Questa
donna si chiama Arlala ed è ospitata dallo zio di Tina nel suo cortile dotato
di fontanella e tettoia, in cambio del lavoro di guardiano. Non ha una storia
felice da raccontare. Perse una figlia piccolina in modo atroce, come
racconterò fra poco e una madre in un modo altrettanto atroce, mentre a suo
padre un autobus cittadino schiacciò un piede poiché dormiva, ubriaco, sul
marciapiede del quartiere di Ambatonakanga. Anche la vecchia madre era ubriaca
quando una notte, un agente di securité, come ce ne sono tanti a Tanà davanti a banche e grossi negozi, la
uccise a calci e pugni. Spesso capita infatti che gli ubriachi diventino
molesti e aggressivi e incontrino persone che non hanno la necessaria pazienza
di sopportarli. Se poi vanno ad infastidire sbirri o altri umanoidi in divisa,
c’è rischio che ci lascino le penne, come capitò a quella povera vecchia
barbona. Per il cui omicidio nessuno finì in prigione.
La
bambina, invece, avrà avuto cinque o sei anni, ma era già stata istruita dalla
madre ad avvicinarsi alle macchine che sotto il tunnel di Ambatonakanga
rallentano e si fermano a causa dei normali imbottigliamenti quotidiani. Poiché
non tutti i conducenti badano ai katramine che giostrano tra le macchine e
siccome c’è da vincere la concorrenza degli altri bambini mendicanti, a chi
arriva primo all’auto dalla parte del guidatore, la piccola fece un passo falso
- e fatale - e venne schiacciata da un’auto in arrivo o da una che si era
appena messa in movimento e il cui conducente non l’aveva vista. Pure in questo
caso, considerata anche la non volontarietà del gesto, nessuno finì sotto
processo. E’ facile immaginare la disperazione di Arlala quando le comunicarono
la morte della bambina e per una donna costretta a mandare la figlia a
mendicare per commuovere gli automobilisti, dev’essere stata davvero dura.
Come
ormai si sarà capito, sia i cani randagi che i katramine devono lottare per la
sopravvivenza, cercando cibo negli immondezzai e badando a non farsi investire.
Molti sono i cani che vedo durante i miei spostamenti in taxi-brousse e sono tutte femmine di grossa taglia, munite di
cascanti mammelle. La regolare riproduzione di questa specie sinantropa fa sì
che di cani randagi non ci sarà mai penuria in Madagascar. Le regole di natura
esigono una forte selezione e di tutti i cuccioli che nascono, solo i più
fortunati fanno in tempo a capire il pericolo connesso ai mezzi motorizzati in
movimento e a diventare adulti. Gli altri, i fiduciosi e ingenui, vengono schiacciati subito, come la piccola
figlia di Arlala.
L’espressione
del cui volto, come si vede in foto, non è per niente serena. Come natura vuole
e siccome il tempo è galantuomo, la donna poco tempo dopo quella disgrazia,
mise al mondo Jacqui, che abbiamo già conosciuto come compagno di giochi di Pota, la bambina che è stata “rapita” dalle suore e sul cui rapimento si
può dire tutto il bene o tutto il male di questo mondo, ma su una cosa non si
può discutere: i disperati, i “bastonati da Dio”, attirano la malasorte come
potenti calamite e viene spontaneo pensare in modo induista a quale Karma
stiano scontando. Secondo me, nessuno. Si tratta solo di puro e cieco caso,
perché i meccanismi che stanno alla base degli eventi si conoscono. Per
esempio, quando Indro Montanelli, su ordine delle autorità coloniali italiane,
comunicò a un gruppo di schiavi etiopi che erano liberi, questi si sedettero
davanti alla sua tenda chiedendo di essere mantenuti da lui.
Analogamente,
gli ex schiavi della regina Radama, resi liberi dalla nascente Repubblica del
Madagascar, persero ipso facto
vitto e alloggio, perché i francesi decretarono che la schiavitù doveva essere
abolita. Principio sacrosanto, ma che si tradusse per tutti loro nel
declassamento a homeless
nullatenenti, condannandoli insieme a tutti i loro discendenti a una vita
miserabile. Se potesse scegliere, Arlala, la madre di Pota e tutti gli altri
Katramine, voterebbero per la restaurazione della monarchia, che almeno
offrirebbe loro pasti regolari e un giaciglio dove dormire. Tutto è relativo,
anche le regole sociali che noi diamo per scontate.
Che desolazione, una terra desolata veramente.
RispondiEliminaMa continuano a fare figli come conigli. Questo non aiuta di certo.
Fare figli è...il sale della vita!
RispondiEliminaTuttavia riescono ad essere felici lo stesso.
RispondiEliminaQuesto è il vero miracolo e lascia ammirati e stupefatti riguardo alle capacità di sopportazione dell'essere umano.