Testo di Mimma Dabramo
Se vogliamo davvero prevenire i casi di meningite, sarebbe bene
che la gente inizi a fare finalmente un uso ponderato degli
antibiotici. Un caso di poco fa era dovuto ad un'otite
particolarmente aggressiva, questo della maestra da un'infezione da
e.coli. L'uso smoderato e scriteriato che si fa degli antibiotici
ora non fa altro che rendere i patogeni più aggressivi e resistenti,
se poi quindi migrano dalla faringe/laringe, dalle vie respiratorie o
dalle orecchie alle meningi è stupido parlare di mancata prevenzione
con il vaccino, perché il vaccino per definizione opera (o dovrebbe
operare) quando l'infezione non è ancora in atto ed è del tutto
inutile a infezione ormai avvenuta. La meningite avviene SEMPRE a
causa di patogeni che da tessuti in cui risiedono in maniera
asintomatica, o con sintomi non mortali, riescono a superare tutte le
barriere immunitarie che il nostro organismo ha posto a difesa
dell'organo più importante, ovvero del cervello, e le difese del
nostro organismo a tale scopo sono così elevate che gli psicofarmaci
per definizione devono essere particolarmente aggressivi per arrivare
fino al cervello.
Quando avviene un caso di meningite, che non per
niente sono sempre casi isolati, invece di chiedersi "ma era
stato vaccinato o meno?" bisognerebbe chiedersi "come
diamine è possibile che l'infezione è riuscita ad arrivare al
cervello di questa persona?". Ora, i casi sono due: o l'agente
patogeno è stato messo nelle condizioni di diventare particolarmente
aggressivo, oppure il sistema immunitario del paziente era
particolarmente debilitato. Ogni volta che prendiamo antibiotici non
strettamente necessari (in genere vengono presi come acqua fresca)
non stiamo facendo altro che promuovere quei meccanismi che i batteri
usano per resistere alle nostre risposte immunitarie. I batteri
infatti hanno una sorta di sessualità, non finalizzata alla
riproduzione, con la quale si scambiano molecole utili sviluppate
casualmente anche da un solo batterio, molecole che servono appunto
per resistere all'attacco di antibiotici, che altro non sono che
molecole che riproducono una risposta immunitaria, specifica per quel
batterio, da parte di altri organismi. Con questa sorta di
sessualità in pratica, se in una generazione di batteri aggrediti da
un antibiotico, un solo batterio sviluppa casualmente la produzione
di proteine atte a smaltirlo (fatto statisticamente molto probabile),
quel tratto specifico di dna può essere scambiato istantaneamente
tra tutti i batteri di quella determinata popolazione, un po' come
fossero figurine, e questo procedimento permette ai batteri di
diffondere nella generazione successiva caratteri utili, mentre con i
normali processi darwiniani, una qualsiasi altra popolazione di
organismi complessi dovrebbe aspettare milioni di anni di
evoluzione.
In pratica ogni volta che prendiamo antibiotici
scriteriatamente, ci trasformiamo in una sorta di laboratorio per
creare ceppi batterici sempre più potenti e sempre più resistenti
alla risposta immunitaria e all'azione degli antibiotici stessi, che
sono in numero limitato ed è un fatto noto che la loro azione in
massa sta facendo sì che stanno nascendo ceppi batterici contro i
quali presto non ci sarà nessuna protezione farmacologica. Quindi
invece di pensare al vaccino, fermo restando che le statistiche
dicono che si ammalano tanto i vaccinati quanto i non vaccinati, a
prova del fatto che l'utilità del vaccino contro la meningite è
zero, pensate piuttosto alle cause vere che portano ai casi di
meningite.
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