1
NOVEMBRE – Serena Shim era una
giornalista americana di origini libanesi. Lavorava per Press Tv Istanbul. E’
morta, ufficialmente, in un drammatico incidente stradale. 30 anni e madre di 2
figli, dalla Turchia la giornalista realizzava servizi sui combattimenti a
Kobani, terza città per grandezza della Siria, che da giorni è teatro di
scontri tra le forze militari curde e i djihadisti dello Stato islamico. Dopo
aver terminato un reportage a Suruc, una località turca vicino alla frontiera
siriana che accoglie migliaia di rifugiati, la giornalista si era messa in
viaggio. Un camion aveva centrato frontalmente la sua vettura e la donna era
morta sul colpo. Il cameraman che l’accompagnava è rimasto ferito.
Press
TV ha diffuso un messaggio della giornalista, dove questa aveva espresso, pochi
giorni prima di morire, il timore di essere arrestata dai servizi segreti
turchi, che l’avevano accusata di essere una spia, in quanto sosteneva che il
governo di Ankara avesse legami con lo Stato islamico. Aveva
parlato dell’infiltrazione di guerriglieri in Siria attraverso la frontiera
turca e in diretta televisiva aveva affermato di avere le immagini di questi
miliziani che entravano in territorio siriano, nascosti nei camion di organizzazioni
umanitarie e del programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite. Riguardo
all’accusa di spionaggio, la giornalista si era difesa : “Sono molto sorpresa
di questa accusa. Ho pensato di parlare ai servizi segreti turchi per dir loro
che mi limito a fare il mio lavoro. Sono abbastanza preoccupata, perché in
Turchia i giornalisti rischiano facilmente la prigione.”
Il
direttore delle informazioni di Press TV, Hamid Reza Emadi, lunedì ha respinto
la teoria dell’incidente d’auto: “Pensiamo che il governo turco debba essere
considerato responsabile di fronte alla comunità internazionale. Si deve far luce
su quanto è davvero accaduto”.
Nessun commento:
Posta un commento