Atto I Scena I
Ristorante Ramirandava. Ranohira. Aspettando le ordinazioni.
Pascaline: Lo sai che il tono si arrabbia se vede rosso?
Robert: Vuoi dire il toro?
Pascaline: No, no il tono, quando c’è il temporale.
Robert: Ah, il tuono.
Pascaline: Sì, non puoi indossare niente di rosso, quando c’è
il temporale, nemmeno mettere il rossetto perché il tuono si
arrabbia con te.
Robert: E ti scaglia i fulmini?
Pascaline: No, ma ti fa avere altri incidenti.
Atto I Scena II
Al telegiornale si vede il presidente del Madagascar Hery.
Robert (a voce alta): Quell’uomo viene chiamato “voalavo”,
topo, per via delle orecchie a sventola.
I presenti ridono. Pascaline sente ma rimane in silenzio,
imbarazzata.
Atto I Scena III
Arrivano Stephan e Olivia, conosciuti in viaggio da Fianarantsoa a
Tulear. Un avventore alza il volume per sentire meglio le notizie.
Stephan: Si può abbassare il volume? Siamo in un ristorante, non
a casa propria!
La cameriera esegue.
Uomo in piedi sull’uscio con in braccio un bambino: Ma questi
due vazaha sono ricchi o poveri? Hanno un fuoristrada o viaggiano con
i taxi brousse? Come si permettono di darci ordini?
Pascaline capisce l’irritazione dell’uomo con il bambino, che
ha parlato in malgascio e sta zitta, senza riferire a Stephan, che è
francese.
Atto I Scena IV
In camera all’Orchidée de l’Isalo. Pascaline si sfoga.
Pascaline: Io ti lascio! Se viene al polizia a portarti via, io ti
lascio!
Robert: Non ho mica inventato io quel nomignolo!
Pascaline: Sì, ma tu sei straniero e non lo devi dire! Se nel
ristorante c’era qualcuno del partito di Hery, chiamava la polizia!
Stai attento, che io non vengo a trovarti in prigione!
Robert, suggestionabile, china il capo e si convince di averla
scampata bella, con un fugace, atroce pensiero al povero Giulio
Regeni.
Conclusioni.
La bellezza di un paese libero è che si può parlar male della
classe politica senza subire conseguenze. Per esempio, noi possiamo
dire che Mattarella è una mummia, come prima potevamo dire che
Napolitano è un viscidone, per non parlare del vituperato Renzi,
senza che la Digos suoni alla nostra porta con un mandato di cattura.
In Madagascar considerano un affronto se uno straniero chiede di
abbassare il volume della televisione e la loro scala dei valori
passa attraverso il possesso o meno di un potente fuoristrada. In
Italia i clandestini ne combinano di tutti i colori ma, a livello
giudiziario, gli viene tutto perdonato, perché così ha decido il
capo della Chiesa cattolica, di comune accordo con le autorità
civili.
regeni era altro caso,nulla a che vedere con quanto sopra.
RispondiEliminamichy
le conclusioni tratte dall'autore sono,a mio parere,semplicistiche.
RispondiEliminail parallelo tra occidente e madagascar non tiene conto di tanti fattori,il primo che mi viene in mente è che è una colonia franco/europea,in fin dei conti c'è l'impianto dell'esa,imposto molti anni fa a un popolo dallo stile di vita semplice,visto che la natura era generosa.
michy