Massimo Troisi, mentre si trovava in una biblioteca, a chi gli chiedeva se gli
piacesse leggere, rispose: “Tutti scrivono continuamente migliaia di libri,
miliardi di parole, e io sono qui tutto solo a leggere. Non ce la faccio a
leggerli tutti!”.
La
proporzione tra i libri di Troisi e gli insetti del Madagascar è la stessa:
miliardi di parole, miliardi di insetti, da tutte le parti, di giorno e di
notte, dove meno te lo aspetti. I primi insetti con cui il turista proveniente
dal Paleartico fa i conti venendo in Madagascar sono le formiche, di cui ci
sono diverse misure, ma anche mosche e zanzare non scherzano! Le formiche
corrono sul bordo del lavandino in bagno e la loro meta preferita è lo spazzolino
da denti, s’infilano nel pane quando fai colazione, soggiornano nelle
zuccheriere, forano i sacchetti di plastica per arrivare alla frutta, mandarini
compresi. Le si ritrova nell’insalata servita al ristorante, insieme agli
afidi.
Forse solo nel frigo il cibo è al sicuro, ma quando ho abitato in affitto da
madame Flourette, nel quartiere di Sanfily, ritrovavo le mosche congelate anche
nel frigider del piccolo frigo: come facessero a finire lì è sempre stato un
mistero, per me. E lasciamo stare di quando le mosche riuscivano a posarsi
perfino sulla forchetta mentre me la portavo alla bocca. Nei ristoranti
all’aperto atterrano sul bordo del bicchiere e allora bisogna proteggervi il
contenuto posando sopra il
bicchiere i sottobicchieri di cartone: un’insanabile contraddizione in termini.
Qui
ad Ambolanahomby hanno cominciato a far sentire la loro presenza fin da subito,
entrando nei boko boko lasciati
su una mensola del cucinino e andando a morire felici nel latte condensato
comprato per i cagnetti, da diluire con acqua. Quella specie di krapfen di
farina che si vede in foto, aperto a metà, l’ho dato poi a un vorace cane del
quartiere. Spero che l’acido cloridrico del suo stomaco, mescolato all’acido
formico delle formiche, non provochi qualche pericolosa reazione chimica. In
tal caso, sentiremo il botto.
Roberto
RispondiEliminaI tuoi racconti fanno apprezzare persino un paese allo sbando come il nostro.
Le formiche e gli insetti non li sopporto. Eppure anche loro hanno diritto a vivere. O almeno credo.
Io sto attento anche quando cammino a non ammazzare le formiche. Ma chissà quante ne avrò sterminate volente o nolente.
Siamo solo schiavi su questo pianeta immersi nel mistero più totale di una vita che un senso non c'è l'ha.
Ciao
"una vita che un senso non c'è l'ha" è una frase che mi suona vascorossamente familiare!
Elimina:-)