralizzanti, giacché abbiamo capito che influiscono sia sul nostro umore, sia addirittura sul nostro DNA, danneggiandoci sul piano psichico e alla lunga anche su quello fisico. Per tacere dei vampiri energetici che si dice approfittino della nostra sofferenza. I malgasci, che questo non l’hanno ancora capito, come i famosi calabroni che aerodinamicamente non potrebbero volare ma non sapendolo volano lo stesso, assorbono le brutte notizie con un certo piacere e non sembrano patirne le conseguenze. A meno che non le si vogliano vedere direttamente nella difficoltà che hanno, come popolo, di evolversi spiritualmente.
La questione è controversa e non è ancora detta l’ultima parola. Di fatto, tutte le mattine, in varie parti della città, si forma una piccola ressa davanti ai quotidiani messi in bella mostra sui muri delle strade di maggior traffico e questa è decisamente una cosa civile, considerato che non tutti possono permettersi di comprare il giornale. Da noi, se solo ci si attarda all’edicola, leggiucchiando, l’edicolante protesta.

 
Insomma, a parte i 20 morti annegati a causa del naufragio di un bateau diretto a Belo Tsiribihina, c’è stata una bambina di otto anni, nel giugno scorso a Tulear, violentata, uccisa e poi gettata in uno stagno. A quanto pare l’Uttar Pradesh ha fatto scuola. La bambina della foto è un’immagine di repertorio e sta solo dormendo. Ci sono stati due adulti morti per sfondamento della cassa toracica e 26 feriti per soffocamento, a causa della pessima idea che le autorità hanno avuto di far svolgere le parate del 26 giugno, per la festa dell’Indipendenza, all’interno dello stadio di calcio “Mahamasina”, che, come gli italiani hanno imparato in Belgio anni fa, sono delle vere trappole, sia in entrata che in uscita. Il fattaccio, ad Antatanarivo, è successo mentre la folla entrava gratuitamente allo stadio e in base al principio “The show must go on”, la parata dei militari impettiti e dal passo marziale si è svolta regolarmente, appena spento l’eco delle ambulanze.

Infine, e questa è una notizia ricorrente che mi ha sempre aperto molti interrogativi, ma a cui Tina non sa rispondere razionalmente, ci sono stati anche due bambini di Tulear, nell’aprile scorso, a cui è stato rubato il cervello. Per molto tempo sono andato avanti spiegandole che il cervello non è trapiantabile, a differenza di cornee, fegato e reni, finché un medico mi ha spiegato che la ghiandola pineale, alla base del cerebro, è utilizzata dalle industrie farmaceutiche per non so quale sostanza in essa contenuta.

Ma la ghiandola pineale è anche conosciuta come “terzo occhio” e pare sia appetita anche da certe sette esoteriche collegate alla Rosa Rossa. Se è vero quanto sostiene Franceschetti e se al piccolo Samuele, di Cogne e al figlio di Aziz, di Erba sono state tolte le suddette ghiandole, dopo avergli sfondato il cranio, allora i rapimenti di bambini che da anni si verificano in Madagascar acquistano improvvisamente una loro logica. E si deve ammettere che tutto il mondo è paese, anche quando si tratta di ammazzare bambini per asportare le loro ghiandole pineali.
Io non ho la possibilità di verificare, ma se dovessi avere qualche prova tangibile in proposito, sarebbe lo scoop della mia vita di velleitario giornalista, nonché entusiasta blogger. Di fatto, ad essere accusati a furor di popolo di tali efferatezze sono sempre i vazaha e la faccenda a volte degenera in veri e propri linciaggi, com’è successo l’anno scorso in ottobre a Nosy Be, dove ad essere barbaramente trucidati sono stati un francese, un italiano e un malgascio, zio della piccola vittima, che secondo me erano del tutto innocenti. Sappiamo che esiste un traffico d’organi, che vede nei bambini sudamericani le vittime preferite, ma qui stiamo parlando di cervello, oltre che di reni e fegato e quindi ci dev’essere dell’altro. Vi prometto, se dovessi venir a sapere qualcosa di preciso, in merito alla presenza in Madagascar di killer più o meno professionisti ingaggiati da qualche setta satanica occidentale, che vi terrò informati tramite il blog. Ma se verrete a sapere che hanno trovato il mio cadavere galleggiante in qualche insenatura marina, sarete autorizzati a pensare che avevo scoperto qualcosa di scottante e che le mie ipotesi erano fondate. Segnatevelo! Sappiatevelo! E mandate un obolo, molto gradito, alla vedova.

4 commenti:

  1. Renato Cartesio o Descartes diceva che era sede dell'anima, la ghiandola pineale, pensaci, Roberto. Anche fra loro, pur primitivi ci sarà qualche stregone colto, forse, che avrà conoscenza della cultura europea, oltretutto Cartesio era francese e sappiamo bene che i francesi ci misero le zampe sopra per molto tempo.

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  2. Rubato il cervello forse per qualche rituale di magia nera? C'è vero anche lì in Madagascar?

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  3. Oltre all'ipotesi della sede dell'anima, mi viene pure in mente che in molte culture primitive il cervello viene mangiato per "assorbire" certe potenzialità del defunto. Se non sono selvaggi, dimmi tu come definirli.

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  4. Per il momento per me è un mistero.
    Anche nel caso dei ladri di ossa, secondo me c'è lo zampino degli "Ombiasy", gli stregoni, ma la colpa viene riversata sui bianchi.

    L'anno scorso due di essi, Roberto Gianfalla di origini siciliane e il suo amico francese, insieme allo zio del bambino trovato morto e amputato, ci hanno rimesso le penne.

    D'altra parte, Tina mi dice che in Madagascar ci sono gli Ombiasy buoni e quelli cattivi, vale a dire i maghi bianchi e i maghi neri.

    Evidentemente, ci sono regole universali anche in fatto di rituali esoterici.
    Altro, per il momento, non so.

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