lunedì 28 luglio 2014

Insett contro uno


Massimo Troisi, mentre si trovava in una biblioteca, a chi gli chiedeva se gli piacesse leggere, rispose: “Tutti scrivono continuamente migliaia di libri, miliardi di parole, e io sono qui tutto solo a leggere. Non ce la faccio a leggerli tutti!”.
La proporzione tra i libri di Troisi e gli insetti del Madagascar è la stessa: miliardi di parole, miliardi di insetti, da tutte le parti, di giorno e di notte, dove meno te lo aspetti. I primi insetti con cui il turista proveniente dal Paleartico fa i conti venendo in Madagascar sono le formiche, di cui ci sono diverse misure, ma anche mosche e zanzare non scherzano! Le formiche corrono sul bordo del lavandino in bagno e la loro meta preferita è lo spazzolino da denti, s’infilano nel pane quando fai colazione, soggiornano nelle zuccheriere, forano i sacchetti di plastica per arrivare alla frutta, mandarini compresi. Le si ritrova nell’insalata servita al ristorante, insieme agli afidi. 

 
Forse solo nel frigo il cibo è al sicuro, ma quando ho abitato in affitto da madame Flourette, nel quartiere di Sanfily, ritrovavo le mosche congelate anche nel frigider del piccolo frigo: come facessero a finire lì è sempre stato un mistero, per me. E lasciamo stare di quando le mosche riuscivano a posarsi perfino sulla forchetta mentre me la portavo alla bocca. Nei ristoranti all’aperto atterrano sul bordo del bicchiere e allora bisogna proteggervi il contenuto  posando sopra il bicchiere i sottobicchieri di cartone: un’insanabile contraddizione in termini.
Qui ad Ambolanahomby hanno cominciato a far sentire la loro presenza fin da subito, entrando nei boko boko lasciati su una mensola del cucinino e andando a morire felici nel latte condensato comprato per i cagnetti, da diluire con acqua. Quella specie di krapfen di farina che si vede in foto, aperto a metà, l’ho dato poi a un vorace cane del quartiere. Spero che l’acido cloridrico del suo stomaco, mescolato all’acido formico delle formiche, non provochi qualche pericolosa reazione chimica. In tal caso, sentiremo il botto. 

2 commenti:

  1. Roberto
    I tuoi racconti fanno apprezzare persino un paese allo sbando come il nostro.
    Le formiche e gli insetti non li sopporto. Eppure anche loro hanno diritto a vivere. O almeno credo.
    Io sto attento anche quando cammino a non ammazzare le formiche. Ma chissà quante ne avrò sterminate volente o nolente.
    Siamo solo schiavi su questo pianeta immersi nel mistero più totale di una vita che un senso non c'è l'ha.
    Ciao

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    1. "una vita che un senso non c'è l'ha" è una frase che mi suona vascorossamente familiare!

      :-)

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