Per tre volte sono stato
derubato dai Rom, si sono portati via anche i mobili...sono mancato da casa per
diversi giorni ed al ritorno l'ho trovata occupata. Ci sono tornato di notte e
li ho massacrati di botte, gli adulti li ho lanciati dal balcone e i piccoli li
ho gettati nella spazzatura...sono razzista forse? Le loro cose le ho gettate
fuori e le ho bruciate...sono razzista forse? Ho giurato sulle tombe dei miei avi
che il prossimo Rom che trovo in casa mia lo faccio uscire a rate, che sia
uomo, donna o bambino. La loro cultura è quella del rubare, la mia è quella
della DISCIPLINA, ONORE E RISPETTO!...sono forse razzista? No, io sono italiano
e onoro e difendo la mia patria.
Ecco perché le zingare non portano mai la minigonna o pantaloni attillati ... mah ... confesso che anch'io ho fatto dei sogni come quelli di Tony e non mi sento assolutamente razzista , anzi ... a volte però provo a guardare la faccenda da un altro lato : questi fanno una specie di esproprio proletario , quando lo hanno fatto in Argentina o recentemente in certe occasioni in Grecia scommetto che in molti , me compreso , hanno fatto il tifo per i ribelli , lo fanno i rom e non va bene ; e se fossero più avanti di noi inquadrati nei nostri stereotipi di leggi , codici , moralità da rispettare? Sono cittadini del mondo ma allo stesso tempo mantengono intaccata la loro cultura e il loro modo di vivere , mondialisti e ultratradizionalisti allo stesso tempo , questi la mettono in quel posto anche alle èlite dominanti , altro che noi che ci facciamo pippe mentali sfogandoci sui social network.
RispondiEliminaSi fanno chiamare figli del vento.
EliminaPoetico, ma non molto pratico.
Nel 1977 a Bologna bastava entrare in un negozio di alimentari che il negoziante ti regalava un panino imbottito, di sua iniziativa e per solidarizzare con il Movimento studentesco che portò in città 100.000 persone. Fu lì che sentii parlare per la prima volta di esproprio proletario, anche se personalmente non l'ho mai fatto.
Il punto è che se lo fai in una drogheria, vai a colpire un povero diavolo, mentre se lo fai in un supermercato forse è diverso, ma per la legge sempre di furto si tratta.
E' il dilemma di Robin Hood. Un problema di coscienza prima ancora che di giurisprudenza.
Sai in parte hai ragione, WB, in parte, nella parte finale, dove in sostanza suggerisci che noi dovremmo fare come loro e metterla nel posto dove sole non batte alle elite....il fatto è che loro ci riescono perché sono dei sovversivi, noi non lo siamo.Allora dobbiamo diventare sovversivi anche noi, se questa è la nostra via di salvezza.Rivoluzione. Ma......a noi italioti è permesso? Io dico che arrivano subito a fustigarci, a noi (a noi, a loro no).
RispondiEliminaIn breve: a noi non è permesso di ribellarci. Capito?
Ci differenzia il rispettivo stile di vita: sedentari e nomadi. Un sedentario farà di tutto per conservare il proprio ambiente, quindi sarà politicamente un conservatore.
EliminaUn nomade non considera importante l'ambiente in cui vive temporaneamente e se ne andrà lasciando tutto sporco e rovinato a cercare un altro posto.
In Amazzonia le multinazionali del cibo attuano la politica del nomade, distruggendo ettari di foresta con le mandrie di bovini, per poi trasferirli in un altro pezzo di foresta, dove ovviamente gli alberi verranno abbattuti per far posto al pascolo. E via di seguito così. Noi, per questo, siamo diventati il cancro del Pianeta. Il virus di cui parlava il signor Smith in Matrix.
In più, altro esempio, negli USA del Diciannovesimo secolo ci furono conflitti tra allevatori e agricoltori, poiché le mandrie dei primi danneggiavano i raccolti dei secondi. Anche in quel caso, la filosofia della sedentarietà entrava in attrito con quella del nomadismo.
Se mi permetti , Roberto , vorrei citarti un esempio che potrebbe essere la giusta via di mezzo che possa conciliare nomadismo e rispetto dei luoghi dove passa . Sto parlando della civiltà sbeffeggiata da anni e anni di martellamento culturale attraverso libri , film e tanti luoghi comuni attuati da coloro che sono i primi responsabili dell'attuale stato comatoso del pianeta : gli Stati Uniti. E la civiltà di cui parlo è quella dei nativi americani , i pellerossa , nomadi per definizione , semplici nell'organizzazione della loro società , rispettosi dell'ambiente e degli animali. A volte mi chiedo perché le cose debbano sempre prendere la piega sbagliata , perché i coloni inglesi sono andati al di là dell'Atlantico a gettare le basi di quella che sarebbe in futuro diventa la satanica civiltà che abbiamo oggi sotto gli occhi. Mi chiedo come sarebbe oggi il pianeta se si fosse affermata e allargata la cultura pellerossa ... domanda stupida ... loro non avevano nessuna necessità di esportare il loro modello di vita , è proprio per questo che sono stati decimati.
EliminaI nativi americano erano sicuramente più rispettosi dell'ambiente rispetto agli occidentali moderni, ma rispettosi anche degli animali non mi risulta... erano un popolo di nomadi agricoltori o di cacciatori?
EliminaI Pellerossa esorcizzavano i sensi di colpa recitando qualche formula per evitare che l'anima della preda uccisa si vendicasse. Avevano però anche una visione olistica della natura e questo ce li rende estremamente simpatici.
EliminaPer lo meno, a coloro fra noi che hanno sentimenti ecologisti.
Credo vi fossero fra le varie tribù diversi stili di vita: vi erano i nomadi e i sedentari e sicuramente rappresentavano il "buon selvaggio" di J.J.Rousseau, ma non me la sento di idealizzarli più di tanto.
Quello che fecero i bianchi invasori, durante le guerre indiane, è la stessa cosa che stanno facendo tuttora in giro per il mondo e per lo meno si deve riconoscere negli yankee una certa nefasta coerenza.